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Lombardia: via libera Pirellone a legge per inclusione sociale persone con disabilità
Milano, 29 nov. “Una rivoluzione copernicana nell’ambito dell’assistenza alle persone con disabilità, che passa da una logica basata sull’offerta di servizi e prestazioni, a una logica che individua gli interventi per il miglioramento della qualità di vita partendo stavolta direttamente dai bisogni, dagli interessi, dalle richieste, dai desideri e dalle preferenze del singolo individuo. Questo l’orizzonte delineato dalla legge regionale che abbiamo approvato oggi all’unanimità in Consiglio regionale, il cui obiettivo è mettere a disposizione tutte le risorse del sistema di welfare per progetti che investono non solo l’ambito specifico della cura, ma anche tutti gli altri aspetti della vita quotidiana, dall’abitazione alla mobilità, al lavoro e all’inclusione scolastica e lavorativa. Una legge che finalmente mette davvero la persona con disabilità al centro delle politiche regionali”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Alessandro Fermi, commentando l’approvazione unanime della nuova legge regionale, di cui è primo firmatario, che promuove il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità.
Tre i principi cardini del provvedimento: la libertà di scelta del proprio luogo di residenza senza obbligo di vivere in una particolare sistemazione; l’accesso a una serie di servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenza personale necessaria, prevenendo il rischio di isolamento sociale; la messa a disposizione dei servizi e delle strutture sociali su base di uguaglianza con gli altri. La legge ha come destinatari tutte le persone con una età maggiore di 14 anni, in possesso di una certificazione di invalidità non inferiore al 46%.
“La legge approvata oggi -spiega il relatore del provvedimento e presidente della commissione Sanità, Emanuele Monti (Lega)- non si limita a prevedere forme di assistenza e cura dei disabili. Regione Lombardia vuole andare oltre, mettendo al centro del sistema la persona e offrendole gli strumenti adeguati per partecipare attivamente alla vita sociale della propria comunità. Una nuova legge che definisce quindi un modello pensato e scritto non per la persona con disabilità, ma ‘da e con’ la persona con disabilità”.
“Oggi approviamo un provvedimento molto importante e fortemente voluto da tutto l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale -ha sottolineato la vice presidente Francesca Brianza-. L’obiettivo è quello di andare a migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità, mettendo al centro la persona con particolare attenzione nei confronti delle figure più fragili e più bisognose di assistenza. Un grazie va sicuramente a Ledha che ha ispirato questo provvedimento, arricchito dai preziosissimi spunti e suggerimenti forniti dal mondo dell’associazionismo e della società civile”.
“La legge che approviamo oggi è il risultato di un lungo percorso e lavoro di confronto con le associazioni del settore -hanno evidenziato il vice presidente del Consiglio Carlo Borghetti e il consigliere segretario Dario Violi- e ci auguriamo che alle prime risorse messe a disposizione se ne aggiungano presto altre così da dare concretezza ai principi e agli intendimenti contenuti nel provvedimento. Fondamentale sarà poi la partnership e la sinergia tra gli attori istituzionali chiamati in causa, dalla Regione agli enti territoriali, che dovranno collaborare insieme nel miglior modo possibile perché l’attuazione degli obiettivi della legge sia non solo tempestiva ma anche efficace”.
Infine per il consigliere segretario Giovanni Malanchini “con l’approvazione di questa legge la Lombardia ha dimostrato ancora una volta di avere una visione della società inclusiva e attenta ai bisogni di tutti”.
Pietra angolare del processo di riforma è il ‘progetto di vita’ individuale, personalizzato e partecipato. Tre aggettivi che vogliono sottolineare la volontà di fare emergere e dare centralità e valore ai desideri e alle preferenze della persona con disabilità definendo, anche in base alle sue esigenze e alle caratteristiche del suo contesto di vita, quello che viene spesso chiamato il ‘progetto di vita’. Un progetto dinamico, che deve articolarsi lungo tutto l’arco della vita della persona e riguardare gli ambiti fondamentali dell’esistenza: dall’abitare, all’occupazione e al diritto di partecipare alla vita sociale.
A tale scopo, il documento regola di volta in volta le misure e gli interventi del sistema di welfare sociale, individuando le risorse e le competenze necessarie a sostenere e orientare il percorso di vita della persona con disabilità. Un ruolo fondamentale in tal senso viene svolto dall’assistente personale, soggetto che svolge attività di assistenza personalizzata alla persona con disabilità. Spetterà al Comune di residenza predisporre tale progetto, in collaborazione con le realtà e le istituzioni interessate. Alla base della redazione del progetto individuale si trova la valutazione multidimensionale, intesa come primo e fondamentale momento di coprogettazione che vede coinvolta, come protagonista, la persona con disabilità con il supporto delle competenze presenti nel sistema sociale (Comuni) e sociosanitario (Asst) e di tutte le persone e realtà che possano essere utilmente coinvolte.
Frutto di questa analisi multisettoriale è il budget di progetto che rappresenta la fotografia dei bisogni e dei desideri della persona, in una logica di integrazione delle risorse. Significativo, in questa direzione, il passaggio in cui si specifica che le risorse già impegnate da Regione e Comuni per il pagamento dei servizi residenziali siano rese disponibili alla persona con disabilità per realizzare il proprio progetto di vita individuale, anche in caso di percorsi al di fuori di centri istituzionali, comprese le tariffe delle unità di offerta residenziale sociosanitarie o socio-assistenziali.
Altra grande novità promossa con la nuova legge è l’attivazione dei centri per la vita indipendente: strutture sociali e professionali di supporto ai percorsi di progettazione personale e alla loro implementazione. La responsabilità e la titolarità dei centri per la vita indipendente è attribuita funzionalmente ai Comuni, in linea di massima nella forma associata dei piani di zona.
Infine, entro un anno dall’entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, in collaborazione con gli enti locali, con le associazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità e con gli enti gestori, avvia il processo di revisione del funzionamento e finanziamento a partire dalle unità d’offerta sociosanitarie e socio-assistenziali. La legge prevede un finanziamento iniziale di un milione di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024.
L’Assemblea ha infine approvato alcuni ordini del giorno a firma di Francesca Brianza, vice presidente del Consiglio regionale, in cui si invita la Giunta a valutare l’introduzione di misure di sostegno per l’addestramento e la formazione dei cani d’assistenza, del vice presidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti (incremento delle risorse annuali), del consigliere pentastellato Ferdinando Alberti (invito alla Giunta ad assumere iniziative sul governo per incrementare il fondo nazionale per le non autosufficienze) e di Luigi Piccirillo (Gruppo Misto) su autonomia abitativa e lavorativa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA