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Ucraina, Zelensky: “Arriviamo in Crimea e Putin dovrà trattare”
“E’ chiaro, è un discorso logico: quando l’Ucraina raggiungerà il confine amministrativo con la penisola della Crimea temporaneamente occupata” dalla Russia, “è molto probabile che Putin sarà costretto a cercare il dialogo con il mondo civilizzato, al contrario di quanto è accaduto prima dell’invasione, perché sarà indebolito”. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky delinea lo scenario per l’avvio di reali negoziati con la Russia di Vladimir Putin: il quadro, dice in un’intervista alla Abc, cambierà con l’arrivo delle forze armate di Kiev ai confini della Crimea.
In generale, la controffensiva dell’Ucraina non sembra procedere con il ritmo e i risultati auspicati in primavera. “Oggi l’iniziativa è nelle nostre mani”, dice Zelensky. “Stiamo avanzando, non velocemente come vorremmo ma stiamo avanzando. La guerra finirà quando ci saranno giustizia e pace, quando riconquisteremo la nostra integrità territoriale. La fine della fase cruciale delle ostilità e il congelamento del conflitto non significherebbero la fine della guerra. L’Ucraina ha già il proprio posto nel mondo, è un dato di fatto. Siamo un paese che gode di rispetto, che sta combattendo per i valori, per i diritti, per la libertà e per la democrazia”, prosegue.
“E’ una questione interna, sta agli americani decidere e io non voglio interferire. Per noi è importante conservare un sostegno bipartisan per l’Ucraina. Capiamo che ci siano alcuni segnali pericolosi provenienti da alcuni politici negli Usa in relazione ad una riduzione dell’assistenza all’Ucraina. Il solo desiderio di porre fine alla guerra è splendido, ma questo desiderio dovrebbe avere una base reale. Donald Trump ha già avuto a disposizione queste 24 ore nella sua vita. Eravamo in guerra, non una guerra totale – dice riferendosi alla situazione in Donbass – ma lui ha avuto quel tempo a disposizione. Evidentemente aveva altre priorità”, dice Zelensky.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA