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Pediatri, ‘carenza medici mette a rischio cure fino all’adolescenza’

Simpe, 'dal ricorso a professionisti 'esterni' un aiuto per l’infanzia e il Ssn'

Di Redazione |

Roma, 17 mar. (Adnkronos Salute) – “Il Servizio sanitario nazionale deve prendersi cura del percorso di crescita del bambino, dalla nascita fino all’adolescenza”. E’ l’appello lanciato dalla Società italiana medici pediatri (Simpe), in occasione del convegno “Il Pnrr e il governo della sanità: legislazioni e professioni sanitarie”, questa mattina a Roma nell’Aula Zuccari del Senato. Gli specialisti della Simpe chiedono innanzitutto di estendere la ‘Golden hour’ anche al momento del parto e della nascita. Il concetto, applicato ad esempio alla cura dell’infarto e dell’ictus cerebrale, consiste nell’intervenire nei primi 60 minuti (ora d’oro) dall’evento traumatico per avere più possibilità di successo nelle cure. “‘Golden hour’ significa la necessità di un intervento tempestivo che assicuri un pronto trattamento medico, per evitare complicazioni – spiega Fabrizio Comaita, presidente Simpe Piemonte nonché direttore sanitario Pediacoop, cooperativa con sede a Domodossola composta da una rete di oltre 600 medici impegnati come professionisti esterni negli ospedali di quasi tutta Italia – Per il momento del parto e della nascita si tratta addirittura di un ‘Golden minute’, che consente di assicurare tutti quei processi fisiologici fondamentali per il passaggio dalla vita fetale a quella postnatale, assicurando il miglior futuro possibile”. “È necessario che al momento del parto – rimarca il pediatra – la donna raggiunga il più velocemente possibile un punto nascita, a tutela della sua salute e di quella del nascituro. È prioritario conservare integra la rete di assistenza neonatale diffusa su tutto il territorio nazionale con particolare attenzione alle aree disagiate del nostro paese”. La carenza di personale medico specializzato nei punti nascita rischia di compromettere la sicurezza e la qualità del servizio di assistenza neonatale, rileva la Simpe, invitando il Governo ad “aumentare gli accessi alla formazione di specialisti pediatri per rispondere al bisogno crescente della pediatria territoriale e ospedaliera”. Secondo la Simpe, per raggiungere i necessari standard di cure e sicurezza il ricorso a professionisti esterni può essere cruciale: “In tal senso – afferma Roberto Sassi, segretario generale Simpe – è fondamentale il percorso di formazione continua che Pediacoop Accademy garantisce ai propri iscritti, organizzando corsi di formazione in collaborazione con università e società scientifiche”. “Senza l’esternalizzazione dei servizi di pediatria e di assistenza nei punti nascita alcune pediatrie in Italia potrebbero essere chiuse. Non sono i professionisti esterni che bussano alla porta del Ssn, siamo noi che li cerchiamo per scongiurare l’interruzione di pubblico servizio”, commenta Simone Rugolotto, consigliere nazionale della Sip e segretario organizzativo del Coordinamento dei primari italiani. “La collaborazione tra soggetti pubblici e soggetti privati è fondamentale, sempre ed in particolare nei momenti di crisi o nelle aree disagiate. E’ evidente e storicamente acclarato che le strutture pubbliche del Ssn, da sole, non possano pienamente svolgere la funzione di erogazione dei servizi rispetto al fabbisogno, soprattutto ove vi siano condizioni che implicano complessità e criticità che impongono di cercare soluzioni innovative e fuori dagli standard organizzativi ordinari”, commenta Chiara Serpieri, direttore generale della Asl Vco (Piemonte). “Il costo dei professionisti esterni è inferiore a quello dei medici strutturati”, evidenzia Andrea Pessina, commercialista esperto in politiche fiscali e sanitarie. “Nello specifico, il professionista esterno – spiega – ha a proprio carico oneri (previdenziali, assicurativi, formativi e amministrativi) che il medico dipendente non sostiene o sostiene in misura sensibilmente inferiore, perché vi provvede il datore di lavoro. In aggiunta alla retribuzione connessa all’attività prestata, il medico dipendente viene retribuito anche attraverso la maturazione di ferie, ex festività, permessi formativi e non, varie tipologie di congedi, laddove usufruiti (quali maternità, malattia, eccetera) e trattamento di fine rapporto o di fine servizio (oltre a godere di specifiche indennità qualora presti la sua attività in esclusiva con una azienda sanitaria)”. “E’ quindi acclarato che questi professionisti esterni non rappresentano una spesa gravosa, ma una risorsa preziosa che supplisce alle carenze del Ssn senza che questo comporti maggiori costi”, chiosa Giuseppe Mele, presidente nazionale Simpe. Per il pediatra, “molte delle riforme in programma si concentrano principalmente sulla gestione delle cronicità nel paziente anziano e molto poco, o quasi nulla, in quello pediatrico, nonostante il documentato aumento delle patologie croniche anche in età pediatrica. La Simpe ritiene perciò che il Pnrr debba maggiormente prendere in considerazione i bisogni dell’infanzia, dalla nascita fino all’adolescenza”. “La tutela dell’infanzia – conclude Comaita – rappresenta la tutela del futuro del Paese”.

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