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Agricoltura, il dopo Sammartino alla Regione: i dossier a rischio frenata e i dirigenti “pontieri”

Tra le priorità la siccità, i Consorzi di bonifica e i forestali. Uila: «Niente alibi». Sos di Coldiretti a Schifani

Di Mario Barresi |

Non sarà un salto nel buio. Soprattutto perché, al di là della cura con cui Renato Schifani gestirà l’interim dell’Agricoltura, negli uffici di viale della Regione il senso di naturale smarrimento dovuto alle dimissioni forzate di Luca Sammartino, è tamponato dalla presenza di due veterani della burocrazia siciliana. Dario Cartabellotta, anima di un assessorato del quale ha pure avuto la guida politica, e Fulvio Bellomo sono una garanzia. Per Schifani tanto quanto per lo stesso Sammartino. Ai due dirigenti generali spetterà il ruolo di “pontieri” in una fase cruciale per l’agricoltura siciliana. Con un calo di tensione su alcuni dossier delicati si rischia di compromettere il lavoro di anni.

Il problema siccità

Sulla priorità numero uno, la sete nelle campagne, Schifani è favorito dalla gestione complessiva del tavolo sulla crisi idrica nell’Isola, per la quale ha chiesto (e attende a breve) la dichiarazione dello stato d’emergenza nazionale. Eppure ci sono alcuni aspetti specifici, oggetto di un confronto fra l’ormai ex assessore e il ministro Francesco Lollobrigida nei giorni del Vinitaly. Oltre alle misure immediate per la zootecnia (fondi per acqua e foraggi e per l’abbattimento dei capi) da inserire nel decreto del governo, atteso per la prossima settimana, c’è una serie di aiuti da concertare con il ministero in un successivo intervento ad hoc per l’intero comparto siciliano, a partire dalla cerealicoltura.

Il piano di Cartabellotta

Ed è stato proprio Cartabellotta a preparare un piano, con l’analisi sulle perdite nelle produzioni e sulle colture più danneggiate, già condiviso con i tecnici del ministero. Ma bisognerà continuare a spingere sugli aspetti più politici, sulla «solidarietà nazionale» invocata da Sammartino a Verona davanti ai altri colleghi assessori e allo stesso Lollobrigida: il contributo delle altre Regioni con una quota del loro Psr. E questo al netto degli impegni presi con il “popolo dei trattori”, le cui istanze – aiuti concreti in attesa di una riforma della Pac – s’incrociano con la crisi idrica. Non c’è tempo da perdere. Non a caso Coldiretti Sicilia chiede un incontro urgente a Schifani, parlando di «situazione drammatica». E incalza il governo regionale: «Dopo mesi di indicazioni su somme stanziate per gli agricoltori bisogna fare il punto della situazione che ogni giorno muta e si complica nonché definire i tempi e i modi in cui gli aiuti arriveranno».

Le altre due priorità

Le altre due priorità sono altrettante leggi in progress. Sulla prima, il riordino del settore forestale, proprio ieri si fa sentire la Uila. «L’interim nell’assessorato non sia un alibi per giustificare un’altra legislatura di inutili attese e occasioni perdute», tuona da Catania il segretario nazionale Gabriele De Gasperis. Con chiaro riferimento al ddl sui forestali: «Il governo regionale indichi, come abbiamo più volte sollecitato, date e scadenze per la trasmissione della riforma all’Ars». Nel testo, a cui Sammartino ha lavorato con il dirigente dello Sviluppo rurale Bellomo, ci sono quelli che il sindacato definisce «punti di forza»: più giornate lavorative (il passaggio per i forestali da 78 a 105, da 101 a 128, da 151 a 178 giornate di garanzia occupazionale) e a regime, dopo tre anni, «un corpo di professionisti della tutela ambientale». Ma il ddl deve ancora sbarcare all’Ars. Dove invece, in commissione Bilancio, c’è già la riforma dei Consorzi di bonifica: riduzione da 13 a 4 enti e revisione del sistema tariffario e di finanziamento. Per far sì, come sostiene Cartabellotta che ha lavorato all’istruttoria, di «uscire dalla spirale del cane che si morde la coda: servizi inefficienti, agricoltori che non pagano e Consorzi sul lastrico».

Il Piano vitivinicolo

Non finisce qui. Ci sono poi i bandi comunitari da portare avanti, il Piano vitivinicolo da “imbottigliare” dopo 30 anni d’attesa, la preparazione alla vetrina di “Sicilia capitale enogastronomica d’Europa 2025”. E tanto altro ancora. L’assessorato “orfano” di Sammartino non può permettersi di girare a vuoto nemmeno per un giorno. In attesa della nomina del successore, che potrebbe arrivare nel rimpasto della giunta dopo le Europee, con un nome che il governatore chiederà a Matteo Salvini. O magari di un colpo di scena: un ritorno in sella del big leghista, in caso di esito positivo dell’istanza al gip o del ricorso al Riesame per la revoca dell’interdizione. Scenari su cui né l’ex assessore né il suo avvocato, dopo l’interrogatorio di ieri, intendono entrare. Anche perché, al di là di scaramanzia e rispetto della magistratura, sarebbe comunque una scelta di Schifani.m.barresi@lasicilia.it

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