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Borsa: Asia chiude contrastata, Shanghai +2,31%, Tokyo -0,48%

Listini in ripresa con l'attenuazione delle proteste in Cina

Di Redazione |

MILANO, 29 NOV – L’attenuazione delle proteste per le restrizioni anti-Covid in Cina dopo gli interventi della polizia hanno spinto al rialzo i principali listini dell’Asia e del Pacifico ad eccezione di Tokyo (-0,48%). Il listino giapponese è stato frenato dal calo del dollaro a 138,45 yen, che penalizza le esportazioni, e dalle vendite al dettaglio di ottobre (+4,3%), salite meno del previsto. Shanghai ha guadagnato il 2,31%, Taiwan l’1,05%, Seul l’1,04% e Sidney lo 0,33%. Ancora aperte Hong Kong (+3,66%), Mumbai (+0,49%) e Singapore (+0,97%). Positivi i futures sull’Europa e sui listini Usa. Dalla Spagna sono in arrivo il tasso d’inflazione e l’andamento dei prezzi alla produzione, atteso anche in Italia, dove vengono diffuse le vendite industriali. In arrivo dall’Eurozona la fiducia dei consumatori e delle imprese industriali e dei servizi per culminare con l’inflazione in Germania. Dagli Usa sono attesi i prezzi delle case, la fiducia dei consumatori e i dati sul terziario misurati dalla Fed di Dallas. In serata l’Api diffonde le stime sulle scorte settimanali di greggio, che rialza la testa (Wti +1,44% a 78,35 dollari al barile) mantenendosi però sotto la soglia degli 80 dollari (Wti). Sale il gas (+1,07% a 124,6 euro al MWh), debole l’oro (-0,38% a 1.754,95 dollari l’oncia), in ripresa il ferro (+2,39% a 771,5 dollari la tonnellata) e l’acciaio (+1,1% a 3.776 dollari la tonnellata). Sulla piazza di Tokyo deboli i titoli dei grandi esportatori, da Toyota (-1,38%) a Honda (-1,55%), da Sony (-1,22%) a Panasonic (-1,99%). In rialzo i bancari Nomura (+0,38%) e Mitsubishi Ufj (+1,66%).

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