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Agrigento, non ottiene l’invalidità e massacra il dipendente dell’Asp

Di Antonino Ravanà |

AGRIGENTO – Quel mancato riconoscimento di alcuni di benefici assistenziali lo ha mandato su tutte le furie. E l’incontro per un chiarimento è degenerato, trasformandosi in un pomeriggio di autentica follia. Ha riconosciuto un membro della Commissione invalidi civili, e lo ha selvaggiamente pestato a pugni.

A farne le spese un cinquantenne di Raffadali, funzionario del servizio invalidi civili dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento. Per i gravi traumi riportati si trova ricoverato in ospedale, in prognosi riservata. Per fortuna non versa in pericolo di vita.

L’autore della feroce aggressione, capito di averla fatta grossa e con la polizia alle costole, un’ora dopo il fatto, si è costituito negli uffici del Commissariato “frontiera” di Porto Empedocle. Questo gli ha evitato le manette. Si tratta di un disoccupato empedoclino C.C.,trentatreenne, denunciato, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica, per lesioni personali aggravate, interruzione di pubblico servizio, violenza privata, minacce e violenza a Pubblico ufficiale.

A ricostruire ogni cosa sono stati gli agenti della sezione Volanti e del Commissariato empedoclino, diretti entrambi dal vice questore Cesare Castelli. Tutto quanto è accaduto, l’altro pomeriggio, in uno dei padiglioni, che ospita gli uffici dell’Asp, al viale della Vittoria. Lì si è presentato il 33enne, già abbastanza agitato, per chiedere spiegazioni in merito alla sua pratica di invalidità civile, che non sarebbe stata accolta.

Sin da subito alzando la voce ha iniziato a protestare e inveire contro tutti. Con difficoltà è stato allontanato dagli uffici. Ma in quegli attimi l’esagitato ha riconosciuto tra i presenti un membro della Commissione invalidi civili, e se l’è presa con lui. Altre persone hanno tentato di fermarlo senza successo. Oramai fuori di sé si è scagliato contro il funzionario, massacrandolo di botte. Ha impresso tanta violenza nel colpirlo al volto, e in altre parti del corpo, tant’è che il poveretto è stramazzato sul pavimento, stordito e quasi privo di sensi. Il responsabile a quel punto si è fermato, e da li a pochi minuti, ha lasciato gli uffici allontanandosi velocemente dalla zona. Nel frattempo qualcuno aveva avvisato il centralino del 113.

Il funzionario Asp è stato caricato su un’ambulanza, e trasferito al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio”. I sanitari in servizio gli hanno diagnosticato un trauma cranico, e ancora un altro trauma facciale – addominale. E’ ricoverato in prognosi riservata, e tenuto sotto costante osservazione. Mentre i poliziotti hanno avviato un’autentica “caccia” all’uomo per le vie di Agrigento, C.C., in auto ha raggiunto il Commissariato di Porto Empedocle, e lì si è costituto ai poliziotti. C’è rimasto poco, perché anche per lui è stato necessario il ricorso alle cure mediche, al nosocomio di contrada “Consolida”. Ha picchiato così forte tanto da procurarsi la frattura del polso, per una prognosi di trenta giorni . Antonino Ravanà

«Condanniamo con fermezza ogni modalità di violenza perpetrata sulle persone e ancor di più quelle ai danni di chi svolge la propria attività lavorativa in modo corretto e irreprensibile. Il clima pesante, creato in questi anni nei confronti dei dipendenti pubblici, influenza in modo ingiustificato il comportamento dei cittadini nei confronti di chi esercita un servizio pubblico», dice Floriana Russo Introito, segretaria della Cisl Fp di Agrigento.

«Riteniamo necessario e urgente – aggiunge – attivare un presidio di sicurezza presso tutti i i luoghi sensibili così come potrebbero essere alcuni reparti dove spesso l’utenza, credendo di poter essere irrispettosa dell’orario di accesso per le visite in ospedale, si indispettisce oltremodo, divenendo in alcuni casi anche violenta nei confronti del personale infermieristico». «Dopo avere fatto montare questo clima pretestuoso nei confronti dei dipendenti pubblici, la politica cerchi di ritornare sui propri passi, riconducendo ciascuno – conclude la sindacalista – alle proprie responsabilità, anziché addossare colpe su lavoratori riguardosi di norme e tempistiche che ciascuno utente, oltre il diritto di richiesta del servizio, ha il dovere di rispettare.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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