Politica
Crisi di governo: Pd e M5s al lavoro su intesa, ma si aspetta la mossa a sorpresa di Salvini
ROMA – La soluzione della crisi è dietro l’angolo, ma ancora non si trova. L’abilità dialettica del segretario del Pd Nicola Zingaretti, una dialettica che si innesta nella tradizione politica berlingueriana, ha trasformato lo stallo di fatto sul nome del premier in una trattativa avvolgente perchè, ha fatto capire Zingaretti, tanto il Partito Democratico quanto i 5 Stelle sono più interessati a accordarsi che a contrapporsi. La trattativa dunque prosegue concretamente e il segretario dem l’ha incanalata sui contenuti di un accordo di maggioranza, non di un contratto che rappresentava la somma delle promesse elettorali della Lega e dei Grillini, ma di un patto di Governo che sintetizzerà scadenze e interventi del nuovo esecutivo.
Al momento l’unico ostacolo all’intesa giallorossa sembra essere solo il nome del presidente del Consiglio. Ma Luigi Di Maio non molla la presa sul Conte bis. Il vicepremier M5S punta a fare breccia nel muro alzato dai dem. Non a caso, al termine della telefonata di ieri con il segretario Pd Nicola Zingaretti, trapelava un certo ottimismo da parte del capo politico pentastellato.
La strategia di Luigi Di Maio per fa digerire al M5S e soprattutto alla sua base qualcosa di «quasi» indigeribile (l’accordo con il Pd) si basa su tre pilastri un governo «green», Giuseppe Conte premier, ministri Dem «puliti». In questo senso il nome del premier uscente per il capo politico M5S è cruciale: in ben pochi tra i militanti anche con un ipotetico voto su Rousseau, direbbero «no» a colui che, in questi giorni, è l’uomo più forte dell’universo pentastellato. Non solo. La scelta di trincerare qualsiasi svolta filo-Dem dietro il mantenimento di Conte, nella strategia di Di Maio, ha anche una sua coerenza: l’uomo simbolo della rottura con la Lega non è stato, infatti, il leader M5S ma proprio l’«avvocato del popolo».
La differenza di esperienza e contenuti politici dei dem rispetto alla Lega, stanno ponendo i grillini davanti ad una nuova situzione. Non si tratta più di inseguire gli alleati sul terreno mediatico e degli interventi populisti, immigrazione, europa, grandi opere, tasse, ma di realizzare una piattaforma comune in cui confluiscano le esigenze dei cittadini che votano 5 Stelle, in primis lavoro, efficienza, legalità, ambiente, rifiuti, e le tematiche che sono da sempre alla base delle lotte politiche del partito democratico. Tematiche che in gran parte coincidono nella sostanza e differiscono nei metodi.
Oggi Zingaretti, che ha parlato al Nazareno come ieri, non ha fatto cenne dele divergenze sul premier, ma ha paralto solo del possibile accordo per un governo giallo-rosso: «Non ci servono due programmi contrapposti, due programmi paralleli, quel modello di contratto che non era una visione comune per l’Italia. Ci vuole un programma condiviso e comune che dobbiamo costruire, perché programmi paralleli sono stati un errore che l’Italia ha pagato» ha detto il segretario Pd che si è mostrato molto ottimista. «Sono convinto che questo ci porterà a una soluzione», ha detto.
A meno di colpi di scena e di fibrillazioni in casa grillina, la trattativa per un governo di legislatura oggi appare quindi ben incardinata. Nel pomeriggio Zingaretti riunirà la cabina di regia del Pd, mentre a breve si terrà il vertice dello stato maggiore del Movimento 5 Stelle: con Di Maio ci saranno quasi tutti i «big» pentastellati, da Roberto Fico a Alessandro Di Battista, da Paola Taverna a Davide Casaleggio. Possibile, ma non confermata, la partecipazione di Beppe Grillo, al momento non ancora arrivato nella Capitale.
Tra l’altro i leader dei partiti dovrebbero comunicare le loro indicazioni al Quirinale entro le 19, in modo da permettere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di stilare il calendario del secondo giro di consultazioni che partirà domani.
Ma c’è ancora da capire cosa farà Matteo Salvini. C’è attesa sotto l’abitazione romana di Matteo Salvini. Il ministro dell’interno, che ha passato il fine settimana nella capitale, in compagnia della figlia, secondo rumors che si rincorrono, potrebbe tentare in giornata una estrema mediazione con Luigi Di Maio. «Mai col Pd» ha twittato oggi il ministro dell’Interno. E infatti pare che il leader leghista voglia riprovare a fare un governo con i 5stelle, magari con Di Maio premier. Un ipotesi che trapela dalle parole di Gianmarco Centinaio, ministro leghista delle Politiche agricole, che oggi si è mostrato ottimista su una possibile ricucitura tra Lega e pentastellati. «L’esperienza di governo con il M5S, nonostante l’ultimo periodo, ha portato risultati importanti – è il pensiero di Centinaio – . Per questo è impensabile immaginare un governo con l’onorevole Boldrini, il senatore Renzi, Boschi, Franceschini». Secondo il ministro leghista «molti cittadini continuano a credere che si possa tornare insieme con i 5 Stelle». «E lo credo anche io» sottolinea.
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