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Lavorare per il Fisco fino a settembre: il destino delle imprese siciliane

Di Michele Guccione |

A differenza della Cgia, la confederazione generale italiana dell’artigianato, che ha fissato per quest’anno il “tax free day” allo scorso 3 giugno per tutte le imprese d’Italia, la Cna ha calcolato che nel 2017 per le sole pmi le cose andranno peggio, con una pressione fiscale aumentata nel 2016 e che avrà un’ulteriore spinta quest’anno: il “total tax rate” sale per le piccole imprese del Paese al 61,2% (è la metà a Londra) di poco inferiore al 63,9% del 2014, mentre il “tax free day” sarà in media anticipato dal 10 agosto del 2016 al 30 luglio di quest’anno. Con sostanziali differenze territoriali, fra le fortunate pmi di Trento che si libereranno di un socio scomodo come il fisco il 16 luglio, e le tartassate colleghe di Reggio Calabria che dovranno subire il peso della P.a. addirittura fino al 24 settembre. In una lunga lista che, oltre ai capoluoghi di provincia, comprende le principali città produttive del Paese.

Differenze che si evidenziano soprattutto al Sud e in Sicilia. Dipende dal fatto che la Cna prende in esame tutti gli obblighi fiscali e contributivi nelle piccole imprese dotate di laboratorio e negozio, un impiegato e quattro operai, ricavi per 431mila euro e reddito di 50 mila euro. Nel conto, quindi, entrano anche le imposte locali che, si sa, in Sicilia sono applicate al massimo, fra Ires e Tasi.

A proposito di “peso” fiscale, l’indice che lo misura, il “total tax rate”, calcolato dalla Cna, vede la Sicilia ancora in coda alla classifica: bisogna attendere il 51esimo posto per incontrare Enna ex aequo con Trapani al 59,7%; si scende all’85esimo di Caltanissetta (61,8%); il Capoluogo dell’Isola è in 95esima posizione col 62,6%; Agrigento al 106esimo posto (63,9%); Messina al 119esimo (65,5%) e Siracusa al 120esimo (65,6%); e la pressione fiscale sulle pmi sale ancora di più a Catania, confinata al 131esimo posto col 68,8%. La Cna fa notare che la situazione nella città etnea è peggiorata negli anni: nel 2011 il peso fiscale complessivo era al 63,8% e il tax free day cadeva il 20 agosto, nel 2016 l’indice è schizzato al 68,5% e il giorno di liberazione fiscale è scivolato al 7 settembre, con la conferma di quest’anno.

Dal 2017, però, avverte la Cna, le pmi avranno la possibilità di alleggerire il carico fiscale adottando il regime semplificato Iri (imposta sul reddito d’impresa) con opzione da esercitare nel prossimo Unico 2018, separando dunque il reddito d’impresa da quello personale. Operando con questo sistema, secondo la Cna si anticiperà il “tax free day”: a Catania, ad esempio, si “festeggerebbe” il 27 agosto.

Le proposte della cna

Per rendere equa la pressione fiscale, la Cna chiede, fra l’altro, di ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, tramite le risorse della spending review e della lotta all’evasione; rendere l’Imu sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile; rivedere la tassazione Irpef delle imprese personali e degli autonomi, con riduzioni automatiche all’aumentare del reddito dichiarato rispetto a quello ideale suggerito dai nuovi Indicatori sintetici di affidabilità; trasformare le detrazioni relative a spese per lavori edili in crediti d’imposta cedibili agli intermediari finanziari; definire il concetto di insussistenza di autonoma organizzazione e aumentare la franchigia Irap a 30mila euro.

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