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Gas, i tagli faranno lievitare bollette in autunno: dalla Sicilia un aiuto possibile

Nell’Isola sono attivi, secondo il “Pitesai” del ministero della Transizione ecologica, 44 pozzi con una produzione residua di 136 milioni di Smetri cubi. La burocrazia però blocca o rallenta tutto

Di Michele Guccione |

Eni ieri ha fatto sapere che il sistema distributivo italiano di gas non è andato in sofferenza dopo il taglio del 50% della fornitura di Gazprom: i riscaldamenti sono spenti, a consumare sono soprattutto le imprese. Gli esperti osservano, però, che il taglio incide non solo sul prezzo che pagheremo quest’inverno mettendo a rischio le imprese e i bilanci delle famiglie, ma anche sul riempimento in corso degli stoccaggi. Il che non esclude che il prossimo inverno potremmo andare incontro a razionamenti. È evidente, però, quanto siamo vulnerabili al ricatto sul gas russo. Ogni anno importiamo da Mosca 29 miliardi di Smetri cubi di gas, che vanno sostituiti in tutto, oppure parte da altre fonti e parte riducendo i consumi interni. Ebbene, finora il piano d’emergenza del governo per l’indipendenza da Mosca, che si prevede di raggiungere entro i prossimi tre inverni, finora per quest’anno ha “racimolato” circa 16-20 miliardi di Smetri cubi. 

In questa corsa la Sicilia è fondamentale, ma è ostacolata dalla burocrazia che blocca o rallenta le autorizzazioni di nuovi giacimenti o del maggiore sfruttamento delle riserve esistenti. Nell’Isola sono attivi, secondo il “Pitesai” del ministero della Transizione ecologica, 44 pozzi con una produzione residua di 136 milioni di Smetri cubi. Quantità che si è andata esaurendo di anno in anno, non essendo stati autorizzati manutenzioni e ampliamenti. L’unica novità riguarda i nuovi giacimenti Eni offshore “Argo” e “Cassiopea” al largo fra Gela e Licata, che darebbero una produzione di un miliardo di Smetri cubi l’anno: in questi giorni la Regione ha dato l’ok all’assenso del Mite all’impianto di trattamento del gas, ma in ogni caso la produzione non potrà essere avviata prima dell’estate del 2024. Ma è certo che il sottosuolo dell’Isola potrebbe contribuire all’emergenza per almeno due miliardi di Smetri cubi l’anno. Poi dall’Isola transitano i due principali gasdotti del sistema nazionale: il Trans Med via Mazzara del Vallo che porta dall’Algeria 22,6 miliardi di Smetri cubi l’anno, e il Green Stream via Gela che ne trasporta 8 miliardi. Grazie all’accordo firmato dal governo con l’algerina Sonatrach, dall’Algeria riceveremo 9 miliardi di Smetri cubi in più. Altra capacità aggiuntiva potrebbe arrivare dalla Libia, ma questo non è stato ancora definito. In Algeria e in Libia Eni potrà poi svolgere operazioni tecniche in grado di aumentare la produzione da progetti già avviati. Il mix Algeria-Libia potrà arrivare progressivamente fino a 11 miliardi di Smetri cubi in più. 

Gli altri apporti arriveranno dal gas naturale liquefatto. Egitto e Qatar contribuiranno per circa 3 miliardi di metri cubi quest’anno (dall’Egitto sono stati annunciati 3 miliardi nel 2022 per Italia ed Europa) e 5 miliardi nel 2023. Inoltre, per il 2023-2024 ci sarà Gnl addizionale dal progetto Eni in Congo per 4,5 miliardi di metri cubi all’anno. Poi Eni potrà ricevere altri volumi da Angola e Mozambico. Infine, si sta cercando di aumentare la produzione nazionale di metano di circa 2 miliardi di Smetri cubi all’anno.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA