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La società bianconera

Terremoto Juve, parla John Elkann: «Ora guardiamo avanti». Ma sul futuro si addensano nuove nubi

Di Amalia Angotti  |

«La nostra storia parla di vittorie e ci dà la forza che serve proprio in questi momenti. Con il sostegno e l’affetto dei nostri tifosi, abbiamo l’occasione di costruire un futuro straordinario». Per la prima volta dopo il terremoto in casa Juve, parla John Elkann, il presidente di Exor, la holding della famiglia Agnelli, principale azionista della squadra bianconera. Manda un messaggio di fiducia in un momento delicato. Ringrazia con grande calore il cugino Andrea a cui riconosce il merito delle tante vittorie di questi dodici anni e con le sue parole cancella ogni dubbio sulla solidità dei rapporti familiari. Spiega subito dopo che Massimiliano Allegri «rimane il punto di riferimento dell’area sportiva della Juventus. Contiamo di lui e su tutta la squadra per continuare a vincere». 

L’allenatore bianconero è soddisfatto: «È sempre molto positivo sentire la vicinanza degli azionisti e quindi ringrazio John Elkann per queste parole. In questi anni di lavoro, passione e vittorie, ho sempre potuto contare sul sostegno di Andrea Agnelli, al quale – sottolinea Allegri – mi lega un rapporto di amicizia, che non si interromperà con la fine della sua presidenza. Andrea e John sono figure di riferimento per il mondo bianconero». 

La società bianconera ha già il nuovo presidente. Exor ha scelto Gianluca Ferrero, commercialista, revisore, sindaco e amministratore di varie società. Un uomo con le competenze tecniche giuste per affrontare i temi legali e societari nei vari procedimenti aperti, mentre al nuovo direttore generale Maurizio Scanavino, che è anche amministratore delegato del gruppo Gedi, saranno demandate le scelte operative e gestionali. Exor comunicherà la lista completa dei nuovi consiglieri, come prevede la legge, 25 giorni prima dell’assemblea del 18 gennaio. A Piazza Affari è una giornata difficile: si chiude con una flessione dello 0,93% a 0,277 euro, ma in avvio di seduta il titolo era arrivato a perdere fino al 10,4%. 

Il fronte giudiziario resta caldo. L’inchiesta della Procura di Torino e la contestazione dei bilanci bianconeri da parte della Consob hanno spinto alle dimissioni il cda della Juventus, dopo una riunione in cui sono emersi differenti punti di vista sulle dimissioni, e il tema delle plusvalenze ritorna con la nuova indagine della Procura sportiva dopo quella chiusa a maggio. Il procedimento riguarda le scritture private tra la Juventus e i suoi calciatori, attraverso le quali, secondo l'ipotesi della Procura della Repubblica di Torino, si sarebbe ottenuto un taglio fittizio degli stipendi e una riduzione dei costi nei bilanci del 30 giugno 2020 e 30 giugno 2021 omettendo la posizione debitoria nei confronti dei tesserati.

C'è il rischio di pesanti sanzioni sportive, con uno spettro che va da un’ammenda alle penalizzazioni in classifica o addirittura alla retrocessione qualora la falsificazione dei documenti contabili avesse consentito di ottenere l’iscrizione al campionato. Interviene anche la Liga spagnola, associazione dei club del massimo campionato iberico, che chiede «l'immediata applicazione delle sanzioni sportive al club». 

Il terremoto societario torna a scatenare le fazioni opposte all’interno della tifoseria della Juventus. Sui social interviene Deniz Akalin, la compagna di Andrea Agnelli: «Dopo 12 anni di lavoro giorno e notte, oggi chiudi un capitolo della tua vita da Presidente della Juventus. Solo io e te sapremo tutti i sacrifici che hai fatto, tutti gli sforzi che ci hai messo» scrive in una sorta di lettera aperta.

«La Juventus e il Torino sono due realtà sportive essenziali nella nostra città» dice il sindaco Stefano Lo Russo, mentre Alessandro Del Piero, bandiera bianconera, manda un messaggio non troppo velato: «Non ho piani, nessuno mi ha chiamato, non so cosa succederà ma conosco molto bene la città, e ho ancora casa lì, l’ho mantenuta negli anni».

E comunque l’ex capitano cerca di rassicurare. «Non è come nel 2006 (Calciopoli, ndr), non riguarda il team ma la gente, perché è un’accusa sulle persone, sul presidente e sui componenti del cda». Per il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, «le dimissioni del cda sono un atto opportuno, anche a difesa del grande patrimonio rappresentato dal club. Sarà la magistratura che dovrà valutare. Questo è il momento della riflessione e dell’attesa». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA