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Ponte sullo Stretto? No, anche Conte rilancia il tunnel subalveo

Di Redazione |

«Non posso dire che costruiremo il Ponte sullo Stretto di Messina perchè per ora non ci sono i presupposti: serve prima alta velocità di rete sino a Reggio Calabria e in tutta la Sicilia. Ma quando ci saranno i presupposti dovremmo pensare a un miracolo di ingegneria, dovrà essere una struttura ecosostenibile e leggera. Nel caso, anche sottomarina: tutte le ipotesi sono aperte, ma ne parleremo a tempo debito». Le parole pronunciate ieri sera dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a Ceglie Messapica, nel corso di un’intervista con il direttore di Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino, nell’ambito dell’evento “La Piazza” rilanciano i sostenitori dell’attraversamento stabile tra Sicilia e Calabria, che sia Ponte o tunnel subalveo.

Pochi giorni fa era stato il viceministro dei Trasporti Giancarlo Cancelleri a parlare di tunnel sottomarino. «Il collegamento stabile tra la Sicilia e il resto d’Italia – aveva detto – ha un senso solo con una rete ferroviaria ad alta velocità che vada oltre Salerno e arrivi fino a Palermo. Più che il Ponte sullo Stretto però, che ritengo ingegneristicamente irrealizzabile, si potrebbe costruire un tunnel subalveo sotto il mare». Si tratterebbe quindi di una galleria costruita al di sotto del fondale dello Stretto di Messina. 

Un progetto quest’ultimo sul quale sta lavorando un gruppo di esperti coordinato dall’ingegnere Giovanni Saccà, responsabile del Settore Studi Trasporti Ferroviari presso il Collegio Amministrativo Ferroviario Italiano e che il governo Conte ha deciso di presentare tra le proposte alle commissioni che si occupano della spesa dei fondi del Recovery Fund.

La porzione di Stretto di Messina dove per realizzare un tunnel flottante sottomarino è stata individuata leggermente più a sud di quella prevista dal progetto di costruzione del Ponte dalla società concessionaria, la Stretto di Messina Spa, e si trova in corrispondenza di una cresta sottomarina, costituita principalmente da strati di ghiaia, su un tratto di acqua largo circa 3.500 metri. 

Secondo il libro “The Messina Strait Bridge: A Challenge and a Dream”, «la profondità dell’acqua in tale zona è di 100-120 metri, e il fondale è formato principalmente da strati di ghiaia. Una macchina TBM (ovvero una “talpa” scavatrice, ndr) in tale contesto potrebbe operare a non meno 150-170 metri sotto il livello del mare in corrispondenza della Sella dello Stretto».

Qui andrebbero costruiti i tunnel sottomarini, diversificati per le auto e per i treni. E secondo l’ingegnere Saccà – come riportato da un articolo di Teknoring.com – «sarebbe opportuno che il MIT verificasse se realizzando separatamente, con opere distinte, l’attraversamento stradale e ferroviario si potesse giungere più rapidamente all’avvio dei lavori e al compimento di un complesso di infrastrutture sostenibili, affidabili, sicure e fruibili giorno per giorno».  Il progetto tra l’altro avrebbe  dei costi sostanzialmente analoghi a quelli preventivati per la costruzione del ponte a campata unica ma con il non trascurabile vantaggio di avere una infrastruttura con molti meno problemi sia dal punto di vista ingegneristico e sia dal punto di vista delle criticità relative alla sicurezza e alla gestione delle emergenze. 

Di strutture di questo tipo infatti ne sono già state costruite diverse, dal famoso tunnel sulla Manica tra Francia e Gran Bretagna fino ollegamento fisso attraverso lo stretto di Eiksund sulla strada Rv 653 comprendente il tunnel stradale più profondo al mondo e due tunnel sulla terra ferma che ha sostituito, proprio come dovrebbe avvenire in Sicilia, il servizio traghetto sulla costa occidentale della Norvegia: strutture progettate anche per resistere a terremoti di forte intensità.

Eppure, mentre il governo dice di avere al vaglio alcuni studi di fattibilità, l’ipotesi del tunnel subalveo viene vista con scetticismo. «Da quarant’anni dopo risultanze tecnico scientifiche si è arrivati alla progettazione e quasi esecuzione del Ponte sullo Stretto e quindi si può dedurre che era la migliore scelta, questa idea del tunnel da parte del premier Conte mi sembra un’ennesima sciocchezza» ha detto questa mattina  il sindaco di Messina Cateno De Luca riferendosi alle dichiarazioni del presidente del Consiglio. «Non c’è da scegliere cosa è meglio o peggio, – ha aggiunto De Luca – secondo le valutazioni tecniche comunque quella del ponte era un’idea fattibile». 

Boccia la proposta anche la deputata siciliana di Forza Italia Stefania Prestigiacomo: «L’idea del tunnel sottomarino per unire la Calabria e la Sicilia non è nuova – ha spiegato –  è un ritorno al passato di almeno vent’anni, peraltro già ampiamente scartata dalle valutazioni tecniche di organismi internazionali quali Steinmann per la parte tecnica e Pricewaterhouse per la parte economica, poi approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Al Premier Conte o ai suoi collaboratori sarebbe bastato consultare gli archivi dei ministeri, allora Lavori Pubblici e Trasporti, per non commettere quella che può definirsi, nella migliore delle ipotesi, una boutade agostana». 

«Bastava che Conte o Cancelleri o tutti coloro che hanno parlato di un sistema sottomarino avessero avuto l’umiltà di verificare quello che è stato fatto nel tempo per decidere il ponte o le alternative. E avrebbero scoperto che le varie proposte», compresa quella di un tunnel sottomarino, furono già oggetto di «grandi approfondimenti” negli anni 1998-2000. L’ingegner Ercole Incalza, ex dirigente del Ministero delle infrastrutture e trasporti, commenta così  l’idea di un tunnel sottomarino per lo Stretto di Messina, ricordando che l’idea del tunnel interrato o del ponte di Archimede (tunnel a mezz’acqua) sono state entrambe già archiviate da tempo. «Il progetto definitivo del ponte c’è, è pronto e può partire entro sei mesi. Perché non farlo? Eviterei di trovare scuse per non farlo», conclude Incalza.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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