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Calcio Catania: 60% alle imprese, 40 ai tifosi

Calcio Catania: 60% alle imprese, 40 ai tifosi ecco il progetto per la cessione della società

Task force del sindaco Bianco - Tutti sul mercato, restano pochi

Di Andrea Lodato |

CATANIA – Disponibilità a trattare. Interesse ad avviare un dialogo. Ma anche una più che comprensibile prudenza, perché oggi il Catania è in attesa di una sentenza della giustizia sportiva, di una destinazione ancora ignota. E la cosa non è, certamente, ininfluente anche per il valore oggettivo della società. Ma disponibilità e interesse erano gli elementi che il sindaco di Catania, Enzo Bianco, voleva confermati ieri da quella dozzina di imprenditori di Catania che aveva già contattato nei giorni scorsi e che ha voluto riunire tutti insieme proprio per dare un senso corale e una prima coesione a questa iniziativa. Si parte da qui. Sindaco soddisfatto perchè di fronte al grande problema esploso attorno e dentro al Catania, c’è tutta la sofferenza di una città e di una tifoseria che si sono sentite tradite, che sono rimaste sconcertate da quel che è accaduto e che chiedono di ripartire.  

Come? Con chi? Quando? La società di cui resta proprietario Nino Pulvirenti per ora, sta portando avanti una fase importante e delicata, in ogni caso, che sta tra l’iscrizione (regolarmente e puntualmente confermata), il riassetto societario (oggi l’assemblea dei soci prolungherà l’incarico di amministratore unico a Carmelo Milazzo), e la formazione del nuovo organigramma tecnico (dal direttore sportivo in arrivo, all’allenatore già contattato e pronto a dire sì). Ma sull’altro fronte, come scriviamo da giorni, c’è appunto questo movimento creato dal sindaco Bianco che ha voluto riunire un gruppo di imprenditori fortemente rappresentativi del tessuto sociale ed economico della città e della provincia.  

Imprenditori importanti, ma anche imprenditori che hanno anche ruoli istituzionali primari, a partire dal presidente di Confindustria Catania, Domenico Bonaccorsi di Reburdone, che, appunto, era presente ieri anche nella sua veste di leader degli imprenditori etnei. Enzo Bianco ha ribadito l’importanza che, ovviamente, anche per l’amministrazione comunale riveste il rilancio del calcio rossazzurro, un cambio netto di percorso, una totale discontinuità con il passato e con quel che è accaduto.  

Obiettivo che condividono totalmente tutti gli imprenditori che hanno accettato l’invito di Bianco e che hanno avuto come interlocutore ieri anche l’assessore Giuseppe Girlando, esperto di questioni societarie oltre ad essere appassionato di calcio e tifoso del Catania. Tra gli imprenditori presenti c’erano anche nomi conosciuti e importanti come Bartolini, Ontario, Sciacca, Torrisi, D’Addio: da tutti, ripetiamo, offerta disponibilità alla possibilità di aprire un dialogo per creare un gruppo di imprenditori che potrebbe rilevare il 60% della nuova società, mentre il 40% andrebbe diviso nell’azionariato diffuso. E’ un’idea, per il momento una dichiarazione di intenti, quello che Enzo Bianco voleva sentirsi confermare ufficialmente.

«Abbiamo vagliato la possibilità – ha detto Bianco – di portare a compimento un’operazione come quella fatta a Parma, con il 40% delle azioni diffuse in modo capillare tra i tifosi e un 60% della società rilevato da una cordata di imprenditori che potrebbe gestirla. A quanto pare c’è una buona disponibilità da parte di questi imprenditori e abbiamo deciso di procedere nominando un gruppo di lavoro».  

E mentre l’assessore comunale Valentina Scialfa ha intanto già avviato i contatti per la parte sportiva con la Federazione e il Coni, adesso tre rappresentanti di questo gruppo di lavoro, coordinati dall’assessore Girlando, dovrebbero cominciare ad entrare nel merito della possibile trattativa con Pulvirenti, anche se a questo punto il percorso che sembra apparire più naturale è quello che potrebbe portare ad aspettare di conoscere l’esito del processo sportivo, perché, come detto, la collocazione che avrà il Catania dopo la sentenza non potrà essere ininfluente sullo sviluppo, la base su cui trattare e l’eventuale conclusione della trattativa. In cui, è stato detto anche questo, il gruppo acquirente potrebbe prendere in considerazione sia l’ipotesi dell’acquisto del ramo d’azienda calcio, sia quello del pacchetto globale, cioè con il Centro sportivo di Torre del Grifo.  

Insomma, la chiusura della prima fase di consultazioni del sindaco ha dato i suoi frutti, ha aperto un fronte di disponibilità a trattare, ma è del tutto evidente che serve anche tempo, serve chiarezza, serve certezza sul futuro e sul destino sportivo della società. Per questo è improbabile che una trattativa possa essere avviata e chiusa in tempi brevi.  

Mentre, pur in questa situazione surreale, giorno 8 agosto il Catania scenderà in campo per la Coppa Italia di Serie B. Perchè per ora sta lì. E ci vuole un allenatore, una squadra, una gestione, insomma, perchè già cattive figure ne sono state rimediate un bel po’.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA