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Mafia, vittime del “pizzo” si ribellano a Palermo: 20 arresti per estorsioni

Di Redazione |

Palermo – Sono 22 le estorsioni, aggravate dal metodo mafioso, ricostruite dagli investigatori nell’ambito dell’indagine della procura Distrettuale Antimafia di Palermo che stamattina ha portato all’arresto di 20 esponenti della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio. Le estorsioni, 6 consumate e 16 tentate, venivano perpetrate ai danni di commercianti e imprenditori operanti nel territorio di competenza della famiglia mafiosa, nonché 2 attività estorsive commesse attraverso il cosiddetto ‘cavallo di ritornò. Significativo il numero delle denunce spontanee da parte di imprenditori e commercianti: su un totale di 22 episodi, ben 13 sono i casi scoperti grazie alle denunce, mentre altri 5 episodi sono stati ricostruiti autonomamente grazie alle indagini ma poi confermati pienamente dalle vittime. La gestione del “settore” delle estorsioni era stata demandata dal reggente della famiglia mafiosa Angelo Monti e dal detentore della cassa mafiosa Giuseppe Gambino a Salvatore Guarino che, per avanzare le richieste estorsive e intimidire le vittime si avvaleva di Giovanni Zimmardi, Vincenzo Vullo e Filippo Leto.

E c’erano anche le tifoserie di calcio fra i settori di ingerenza della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio. Le indagini hanno delineato un significativo quadro di rapporti fra le tifoserie palermitane e Cosa Nostra in merito ai quali, sottolineano gli investigatori, “non è emerso alcun coinvolgimento della società che gestisce la squadra di calcio del Palermo”. Anche se dal punto di vista strettamente territoriale, lo stadio Barbera ricade nel territorio di confine fra i mandamenti mafiosi di Resuttana e San Lorenzo-Tommaso Natale, i vertici della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio hanno mostrato “un pressante interesse affinché i contrasti fra gruppi ultras organizzati del Palermo fossero regolati secondo le loro direttive, evitando spiacevoli scontri fra ultras all’interno della struttura sportiva, ritenuti da un lato dannosi per lo svolgimento delle competizioni e dall’altro fonte di possibili difficoltà per uno storico capo ultrà rosanero, elemento di contatto fra Cosa Nostra e il variegato mondo del tifo organizzato cittadino”.

I militari hanno scoperto che per la festa della patrona del Borgo Vecchio, Madre Sant’Anna, Cosa nostra aveva il monopolio dell’organizzazione delle serate musicali animate dalle esibizioni di alcuni cantanti neomelodici. Secondo le indagini, i mafiosi sceglievano e ingaggiavano i musicisti e, attraverso «riffe» settimanali, raccoglievano tra i commercianti le somme di denaro necessarie per lo spettacolo. Il denaro che restava finiva nella cassa della famiglia mafiosa ed era usato per il mantenimento in carcere dei mafiosi detenuti e per investimenti illegali. Oltre alla scelta dei cantanti e al loro ingaggio il clan curava le sponsorizzazioni dei commercianti e autorizzava gli ambulanti a vendere la merce durante la festa, regolandone anche la posizione nelle strade del rione. 

L’indagine ha svelato anche gli autori di un tentato omicidio. Sono Marcello D’India e Giovanni Bronzino che, il 12 dicembre del 2018, con un coltello, cercarono di uccidere Giovanni Zimmardi, anche lui incaricato dal clan Borgo Vecchio di riscuotere il pizzo. Dietro l’aggressione ci sarebbe stata l’ira dei due mafiosi verso Zimmardi che aveva pagato una cena in una trattoria del quartiere con soldi falsi. Dall’inchiesta emerge il capillare controllo del territorio da parte dell’organizzazione mafiosa che continua a rivendicare una sorta di funzione sociale attraverso l’imposizione delle proprie decisioni per la risoluzione delle controversie più disparate: dai litigi familiari per motivi sentimentali, alle occupazioni abusive di case popolari, agli sfratti per affitti non pagati. 

Ecco l’elenco dei fermati nel corso dell’operazione al Borgo Vecchio a Palermo: Angelo Monti, 54 anni, Jari Massimiliano Ingarao, 26 anni, Girolamo Monti, 45 anni, Giuseppe Gambino, 56 anni, Domenico Canfarotta, 42 anni, Pietro Cusimano, 58 anni, Danilo Ingarao, 25 anni, Gabriele Ingarao, 33 anni, Marcello D’India, 65 anni, Giovanni Zimmardi, 46 anni, Vincenzo Vullo, 46 anni, Alondi Paolo, 19 anni, Giacomo Marco Bologna, 29 anni, Antonino Fortunato, 20 anni, Filippo Leto, 48 anni, Matteo Lo Monaco, 30 anni, Giuseppe Lo Vetere, 21 anni, Ignazio Sirchia, 49 anni, Giovanni Bronzino, 66 anni, Salvatore Guarino 71 anni, nato a Forbach in Francia e residente a Palermo. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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