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Compie vent’anni “Natale a Nesima”: Una festa per i neonati del Garibaldi

Si festeggia la nascita dei bambini nati nel presidio di via Palermo per promuovere e sostenere il valore della nascita e della vita

Di Giuseppe Ettore |

Nasce un bambino al “Garibaldi-Nesima”: viene al mondo un nuovo cittadino a Catania. Tutta la città lo saluta e accoglie. Da ormai vent’anni, sindaci, arcivescovi, direttori generali, istituzioni e professionisti, con il “Natale a Nesima”, festeggiano la nascita dei bambini nati nel presidio di via Palermo per promuovere e sostenere il valore della nascita e della vita, lo sviluppo e la tutela dei valori della persona, l’alleanza con il personale medico e sanitario dell’ospedale, nonché le donne e le coppie che con coraggio hanno saputo affrontare particolari condizioni mediche e familiari.

La nascita di un bambino è da sempre un momento di grande gioia per la famiglia e per la comunità intera, rivelandosi come uno degli eventi più belli della vita di ognuno. Festeggiare i bambini che hanno aiutato a nascere, per il personale del dipartimento materno infantile, rappresenta non soltanto un dovere, ma anche la spinta a fare ancora meglio, a garanzia di un percorso di nascita sempre più in sicurezza e nel rispetto della fisiologia.In molte occasioni, l’evento della nascita si propone come mera sintesi di vicende umane particolari, ovvero di gravidanze che raccontano la sfida di essere genitori in situazioni difficili e che richiedono il confronto di più specialisti.

Il Dipartimento Materno Infantile dell’ospedale Garibaldi – con il costante e pieno supporto del direttore generale Fabrizio De Nicola, attento alle dinamiche sociali e anche ospedaliere, mette a disposizione di ogni donna tutte le competenze necessarie per affrontare, con elevata professionalità e umanità, eventuali patologie materne e fetali, offrendo finanche ai neonati la migliore assistenza intensiva richiesta, in relazione ai vari “volti della maternità”: la procreazione difficile; la nascita prima del termine; la malformazione del feto; il cancro in gravidanza; le donne trapiantate o quelle immigrate; la gravidanza indesiderata.

In un periodo storico in crisi per molteplici motivi, peraltro caratterizzato anche da una crescente denatalità, sostenere e promuovere la nascita deve rappresentare un obiettivo e un impegno di tutti: politica, istituzioni, scuola, sistema sanitario, mass media, associazioni di volontariato, etc.L’evento della gravidanza e quello della nascita sono momenti speciali per la madre e per il padre. L’arrivo di un figlio comporta innanzitutto una riorganizzazione della vita, che riguarda in primo luogo la sfera personale della donna divenuta madre, chiamata improvvisamente ad affrontare un irrevocabile mutamento sul piano emotivo, affettivo, psicologico e sociale, non solo nei confronti del suo bambino ma anche rispetto al contesto familiare e sociale. Festeggiare gli oltre 2mila bambini nati ogni anno, insieme alle mamme, ai papà, alle famiglie e a tutto il personale del Dipartimento materno infantile dell’Arnas Garibaldi, rinnova puntualmente molteplici emozioni, riflessioni, valutazioni e progetti. Un processo, peraltro, che non ha mai trovato soluzione di continuità, neanche durante il lungo periodo pandemico, quando l’evento, nonostante le inevitabili difficoltà logistiche, ha assunto a fortiori il valore straordinario della rinascita.

Per siffatti motivi, i professionisti, le istituzioni sanitarie, le istituzioni politiche e le istituzioni portatrici di valori , quali la scuola, le associazioni dei pazienti o del volontariato, quelle dello sport, della musica, delle attività culturali e sociali in genere, sono chiamate a promuovere insieme il massimo impegno per la buona nascita e la buona crescita dei bambini, oggi minacciate a vario titolo da molteplici rischi.Gli anni che stiamo vivendo, attraversato da una crisi economica perdurante, nonché le nuove difficoltà in cui versano le famiglie, hanno fatto emergere ancor di più la fragilità del tessuto sociale, il quale non di rado trova si traduce nella carenza di accudimento dei bambini o nell’acuirsi di forme anche più gravi di maltrattamento e abuso. La denatalità rappresenta inoltre un problema per lungo tempo trascurato in Italia, sia in relazione alle crescenti dimensioni del fenomeno sia per quanto concerne le ricadute a livello sociale, economico e territoriale.In Italia, coerentemente con questa generale sottovalutazione, negli ultimi trent’anni l’azione pubblica finalizzata a contrastare i fattori che ne stanno all’origine è risultata del tutto insufficiente, al contrario invece di quanto accaduto in altri contesti europei, dalla Francia ai Paesi Scandinavi, i cui sistemi si sono rivelati incisivi ed efficaci.

Oggi, nel quadro di una perdurante e diffusa condizione di instabilità e sfiducia, il numero di nascite non è sufficiente a pareggiare il numero dei decessi, causato dal progressivo invecchiamento della popolazione. I flussi migratori, che per un ventennio hanno coperto e compensato il fenomeno della denatalità, stanno cambiando in termini quantitativi e qualitativi, con esiti alquanto incerti.Sullo sfondo, il mutamento culturale tutt’ora in atto tra le giovani generazioni – con una minore propensione alla progettualità e responsabilità in un quadro di diffusa instabilità lavorativa, economica e relazionale – non rappresenta un contesto favorevole alla ripresa della natalità.Col festeggiare i vent’anni del “Natale a Nesima” (2004/2023), il Garibaldi, Azienda di elevata specializzazione, desidera consolidare un modello di assistenza, sostegno, accoglienza e indirizzo; effettuare un costante bilancio delle responsabilità nel sostenere e promuovere la nascita e la salute della donna ed una attenta proiezione agli scenari organizzativi, sanitari, culturali e umani che ci attendono negli anni a venire.

Prof. Giuseppe Ettore, direttore Uoc di Ginecologia- Ostetricia e del dipartimento materno infantile Arnas Garibaldi CataniaCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA