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Etna, querelle su accesso ai crateri l’Antitrust spinge i Comuni litigano

Di Francesco Vasta |

Croce e delizia, perché su di essa gravita un giro d’affari a sei zeri – grazie al trasporto dei turisti su jeep a quota 3000 – e perché da ormai quattro anni non si riesce a trovare un accordo sulla sua gestione, dopo la scadenza di quella del concessionario storico. Un dibattito reso ancor più tormentato dall’ormai arcinoto parere del Garante Antitrust sull’assetto complessivo delle vie d’accesso alle vetta dell’Etna, con l’invito a liberalizzare il mercato dei servizi turisti, gli affidamenti e, per la strada di Piano Provenzana, a trovare una soluzione di lunga durata ed ispirata alla tutela della concorrenza.

Dopo duri contrasti, quest’estate le escursioni sono partite con un appalto in extremis – vinto dal vecchio gestore, tipo di procedura criticata apertamente dal Garante – rinviando la decisione finale ad oggi. Ma l’impasse è ancora lì, con due nuove variabili intervenute a complicare le cose: l’avvicinarsi delle Amministrative di maggio a Linguaglossa e a Castiglione e il prossimo scioglimento, dopo la bocciatura del bilancio 2015, del Consiglio di quest’ultimo.

Mancandone di fatto una, e con i rispettivi sindaci Rosa Maria Vecchio e Salvo Barbagallo in attesa di linee d’indirizzo, le assemblee civiche sembrerebbero non più in grado di poter decidere sulla strada di Etna nord. «Ma questo è inaccettabile, sarebbe una condanna per tutti», dice Francesco Malfitana, consigliere a Linguaglossa, che spinge assieme alla maggioranza dei suoi colleghi affinché i vicini si pronuncino prima della decadenza. «L’aula è ancora nel pieno delle funzioni – conferma legge alla mano – perdono l’occasione di mostrare amore per il territorio».

Questo perché a Castiglione sta prevalendo invece la linea del «non procedere», sia per il poco tempo che per perplessità amministrative, ed anche perché, mal che vada, la Giunta potrebbe sempre deliberare assieme al commissario che sostituirà il Consiglio.

Restano poi ancora in piedi le divergenze sul modello gestionale da adottare. La maggioranza di Barbagallo sembra orientata sulla sperimentazione, limitata all’estate 2017, di un sistema aperto a più imprese autorizzate in concorrenza sulla strada, recependo così gli indirizzi dell’Antitrust, sistema però finora mai messo nero su bianco.

All’opposto a Linguaglossa, nonostante alcune recenti aperture ed affiancati dall’opposizione castiglionese, si schierano al momento sul vecchio modello concessorio – limato da correttivi in ossequio al Garante, anche se appare come una soluzione ormai anacronistica – con un unico gestore per due/tre anni, lasciando così alle nuove amministrazione la decisione sul lungo periodo. Si proverà a far ripartire il dialogo, con la convocazione di un incontro formale fra i consiglieri già nelle prossime ore.

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