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Staffetta 4 per 100 d’oro a Tokyo: dietro al “miracolo” di questo straordinario quartetto c’è il catanese Di Mulo
Il tecnico etneo è il responsabile della velocità azzurra che ai Giochi ha vinto due ori e stabilito quattro nuovi record italiani. <Abbiamo vinto la gara più difficile delle Olimpiadi
Il lavoro paga sempre e dietro ai trionfi della velocità azzurra che a Tokyo ha incantato il mondo intero con l’oro sui 100 di Marcell Jacobs, l’oro della 4 per 100 maschile e un bilancio di quattro record italiani su cinque quartetti presenti in Giappone, c’è un tecnico che di questa filosofia ha fatto una ragione di vita. Il tecnico è Filippo Di Mulo, catanese, una vita per l’atletica, una disciplina che ha conosciuto da atleta e poi grazie al suo allenatore, il maestro Mario Lombardo, ha appreso i primi rudimenti della professione di allenatore e ha cominciato avendo come punto di riferimento il grande Carlo Vittori, il mentore di Pietro Mennea.
Ma dopo quello che è successo in questi giorni a Tokyo, possiamo adesso dire ad alta voce e senza tema di essere smentiti che l’allievo ha superato il maestro. Filippo Di Mulo da capo settore della velocità azzurra ha regalato all’Italia emozioni uniche e imprese che nessuno mai poteva pronosticare alla vigilia.
«Quello che è stato fatto a Tokyo dal mio settore – ci dice Filippo Di Mulo – ha qualcosa di incredibile. Dopo l’oro nella gara regina dei Giochi con il successo di Marcell Jacobs sui 100, abbiano vinto la staffetta 4 per 100 la gara più difficile e più prestigiosa del programma della velocità e lo abbiamo fatto lasciandoci dietro Nazioni come la Gran Bretagna, il Canada e la Giamaica, mentre altri quartetti come quelli degli Stati Uniti non sono neppure arrivati in finale».
«Se ci mettiamo a questo – è un fiume in piena il prof. Di Mulo – che abbiamo chiuso in 37”50 fallendo il record europeo dopo che in batteria per la prima volta eravamo scesi sotto i 38”, si capisce il valore di questo risultato. Un ennesimo record italiano che si aggiunge agli altri tre ottenuti con la 4 per 400 mista, la 4 per 100 donne e la 4 per 400 uomini che si è guadagnato un posto per la finale scendendo per la prima volta sotto i 3’ con un 2’58”92 che ha dell’incredibile».
Un gruppo che come ha tenuto a sottolineare Filippo Tortu, ultimo straordinario frazionista della 4 per 100 (in prima Lorenzo Patta, in seconda il campione olimpico Marcell Jacobs e in terza Fausto Desalu che negli ultimi due anni spesso si è allenato a Catania alla Cittadella del Cus Catania dove opera il prof. Di Mulo) è da elogiare in toto: «Difficile parlare della mia frazione e non di noi, la staffetta si corre in quattro e un grazie va così al prof. Filippo Di Mulo e a Giorgio Frinolli che ci hanno seguito in questi anni. A tutti i compagni, a Manenti, Polanco e Infantino (il velocista col papà agrigentino originario di Grotte) che sono qui, a Cattaneo e Rigali che sono a casa».
«La forza del gruppo – aggiunge il prof. Di Mulo – che ha lavorato tanto in questi anni e alla fine è stato raggiunto un traguardo straordinario. Oggi ho cambiato qualcosa nei cambi rispetto alla batteria e i ragazzi sono stati straordinari col testimone che non si è mai fermato ed è volato al traguardo per l’oro che premia un intero settore. Pensavo alla vigilia al podio, ma onestamente non all'oro, ma la scelta di azzardare qualcosa nei cambi è risultata vincente e adesso dopo questa impresa ho la presunzione di affermare che la scuola italiana dei cambi non è seconda a nessuna al mondo».
«Devo ringraziare – continua Di Mulo – i miei collaboratori, da Giorgio Frinolli per la 4 per 100 a Riccardo Pisani per la 4 per 400, abbiamo lavorato sempre in sintonia e il gruppo di sprinter ha dato sempre il massimo impegno. Sono andato avanti con le mie scelte senza ascoltare nessuno, ma proseguendo nel mio lavoro e ho vinto questa scommessa. In tutti questi anni il settore ha dato grandi segnali e a Tokyo è arrivata la definitiva consacrazione. Siamo al momento alla pari con grandi nazioni dalla straordinaria tradizione nella velocità e questi risultati sono il frutto di tanti sacrifici con i segnali che erano già arrivati nelle ultime due edizioni dei Mondiali di staffette dove abbiamo tenuto testa a tutti i più forti».
«Adesso – conclude il prof. Di Mulo – serve continuare su questa strada perchè abbiamo ancora margini di miglioramento e soprattutto tanti giovani sprinter pronti a dare il loro contributo alla squadra azzurra. Intanto mi godo questo momento e dico grazie a questi straordinari ragazzi e straordinarie ragazze».
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