Bilancio all’Ars, il governo Crocetta
Bilancio all’Ars, il governo Crocetta battuto tre volte dai franchi tiratori
I soldi per l’autoparco dirottati alle borse di studio per l’antimafia
PALERMO – Tre volte è stato chiesto il voto segreto e per tre volte, all’Ars, i franchi tiratori hanno fatto festa, mandando ko la maggioranza – della quale fanno parte – che sostiene il governo presieduto da Rosario Crocetta. La prima volta, con un emendamento firmato da Greco e Di Mauro (Mpa-Pds), che ha azzerato i 400 mila euro destinati alla comunicazione istituzionale della presidenza della Regione. L’emendamento soppressivo ha ottenuto 27 voti favorevoli e 21 contrari. In Aula erano presenti 50 deputati su 90; la seconda, con il voto di un sub emendamento del M5S (35 sì, 29 no), che decurta di 214 mila euro lo stanziamento per l’autoparco, destinandoli al finanziamento di borse di studio per la lotta alla criminalità organizzata; la terza volta, il governo è andato sotto (33 sì, 29 no) su un emendamento (Mpa-Pds) che ha ridotto di 100 mila euro il fondo del presidente della Regione per esperti e consulenti. Un segnale al presidente Crocetta, la cui presenza è stata chiesta più volte in Aula dalle opposizioni; il quale, a sua volta, era impegnato in una seduta di Giunta che ha deliberato di aumentare di ulteriori 153 milioni il Patto di stabilità degli enti locali. Nonostante l’ostilità delle opposizioni (e dei franchi tiratori), il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha fatto in modo che venisse approvato l’articolato del Bilancio di previsione per il 2015. Il voto finale arriverà insieme con quello del disegno di legge di stabilità. I lavori sono stati rinviati alle ore 15 di oggi. Il presidente Ardizzone ha convocato una conferenza dei capigruppo per organizzare al meglio i lavori parlamenteri di oggi e domani, quando scadrà il termine per l’approvazione dei documenti finanziari. L’Aula, ieri, ha pure approvato il bilancio interno dell’Ars, che contiene un taglio alla spesa di 2,86 milioni di euro rispetto al 2014. La spesa complessiva ammonta a 158 milioni di euro. Intanto, oggi tutte le sigle sindacali dei dipendenti regionali hanno indetto uno sciopero generale che, a causa dell’interruzione sull’autostrada Palermo-Catania, si articolerà in due sedi: una nel capoluogo siciliano ed una a Catania. I sindacati contestano le misure di contenimento della spesa previste dal disegno di legge di stabilità, che prevede il prepensionamento di circa 2.500 dipendenti con i requisiti in vigore prima della riforma Fornero e, comunque, con una pensione non superiore al 90% delle retribuzioni degli ultimi cinque anni. Per rientrare in questa categoria, gli interessati dovranno presentare domanda entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge sulla Gurs. Per approvare il disegno di legge di stabilità ormai restano a disposizione poche ore. L’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, replicando durante la discussione generale, ha chiesto all’Aula di dare il via libera alla Finanziaria così come è stata approvata dalla commissione Bilancio, «perché è stato un miracolo mettere i conti in equilibrio, considerato che si partiva da un disavanzo di circa 3,5 miliardi». Ma per il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, «Baccei, nella stesura del bilancio, non ha compiuto alcun miracolo, bensì ha trovato qualche furbo escamotage contabile che apparentemente crea la tenuta dei conti, ma che il prossimo anno si tradurrà in aumento del disavanzo per un ulteriore miliardo. Possono ancora essere fatti altri risparmi, anche all’Ars, da destinare ai forestali». Secondo, Nello Musumeci (Lista Musumeci), «rischiano di essere persi i 10 milioni di euro che la Protezione civile aveva assegnato alla Sicilia per procedere a studi sulla prevenzione dai rischi sismici. Occorrevano solo due milioni di compartecipazione da parte della Regione siciliana, ma nessuna voce in tal senso è indicata nel bilancio di previsione». Il vice presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo, si è chiesto: «Non siamo ancora arrivati al fondo? A me sembra proprio che si stia scavando sul fondo. Dov’erano gli assessori oggi pomeriggio? Per assessorati, nelle beauty farm? ». Arrivato a Palazzo dei Normanni quando la seduta era già conclusa, Crocetta non si è mostrato affatto turbato dai franchi tiratori: «Messaggio di pezzi della maggioranza? Possono mandare i messaggi che vogliono, gli emendamenti approvati all’Ars riducono spese obbligatorie e non si poteva fare – ha rilevato – ci sono dei contratti da rispettare, comunque si troverà il modo di recuperare questi fondi. Il problema è che con me non c’è nulla da spartire, io non sono come chi in passato si sedeva a tavolino per distribuire soldi durante la Finanziaria».