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Sicilia, c’era una volta il “tutto esaurito”: «Non basta Ferragosto»

Di Daniele Ditta |

Nell’estate delle mascherine, del distanziamento sociale e delle “vacanze di prossimità”, comunque, la nostra Isola si conquista un posto d’onore come meta più ambita dagli italiani e dagli stessi siciliani che si spostano per turismo all’interno della regione. All’appello però mancano gli stranieri: un’assenza che abbassa del 50% il dato degli arrivi complessivi rispetto allo scorso anno. Le aspettative di ripresa di aziende e professionisti della filiera turistica – dalle agenzie di viaggi alle guide – erano concentrate anche sui fondi promessi dalla Regione (75 milioni stanziati in Finanziaria a maggio), attraverso i cosiddetti voucher. Il parere del comitato di sorveglianza e quello della Comunità europea, trattandosi di una rimodulazione di risorse comunitarie, non è ancora arrivato. E così i voucher sono fermi al palo.

L’estate intanto è entrata nel vivo e abbiamo appena passato a Ferragosto. Troppo tardi. «Purtroppo i tempi non dipendono dalla Regione – dice l’assessore al Turismo, Manlio Messina – attendiamo ancora l’ok da Roma e dall’Europa. A questo punto se ne parlerà dopo Ferragosto, speriamo prima possibile. Perché questo progetto, che andrà avanti fino a dicembre 2021 potrebbe servire per la destagionalizzazione».

Resta comunque l’amaro in bocca perché nel breve periodo, aggiunge Messina, «non siamo riusciti a immettere liquidità nelle aziende turistiche». Questo il cruccio dell’assessore, che insiste nel dire che la Regione ha fatto la sua parte: «I bandi sono pronti per la pubblicazione, ce ne sarà uno per categoria. Il portale per la vendita di pacchetti e servizi pure. Abbiamo persino sviluppato un software che ci consente l’invio massivo degli impegni di spesa e dei mandati di pagamento alle aziende che venderanno i voucher. Ai miei uffici non posso rimproverare nulla».

La mancanza di liquidità nelle aziende della filiera turistica colpisce soprattutto chi lavora con i gruppi. Le guide ad esempio, a corto di ingaggi per via della scarsa presenza di stranieri nell’Isola. Anche a Ferragosto parecchi professionisti sono rimasti a spasso. Infatti, la tipologia di turisti che ha scelto di trascorrere la settimana clou di agosto nella nostra regione solo in misura residuale ha prenotato la vacanza tramite tour operator o agenzie di viaggi (certune ancora chiuse dopo il lockdown) e nemmeno usufruisce di quei servizi erogati da professionisti come le guide. L’italiano è più che altro un turista alla “sapore di sale”, che ha optato per località balneari calcolando al millesimo gli spostamenti e facendo i conti con giorni di ferie rimasti e budget. Secondo Airbnb, la Sicilia è destinazione preferita per 8 italiani su 10. Mentre, in base ai dati raccolti dal sito casa.it, la ricerca di case vacanze in Sicilia – in particolar modo vicino al mare – quest’estate è quadruplicata.

Trovare un posto last minute è praticamente impossibile. E chi c’è riuscito ha messo mano pesantemente al portafoglio. A Cefalù, che fino al 31 luglio ha avuto un calo di presenze del 79% rispetto al 2019 (dati Federalberghi), nelle poche strutture che hanno ancora posti liberi, non si trovano offerte inferiori a 200 euro a notte. A Taormina si paga un po’ di meno, da 100 a 170 euro a notte, ma solo perché c’è un maggior numero di strutture ricettive.

«Ferragosto comunque non basterà per la ripresa, se consideriamo che da marzo a luglio i flussi turistici sono stati ridottissimi. Il pienone ad agosto non compenserà le perdite degli scorsi mesi», sottolinea l’assessore Messina, secondo cui «i veri problemi saranno dopo: a settembre ed ottobre. Se la curva dei contagi da Covid-19 dovesse impennarsi, il turismo sarebbe il primo comparto economico a pagarne lo scotto. Il virus c’è e i rischi sono dietro l’angolo. Per evitare che accada il peggio bisogna rispettare le misure di prevenzione».

Un avviso rivolto «ai turisti innanzitutto, ai quali raccomandiamo di evitare gli assembramenti, e poi anche ad albergatori e commercianti. Chi viene in Sicilia – conclude Messina – non deve lasciarsi andare, ma attenersi alle regole. Ognuno deve fare la propria parte per salvaguardare il turismo, settore trainante per l’economia della nostra regione».

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