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Internet, come ridurre il digital divide: il progetto lanciato dal catanese Angelo Alù

Di Assia La Rosa |

CATANIA – Sono passati ormai più di due anni da quando – su questa stessa pagina “Lavoro” – il catanese Angelo Alù (31 anni) lanciava la sua sfida: promuovere e valorizzare il diritto di accesso a internet per colmare il digital divide, soprattutto in Sicilia. Il dottorando di ricerca in Giurisprudenza, presidente dell’associazione Generazione Ypsilon e ideatore del progetto Dirittodiaccesso.eu (piattaforma che diffonde i benefici delle nuove tecnologie e che è cresciuta grazie al supporto volontario di un team di giovani appassionati), con impegno ha realizzato report e casi di studio in materia di OpenGov e Trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni, partecipando come relatore alla Sessione “La costituente per la gestione di Internet in Italia” dell’Internet Governance Forum Italia e intraprendendo battaglie volte all’alfabetizzazione informatica e alle ricerche sulle implicazioni giuridico-sociali del web.

Animato dal desiderio di diffondere la cultura hi tech, partendo dal presupposto che oggi lo sviluppo passa dalle autostrade digitali, questo giovane talento, che sugli aspetti giuridici internettiani ha incentrato tutta la sua vita formativa e professionale, ci ha contattato per raccontare che “il lavoro portato avanti con sacrificio comincia a dare i suoi frutti”.

 

Finalmente il Parlamento europeo sta discutendo infatti la Petizione 0755/2013 avente ad oggetto il riconoscimento del diritto di accesso ad Internet, mediante l’introduzione del nuovo art. 3-bis TUE: “La proposta – spiega Alù – è stata discussa nel corso della riunione della Commissione per le petizioni prevista il 10 ottobre 2016 ed è stata mantenuta aperta, sottolineandone l’importanza strategica fondamentale per l’ordinamento dell’Unione europea. Per tale ragione è stato deciso di chiedere un parere alla competente Commissione Affari Costituzionali, per valutarne l’impatto con il quadro costituzionale attuale e futuro dell’Unione europea sulla base di quanto previsto dai trattati”.

 

Questo giovane ha utilizzato un concreto ed efficace strumento di democrazia partecipativa che le istituzioni europee mettono a disposizione dei cittadini, stimolandone l’intervento nel processo decisionale. “Sono passati più di 3 anni da quando è nata l’idea della proposta nell’ambito della mia tesi di laurea, dichiarata ricevibile dalla Commissione parlamentare (era il 19 dicembre 2013) – spiega Angelo – in questi anni, ho ideato proposte e organizzato iniziative con l’obiettivo primario di mettere al centro del dibattito pubblico e dell’agenda politica siciliana il tema strategico del digitale. Oggi accedere alle tecnologie significa per ogni persona esercitare i propri diritti individuali e sociali nella dimensione virtuale del web, pertanto è necessario definire un’adeguata governance della Rete funzionale ad assicurare un’effettiva inclusione degli individui, come confermato dal Rapporto DESI (Digital Economy and Society Index), pubblicato dalla Commissione europea per monitorare lo stato della digitalizzazione degli Stati membri”.

Quest’ultimo evidenzia un preoccupante gap digitale tra Paesi tecnologicamente virtuosi, (Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Germania, Estonia e Finlandia) che primeggiano nel processo di innovazione digitale, e Paesi in costante ritardo digitale (come Croazia, Italia, Grecia, Bulgaria, Lettonia, Slovenia e Romania), in condizioni di sviluppo particolarmente lente. “L’Unione europea può vivere una straordinaria stagione riformatrice, in un momento storico di forte sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni – conclude Alù nella relazione che spiega i motivi delle sue battaglie – un’Europa che non sia più nell’immaginario delle persone soltanto considerata il baricentro della commistione di interessi burocratici e bancari sempre più distanti dalle concrete dinamiche della vita sociale, ma un’Europea creativa, innovativa e visionaria che formalizza la rilevanza di un valore di cui una moderna società non può fare più a meno, l’accesso ad Internet, così da cancellare l’immagine di un continente a due velocità in cui un’Europa flessibile e moderna viaggia a pieno ritmo grazie alla diffusione di risorse digitali, ma un’altra Europa vive al contempo in un’endemica situazione di arretratezza tecnologica, che preclude la possibilità di miglioramento degli standard economici e sociali esistenti. Credo fortemente nell’impatto sociale delle tecnologie e sono fermamente convinto che la progressiva e generalizzata diffusione della cultura digitale sarà in grado di realizzare un significativo miglioramento delle condizioni politiche esistenti».

Si arricchisce di un nuovo tassello l‘intesa tra Ateneo e Confindustria Catania per l’alta formazione e l‘orientamento degli studenti universitari nei settori chimico e farmaceutico. Oltre duecento studenti hanno partecipato al Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Ateneo, al secondo incontro orientativo promosso nell’ambito del protocollo di collaborazione siglato nel marzo scorso tra Università e Confindustria. Un’intesa, come hanno ricordato nel corso dell’incontro il direttore del Dipartimento, Roberto Purrello e il presidente della sezione Chimici e Chimico-Farmaceutici di Confindustria Catania, Giuseppe Manuele, che ha l‘obiettivo di favorire un processo di innovazione dell’istruzione universitaria adeguando i piani formativi degli studenti alle esigenze del mondo produttivo, attraverso l‘acquisizione di competenze più facilmente spendibili nel mondo del lavoro. Ad interloquire con gli studenti c’erano manager e imprenditori di alcune tra le più significative realtà del comparto chimico-farmaceutico del territorio (Air Liquide, Gruppo Sifi, Maplad, Sicania Chimica e Zoetis), che hanno avuto modo di rispondere alle numerose domande poste dalla platea e illustrare progetti e obiettivi delle rispettive aziende.

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