Catania
Mamme “bambine”, Lisa e Luca genitori per scelta a 15 e 20 anni
A Catania si registra il maggior numero di madri minorenni. La storia di due giovani di Librino che sognano un futuro con il loro bimbo
Le guanciotte sono color pesca. E il musetto è sporco ancora di un rigurgito. Un piccolo angelo si gode il calore delle braccia della mamma. La neo mamma non ha ancora compiuto sedici anni e già è alle prese con pappe e pannolini. «Lui è la mia gioia», ripete più volte durante un incontro a Librino, quartiere periferico della zona sud di Catania.
A Catania record di gravidanze precoci
La città siciliana che secondo i dati Istat nel 2021 ha registrato il numero più alto di gravidanze precoci. Cioè da minorenni: 262 in tutta la Sicilia, numeri da record. Il neo papà, ventenne, a un certo punto prende il figlio e se lo mette sulle gambe per dondolarlo e farlo stare buono. Gli occhi di Luca e Lisa, nomi di fantasia, si illuminano mentre osservano il neonato. «Mio figlio mi ha salvato», dice il padre. «Anzi ci ha salvato», precisa guardando quella che definisce «sua moglie». I due genitori hanno deciso di raccontare la loro storia, che definiscono «d’amore» ma anche «di speranza e riscatto».
Le vite difficili dei neo genitori
I due ragazzi hanno alle spalle vite non facili. Lisa non ricorda nemmeno il volto di suo padre. Aveva pochi anni quando il papà è finito in carcere. «Mia madre mi fatto da mamma e da padre. Poi ha trovato un altro compagno e ha ricominciato». La neo nonna ha appena superato la soglia dei 30 anni. E il suo quarto bambino, diventato zio, ha un anno. Luca invece ha rischiato molte volte di «prendere la strada sbagliata». «Facevo danno e fumavo. Mi hanno cercato per fare altre “cose”, ma in quello fortunatamente non ci sono mai cascato. Anche perché sapevo che se l’avesse saputo la mia famiglia avrei passato i guai». Farsi trasportare dalle cattive compagnie «è davvero un attimo in questo quartiere». Luca è stato forte da un lato. Ma debole da un altro. Ad un certo punto la cannabis lo porta “fuori controllo”. «Ed era in quei momenti che facevo danno», dice in “slang” catanese. Non ha nemmeno finito gli studi. Ha concluso solo il terzo anno di istituto tecnico. Eppure se gli chiedi la capitale dell’Angola in Africa ti risponde in un secondo. «Luanda. La geografia è stata sempre la mia materia preferita». «Ad un certo punto ho avuto attacchi di panico, mi sono sentito male e ho smesso di fumare». Oggi ha seguito il mestiere del padre. Un lavoro manuale ma che gli ha permesso di allontanarsi dalle tentazioni che arrivano appena scendi dal palazzo. «La mia famiglia mi ha sempre controllato a vista. Mia sorella si sta laureando e nello stesso tempo lavora. Gli altri miei fratelli studiano. Io sono un po’ la pecora nera», ammette. Ma «ora che sono padre tutto è cambiato. Lo ripeto mio figlio mi ha salvato».
La scelta
Lisa e Luca hanno scelto. Hanno deciso. Hanno programmato di diventare genitori. «Lo abbiamo voluto», dicono. «Stavamo già insieme da un anno e ne parlavamo da tempo», racconta Lisa. «Io le spiegavo che era una grossa responsabilità. Ma lei era convinta. E così abbiamo deciso di creare la nostra famiglia», spiega Luca. Un racconto che nelle loro voci suona nella normalità. Ma diventa “stonato” all’orecchio di chi ascolta. Il figlio è diventata la porta per uscire di casa e cominciare a sentirsi un’identità. Per “scappare”. Per Lisa forse è stato un modo per lasciarsi alle spalle un mondo dove non aveva una figura maschile che l’amasse e la proteggesse. Nemmeno suo fratello maggiore è mai riuscito a farla sentire così. In Luca, invece, ha trovato quello che le è sempre stato negato. Perché hai scelto di diventare mamma così presto? «Perché amo Luca e volevo avere un figlio da lui», risponde mentre con mani esperte prende il thermos con l’acqua calda e prepara il biberon.
Il test di gravidanza e la “fuitina”
La scoperta è arrivata l’anno scorso. «Ho avuto un ritardo e abbiamo comprato immediatamente il test di gravidanza. Quando ho visto che era positivo sono saltata dalla felicità», spiega la baby mamma. E così c’è stata la più classica delle “fuitine”. Non è stato facile dirlo alle famiglie. «All’inizio non l’hanno presa bene – racconta Luca – mi hanno fatto capire che quanto stava accadendo avrebbe cambiato totalmente le nostre vite. Perché diventare genitori significa avere responsabilità e fare sacrifici, ma io ho spiegato che sono pronto. Anzi che siamo pronti. Alla fine fortunatamente ci sono stati vicino». Per Lisa è stato un po’ più complicato. Ma «quando il piccolo è nato mamma è stata felice. Suo nipote è diventato il centro del suo mondo. È mi sta molto vicina».
Lisa non ha mai avuto paura. «Forse un po’ durante la gravidanza», ammette. La sua giornata è ritmata dalle esigenze del neonato. Pappa ogni tre ore. Pisolini. Un po’ di musica mentre lo culla. «Poi quando Luca rientra da lavoro lo tiene lui», dice. «Devo dirle che mi è venuto abbastanza facile perché già mi occupavo di mio fratello piccolo, quindi già ero abituata a preparare biberon, fare bagnetti e cambiare pannolini». E la scuola? «Aspetto che mi richiamano. Prima della gravidanza frequentavo un istituto professionale, ma voglio riprendere», dice. «Deve riprendere – le fa eco Luca – e io appena possibile voglio ottenere il diploma. A questo bambino non deve mancare nulla».
La casa
Lisa e Luca hanno affittato già una casa. «Abbiamo preso un appartamento in un civico diverso da quello in cui abitiamo ora. Un’altra situazione completamente. Ora devo fare dei piccoli restauri, comprare i mobili e finalmente potremo andare a starci», racconta il neo papà. Il piccolo intanto si è addormentato avvolto dall’abbraccio di Lisa. «Saremo dei genitori severi. Librino è bello, ma purtroppo, come le dicevo, ci sono dei problemi e un bambino deve essere seguito. Mio figlio farà grandi cose e saremo orgogliosi di lui. Ma per fare questo dovremo dargli le giuste indicazioni». Nei sogni di Luca c’è un matrimonio appena Lisa «diventerà maggiorenne». «Anche se per me è come se già fossimo sposati». Nelle loro parole c’è il romanticismo “del per sempre”. «Mio figlio non vivrà quello che ho vissuto io. Avrà una mamma e un papà sempre uniti», dice la neo mamma nell’innocenza della giovinezza ancora non inquinata dal cinismo della realtà. Ma chi siamo noi per rompere la convinzione della favola?COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA