Economia
Pensioni: Tridico, quote rigide non aiutano flessibilità
Rapporto Inps, un terzo lavoratori guadagna meno di mille euro
RENDE, 07 NOV – La proposta della cosiddetta quota 41 in materia pensionistica non trova d’accordo il presidente dell’Inps Pasquale Tridico. “Le quote rigide, a mio parere – ha detto parlando con i giornalisti all’Università della Calabria a margine della presentazione del rapporto 2021 dell’Istituto – non aiutano nella direzione della flessibilità di cui il sistema pensionistico avrebbe bisogno. Bisognerebbe pensare ad una combinazione e ad un flessibilità che possa favorire carriere instabili, lavoratori fragili”. Dal XXI Rapporto Annuale dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, riferito all’anno 2021, presentato all’Università della Calabria, si evince che in Italia, il 32% dei pensionati percepisce meno di 1.000 euro al mese, una platea di oltre cinque milioni di persone. Il dato considera anche indennità di accompagnamento, integrazioni al minimo associate alle prestazioni e 14esima. L’Inps ha stimato che la generazione X (1965-1980), con 30 anni di contributi versati e un salario di nove euro all’ora, arriverà ad ottenere a 65 anni una pensione di circa 750 euro. Inoltre emerge che un terzo dei lavoratori italiani guadagna meno di mille euro e per il 22 per cento si tratta di contratti per lavori a termine. La retribuzione annuale media delle donne, nel 2021, risulta pari a 20.415 euro, sostanzialmente invariata rispetto agli anni precedenti e inferiore del 25% rispetto alla corrispondente media maschile. Sul reddito di cittadinanza, Tridico ha sostenuto che “è stata una misura fondamentale, soprattutto nel periodo pandemico, perché ha evitato che le persone sprofondassero in una situazione di indigenza. Si può fare di più, ed è onere dei Comuni per quanto riguarda i progetti di utilità e oneri delle Regioni e dei Centri per l’impiego per quanto riguarda le politiche attive. Ha alleviato la povertà in un periodo in cui è cresciuta moltissimo, siamo a oltre 5 milioni di persone in povertà, siamo scesi a 2,5 grazie al reddito. Le truffe e le frodi esistono su ogni prestazione erogate da qualsiasi Ente”.