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Midiri “L’Universitá di Palermo diventerá un ateneo cosmopolita”
PALERMO (ITALPRESS) – Fare dell’ateneo di Palermo il perno di un “ecosistema” della cultura in relazione con le altre istituzioni della cittá. Questa una delle missioni che il rettore dell’Universitá del capoluogo siciliano, Massimo Midiri, a Palazzo Steri dal primo novembre, vuole portare a compimento per il suo incarico. Una istituzione al centro di tante relazioni: “Le interconnessioni devono creare l’ecosistema della cultura che si raccorda con l’Ateneo ma anche con tutte le altre istituzioni, prima di tutte il Comune”, ha spiegato Midiri in un’intervista all’Agenzia Italpress. Palermo é al centro del Mediterraneo, peró ancora non riesce ad attrarre studenti che dal Nord Africa sono pronti a studiare in Europa e in Italia. “Le Universitá vengono scelte non solo per la qualitá degli insegnamenti – spiega – ma anche in base alla stabilitá degli alloggi. E quindi la prima cosa che tenteremo di fare in collaborazione con Ersu é aumentare gli alloggi. Dall’altro lato é fondamentale anche la doppia lingua, non solo inglese ma anche francese e non solo per gli insegnamenti ma anche per gli uffici amministrativi”. Inoltre é giá partito l’appuntamento con il Pnrr la cui spesa sará fondamentale. “Da dicembre fino a marzo 2022 inizieranno tutta una serie di misure che vedranno il Sud protagonista di interventi chiave di questo progetto – ha spiegato il rettore -. Sin da oggi stiamo creando dei partenariati, che si concretizzeranno nella prima parte dell’anno, che dovranno intercettare milioni di euro e che punteranno su due direttrici: il tema infrastrutture, ovvero risorse capaci di cambiare e rinnovare laboratori, aule ed edilizia universitaria; e risorse umane, ovvero una grande quantitá di ricercatori e quindi chance per i nostri ragazzi di potere realizzare una carriera universitaria a Palermo”. Midiri conferma come l’Ateneo di Palermo sia “una universitá in una buona condizione di salute”. “Ho ereditato un sistema con una ottima condizione dei bilanci – ha spiegato – ma non solo sono questi che dimostrano lo stato di salute. Dobbiamo lavorare per riorganizzare alcune funzioni specifiche dell’ateneo di Palermo puntando sulle tre missioni: offerta formativa, ricerca e terza missione”. Ma come immagina l’Ateneo fra sei anni, alla fine del suo mandato? “Spero in un grande ateneo della quinta cittá di Italia che abbia una fortissima connotazione internazionale. Mi auguro che alla fine dei sei anni del mio mandato possano esserci una serie di laboratori, aule e residenze che diano davvero quell’aspetto di realtá cosmopolita per la cittá e l’ateneo di Palermo”. (ITALPRESS). agd/fsc/red 30-Nov-21 16:01