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Enna, Confcommercio all’attacco

Di William Savoca |

Enna – Il grido d’allarme lanciato ieri sulle pagine del nostro giornale dai commercianti della zona Duomo non è rimasto inascoltato perchè sono arrivate diverse reazioni tra cui quella di Fabiola Lo Presti, presidente di Confcommercio Enna.

Proprio alle organizzazioni di categoria si erano rivolti i commercianti delusi dal silenzio intorno al loro disagio e la rappresentante di Confcommercio ricorda che dopo il crollo del viale Savoca «abbiamo riunito i commercianti della zona chiedendo quali iniziative si pensava fosse necessario prendere, quali richieste avanzare all’amministrazione» ma, ricorda, «non sono venuti tutti» anche se ne venne fuori una piattaforma di azione.

«Ci siamo mossi con l’assessore Contino per chiedere l’istituzione di una zona di sosta breve per consentire la sosta agli acquirenti, la variazione della segnaletica, la sospensione dei tributi che però poteva essere applicata solo alle attività ricadenti espressamente sul Viale e non alle zone limitrofe e tutto quanto ci era stato richiesto dai commercianti». Quanto poteva essere fatto, sostiene Lo Presti, «è stato fatto, compreso chiedere notizie direttamente alla Protezione Civile regionale oltre che ripetutamente all’amministrazione sullo stato dei lavori sul Viale ottenendo le stesse risposte vaghe di cui siamo tutti a conoscenza». La presidente di Confcommercio ritiene inoltre che «il declino della zona Duomo così come di tutte le altre zone di Enna alta ormai è un dato di fatto e occorrerebbe una presa di coscienza da parte di tutta la cittadinanza oltre che una grande solidarietà che purtroppo la nostra comunità ha ormai perso».

A nulla, sostiene Fabiola Lo Presti, sono valsi gli appelli ad acquistare e frequentare quella zona. C’è poi un altro aspetto che ha inciso negli ultimi anni secondo il presidente di Confcommercio ed è l’acquisto «“fuori porta” o al mercato dove tutti gli ambulanti vengono da fuori e portano fuori i soldi degli ennesi». Lo Presti sostiene inoltre che non hanno «un grande potere contrattuale nei confronti dell’Amministrazione, siamo solo mucche da mungere per pagare tasse e tributi, ma questo accade anche perchè i commercianti operano e prendono iniziative in ordine sparso, senza una regia unica e quindi senza potere decidere azioni di protesta serie e incisive». Per Fabiola Lo Presti «manca una visione di futuro e sarebbe bene che ognuno di noi si prendesse le proprie responsabilità, Enna muore perchè ognuno di noi è chiuso nel proprio egoismo e ha dimenticato il valore della parola comunità» e conclude dicendo che così «oggi ha chiuso Tiffany, ma ne seguiranno tanti altri a ruota, nell’indifferenza totale di una città che non si ama più».

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