Notizie Locali


SEZIONI
Catania 16°

Caltanissetta

Caltanissetta, apre al pubblico per la prima volta la villetta della Prefettura

Di Walter Guttadauria |

CALTANISSETTA – Stamane il giardino-villetta della Prefettura si aprirà per la prima volta al pubblico nel contesto del cerimoniale per l’anniversario della Liberazione e in occasione della XIV Giornata Nazionale del Giardino UGAI 2017 che ha per tema “Paesaggio che unisce e racconta”. E’ l’iniziativa che vede collaborare la Prefettura e il Club Garden “La Ferula” di Caltanissetta presieduto da Gabriella Urso, che per l’occasione offrirà piante fiorite per l’abbellimento del giardino prefettizio.

Alle ore 10 è prevista la cerimonia al monumento dei Caduti, presenti le massime autorità civili, militari e religiose, l’Anpi, le Associazioni combattentistiche, il picchetto d’onore e con deposizione della corona d’alloro da parte del prefetto Cucinotta. Dopodiché il corteo si sposterà nella villetta della Prefettura, per l’occasione aperta ai visitatori.

Ogni anno l’UGAI (Unione Garden Club e Attività similari d’Italia) assegna un tema nazionale a tutti i Garden, che viene poi sviluppato a livello locale, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’ambiente, dei giardini e degli spazi verdi. Quest’anno per Caltanissetta s’è appunto scelto il giardino prefettizio, del quale ripercorriamo la storia.

Nel 1890, nell’ambito dei lavori di completamento del Palazzo provinciale di viale Margherita, si parla di creare un angolo di verde a suo ulteriore ornamento: viene così decisa la realizzazione di una villetta sul versante sud, vale a dire a ridosso dei locali della Prefettura, proprio di fronte l’ingresso della villa Amedeo. La Deputazione provinciale (l’Amministrazione) del tempo pensa invero di far sorgere due villette e in tal senso dà disposizioni al proprioUfficio tecnico. Poi, data l’effettiva disponibilità di spazio solo sul lato sud, si decide per l’unico giardinetto.

Venuto a conoscenza del progetto, Giuseppe Pollicino – fiorista di origini palermitane, stabilitosi a Caltanissetta dove lavora come giardiniere comunale – nell’aprile 1892 invia al prefetto Montemurici una lettera con cui si offre di realizzare l’impianto della villetta, e allega all’istanza due tipi modelli “sistema Inglese” per la scelta che se ne vorrebbe fare. La sua proposta è accettata dalla Deputazione provinciale, che l’incarica pertanto dei lavori.

Il Pollicino, coadiuvato dal giardiniere Giuseppe Gallina, si mette così all’opera ed ecco nascere a lato dell’edificio una gradevole cornice di fiori e piante ornamentali. Ad ulteriore decoro, nel giugno successivo arriva dalla fonderia Oretea di Palermo (con una spesa di 12,50 lire) la fontanella di ferro fuso da sistemare al centro. Ora che l’impianto generale è realizzato, si può affidare allo stesso Pollicino la manutenzione di quell’angolo di verde e in tal senso decide la Deputazione, che gli affida l’incarico “con l’annuo compenso di L. 180, dandogli obbligo di fornire il concime necessario”. L’anno appresso si completa il sistema di rifornimento idrico della villetta, che viene recintata con una cancellata di ferro.

Negli anni seguenti la sorveglianza del giardino è affidata al portinaio del palazzo provinciale, Salvatore Perricone. Ma lo stesso non si rivela affidabile, dato che lo si scopre a fare commercio dei fiori lì piantati: e così, dopo una diffida dell’ispettore di Pubblica sicurezza e un rimprovero del prefetto Angelo Cantone, viene sostituito con Alfonso Trobia, il custode dell’edificio.

In seguito al trasferimento del Pollicino, nel 1907 Filippo Alesso chiede di prenderne il posto nella cura del giardino, incarico che assolve per quattro anni. Poi, lasciata anche lui la città, la Deputazione lo rimpiazza nel 1911 con Giuseppe Terracini, che baderà alla villetta per lungo tempo e avrà anche cura delle due palme ornamentali che nell’estate del 1917 saranno piantate nel cortile del palazzo (oggi purtroppo abbattute, vittime del punteruolo rosso).

Buona parte della villetta sarà sventrata nel 1942 per consentire la costruzione della copertura di un rifugio antiaereo che si decide di realizzare negli spazi sottostanti, ma che non verrà mai ultimato per poi essere trasformato, dopo la guerra, in autorimessa della Questura (all’epoca ospitata nel palazzo) e magazzino della Provincia.

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA