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Taglialavore, presidente dell'Accademia Italiana della Cucina di Enna

“La cucina quale veicolo di cultura, storia e pace”

Di Redazione |

Cucina Italiana, cultura e storia. A pranzo con Bernard Friot nella settimana di chiusura del Festival del libro e della lettura. Fra pietanze tipiche (e itineranti) della cucina siciliana e la riscoperta di un “marchio di fabbrica” quale l’arancino con due strati di riso (“un arancino dentro l’arancino”) grazie a Rosario Umbriaco vincitore del premio “Massimo Alberini”.

L’Accademia Italiana della Cucina – delegazione di Enna – presieduta da Marina Taglialavore si è ritrovata all’Urban Center dell’ex Convento dei Cappuccini regalando ancora una volta emozioni. Quelle raccontate da Marina Taglialavore ma anche dallo stesso Friot, vincitore del Premio Andersen nel 2019 come miglior scrittore e appassionato conoscitore della cucina italiana.

“A tavola con le parole, il gusto delle parole”, dunque, come ha spiegato il delegato dell’Accademia Italiana della Cucina di Enna: “Questo evento nasce affinché si possa far cogliere quanto la cucina italiana possa essere una sorta di veicolo per trasmettere le tradizioni e la sintesi culturale di tutte le dominazioni del nostro territorio. La cucina siciliana è vastissima e variegata, con gusti contrapposti, l’agrodolce ad esempio che è figlia di più culture. Poi è stata creata una sintesi che hanno fatto sì che oggi riusciamo ad avere una tradizione culinaria tra le più importanti al mondo”.

Evento legato, come detto, anche alla letteratura grazie alla presenza di Fenisia Mirabella, presidente della Festa del libro e della lettura, tanto più che in occasione della degustazione letteraria si è parlato anche di “Ogni piatto ha una storia: Degustiamo e raccontiamo”.

“Siamo grati a Fenisia – ha poi detto Taglialavore – per la sua presenza, perché questo evento è legato ad un momento importante come il Festival della lettura. Ogni piatto racconta una storia ed è bello vivere questo “viaggio” con tutti gli accademici, perché la cucina locale viene arricchita da altre contaminazioni e quello che traspare è la convivenza pacifica tra popoli, per quella che rappresenta la capacità umana di adattamento che deve essere poi un filo conduttore di tutta la nostra vita”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA