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Consulta: le sentenze che ci hanno cambiato la vita, dal 28 gennaio i nuovi podcast

Di Redazione |

Roma, 21 gen. Sentenze che dal 1956 al 2021 ci hanno cambiato la vita, snodi, momenti, incroci della nostra storia personale, sociale, istituzionale saranno raccontati da ciascuno dei 15 giudici della Corte costituzionale in una serie di interventi di venti minuti complessivi ciascuno, contenuti in una nuova serie della Libreria dei podcast della Corte che mette l’accento su quelle sentenze che la storia l’hanno fatta, cambiata o contribuito a cambiarla, aprendo una strada nuova. Tappe importanti di un percorso di crescita culturale e reale, grazie all’attuazione della Costituzione e ai suoi valori.

Il primo episodio della nuova serie uscirà il 28 gennaio e i successivi, come sempre, ogni venerdì. Nel primo podcast, il presidente Giancarlo Coraggio racconterà la sentenza numero 37 del 2021 sulla gestione della pandemia, che ha messo ordine nel riparto di competenze tra Stato e Regioni. “A fronte di malattie altamente contagiose in grado di diffondersi a livello globale, ragioni logiche prima che giuridiche, radicano l’esigenza di una disciplina unitaria di carattere nazionale”, racconta con pacatezza e parole inequivocabili il Presidente, nel trailer postato sul sito della Consulta.

Della svolta sul ruolo primario riconosciuto al mondo del no profit dalla Corte costituzionale ne parlerà il prossimo 4 febbraio il vice presidente Giuliano Amato. “La sentenza numero 131 del 26 giugno 2020 si colloca fra le decisioni che hanno avuto più impatto su una realtà importante del paese, la realtà del volontariato e degli altri soggetti del terzo settore”, afferma. La giudice Daria de Pretis, ripercorrerà poi, con il podcast in uscita l’11 febbraio, le sentenze della Consulta sul cognome materno che impongono di superare la regola del patronimico, in ossequio all’effettiva parità tra uomo e donna. “La regola del patronimico – spiega – corrisponde ad una concezione patriarcale della famiglia, una concezione non più coerente con il valore costituzionale dell’uguaglianza tra uomo e donna. questo la corte lo ha detto fin dagli anni 80 del secolo scorso”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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