Enna
Agira, «S. Filippo non suda» ma tra i fedeli il “miracolo” è duro a morire
Agira (Enna) – Nessun miracolo dietro la “sudorazione” della statua di San Filippo, ma i fedeli non ci stanno lo stesso. C’è chi invita a non confondere devozione con adorazione di una statua, chi invoca una raccolta di firme e chi progetta la protesta davanti al palazzo vescovile a Nicosia. La Chiesa ha escluso l’evento miracoloso, dietro la perdita di liquidi che da mesi interessa l’effigie lignea di San Filippo. Ma i devoti invece non ci credono, anzi credono che il miracolo ci sia.
Da giorni ad Agira montano proteste e malcontento tra i fedeli di San Filippo, patrono dell’antica cittadina dalla quale, secondo la tradizione, scacciò i demoni che infestavano la Sicilia e che dimoravano proprio al centro dell’Isola. Il 30 marzo nelle chiese della diocesi è stata letta la comunicazione del vescovo di Nicosia Salvatore Muratore, che sulla base delle analisi effettuate dagli esperti incaricati, ha escluso che la “presunta sudorazione” sia un fenomeno soprannaturale. Il vescovo ha disposto che il busto, nel frattempo trasferito nella chiesa Abbazia, sia riportato in sacrestia, dove si trovava da diversi anni. La nota ha suscitato perplessità e malcontento. I fedeli chiedono che vengano rese pubbliche le conclusioni delle analisi affidate ai carabinieri del Ris di Messina, e chiedono che l’effigie venga lasciata in chiesa. I social si “infiammano” di commenti e valutazioni, giudizi e scambi di accuse tra chi chiede il rispetto delle direttive e chi, invece, sostiene che “la statua deve essere difesa”. I fedeli sono rimasti in chiesa fino a tarda sera, per evitare il trasferimento del busto in sacrestia e giovedì una “catena umana” davanti al busto ha impedito che il simulacro venisse spostato. In tanti sono rimasti sotto la pioggia dietro al portone della Chiesa e ieri mattina quando il luogo di culto ha riaperto i battenti, la statua non era più sull’altare e la sacrestia era chiusa.
Una vicenda che sta letteralmente spaccando la piccola comunità con la sindaca Maria Greco, che nei mesi scorsi ha attaccato il “silenzio” della Diocesi ed ora sostiene la protesta dei devoti. Dalla scorsa estate migliaia di fedeli sono stati testimoni oculari di copiose e ripetute perdite di liquido dalla testa e dalle tempie del busto ligneo che raffigura il Santo.
Ci sono decine di episodi, ma la vicenda è finita sulla stampa lo scorso settembre quando un video su Facebook in poche ore visualizzato e condiviso da migliaia di persone. Il busto si trovava in sacrestia, della quale il vescovo Muratore ha ordinato la chiusura al pubblico e ha incaricato due sacerdoti di avviare un’indagine. Pochi giorni dopo la sacrestia è stata riaperta e per evitare che la gente si accalcasse nel locale la statua è stata portata in chiesa. Le “sudorazioni” si ripetevano, i fedeli gridavano al miracolo, la diocesi con la storica prudenza della Chiesa, scelse il silenzio. Poi “colpo di scena” una settimana fa: nessun evento miracoloso che riguarda la statua di San Filippo di Agira. Nessuna sudorazione legata ad eventi soprannaturali e divieto assoluto di qualunque forma di propaganda sui media e sui social per comitati, associazioni, gruppi parrocchiali.
«Dopo avere analizzato accuratamente il fenomeno – scrive il vescovo Muratore – alla luce dei risultati delle investigazioni scientifiche che hanno escluso inequivocabilmente lacrimazioni e sudorazioni, dopo avere consultato la Congregazione per la Dottrina della fede, avvalendomi delle facoltà concesse dallo stesso dicastero, il 25 marzo ho dichiarato che il fenomeno non risulta soprannaturale». La comunità ha chiesto che si rendano noti i risultati delle investigazioni scientifiche e malgrado il divieto del vescovo, su Facebook è stata pubblicata una indagine affidata dal delegato vescovile a tre restauratori, un architetto, tecnico di restauro, una storica dell’arte e un fisico che hanno sottoposto la statua ad una analisi accertando che non ci sono manomissioni del simulacro ed escludendo che la perdita di liquidi sia legata a fenomeni di umidità di risalita, che avrebbero provocato perdita di liquido su tutta la statua e non solo dalla sommità.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA