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Immobili, dal Verme (Ag. Demanio): “Digitalizzati oltre 2mila beni Stato, 20% del prefissato”

Di Redazione |

Roma, 12 dic. (Adnkronos/Labitalia) – Sul processo di digitalizzazione dei dati sul patrimonio immobiliare dello Stato “molto è stato fatto: è già stato digitalizzato il 20% di quanto prefissato, ossia più di 2mila beni, che ora sono in fase di condivisione dei dati con gli operatori coinvolti nella progettazione degli edifici e con l’utente dell’immobile, attraverso una piattaforma molto evoluta a cui l’Agenzia sta lavorando”. A dirlo, in un’intervista ad Adnkronos/Labitalia, è Alessandra dal Verme, direttore dell’Agenzia del Demanio. Secondo dal Verme, “sarà comunque necessario sviluppare una strategia di digitalizzazione che sia complessiva e che includa già nelle piattaforme e nel fascicolo dell’immobile tutte le informazioni dei diversi processi operativi, da quelli che riguardano progettazione e lavori a quelli inerenti alla gestione del patrimonio pubblico”. “Il digitale è già insito nei processi dell’Agenzia: tutti gli interventi sono realizzati con l’uso della cosiddetta metodologia Bim (Building information modelling), che crea modelli tridimensionali e in grado di rappresentare in formato già digitale tutte le caratteristiche architettoniche, strutturali, tecnologiche e di performance degli edifici. L’Agenzia consegna così al committente pubblico un immobile non solo rigenerato e sostenibile per l’ambiente circostante, ma anche la possibilità di gestirlo digitalmente con una manutenzione di tipo predittivo, riducendo enormemente costi e sprechi nella vita dell’immobile”, afferma. “Digitalizzare vuol dire anche approfondire la conoscenza degli aspetti tecnici degli immobili. Conoscere il patrimonio pubblico e i singoli edifici consente una gestione attenta dei costi, per ridurre gli sprechi e offrire al cittadino e alla Pubblica amministrazione spazi moderni, sostenibili, adeguati e adeguabili ai cambiamenti, in coerenza anche con le linee di indirizzo europee. Una nuova faccia dell’immobile pubblico che curi la città”, sottolinea. Inoltre, “digitalizzazione e sostenibilità -spiega- vanno di pari passo. Non è possibile pensare di migliorare i servizi al cittadino, assicurare tempi veloci di esecuzione e minimizzazione dei costi, dare attenzione all’ambiente, al paesaggio, alla resilienza ai cambiamenti climatici, senza l’uso degli strumenti digitali più avanzati”. “La logistica degli uffici della pubblica amministrazione è determinante per la modernizzazione della Pa e per l’inserimento di giovani nuove leve in un contesto efficiente. Vogliamo dare al cittadino la percezione di vivere in un Paese governato da uno Stato moderno, digitale e attento all’ambiente, con una Pa affidabile, non più relegata, com’è oggi, in fondo alla graduatoria Ue sulla fiducia che le accordano i cittadini”, aggiunge dal Verme. “La digitalizzazione non può che passare in primo luogo dalle risorse umane e strumentali. Su questo, quindi, si sono concentrati gli investimenti. L’obiettivo è, infatti, creare e gestire un patrimonio informativo che permetta di guidare le politiche e le strategie sia in fase di programmazione che di realizzazione delle opere, di assicurare trasparenza e riduzione di tempi e costi di realizzazione, di rischio di contenziosi e di varianti in corso d’opera, ma anche di offrire certezze sui fabbisogni rigorosi in fase di gestione e manutenzione sostenibile dell’opera. Le attività di sviluppo 2022, pertanto, riguarderanno la realizzazione di una piattaforma evoluta per gestire la fase di realizzazione degli interventi edilizi e per la creazione di supporti specifici di condivisione di informazioni accessibili a tutti gli stakeholder sul patrimonio (Amministrazioni utilizzatrici, operatori economici, quali le imprese di servizi per la Pa, progettisti…)”, sostiene. “Ma è previsto -spiega Dal Verme- anche il potenziamento degli strumenti tecnici e il piano formativo del personale, nonché l’acquisizione di nuove professionalità dedicate alla contaminazione all’interno del pensare digitale”. “Per esempio, tra i programmi di investimento più importanti sul patrimonio pubblico c’è la messa in sicurezza dal rischio sismico e l’efficientamento energetico con circa 500 audit completati, 1.700 in corso e 6.000 programmati a breve da cui scaturiscono gli interventi di miglioramento. Tutto gestito digitalmente”, prosegue. “Il fascicolo digitale è in fase di sviluppo e riguarda tutti gli immobili su cui intervengono le varie attività dell’Agenzia. Ed è proprio per questo che è urgente digitalizzare tutti i processi operativi dell’Agenzia”, rimarca. “Digitalizzare -spiega- serve a rendere la gestione dell’immobile più semplice. Nei modelli digitali saranno, quindi, presenti tutte le informazioni relative al fabbricato. Questo servirà a comporre il cosiddetto ‘Fascicolo Digitale’ multidimensionale e flessibile, in grado di trasformare i dati tecnici (come vincoli, caratteristiche tecniche, rilievi, costi, tempi…) in modalità gestionali ottimali (piano di manutenzione dell’opera, controllo digitale dei parametri di esercizio, attività predittiva in luogo degli interventi a guasto, etc.)”. “Le opportunità sono già insite negli obiettivi che l’Europa ci ha dato con il Pnrr: più sostenibilità, innovazione e digitalizzazione, una Pa moderna e una spinta alla crescita dell’Italia. Per l’Agenzia, questi obiettivi si traducono in una nuova visione del patrimonio immobiliare, che passerà attraverso un cambio culturale di servizio al Paese e al cittadino e grazie alla riqualificazione degli immobili che si inseriscono nei territori”, afferma poi sulle opportunità, sulla strada della digitalizzazione, che possono arrivare dal Pnrr. “L’Agenzia -prosegue- è interessata agli interventi di rigenerazione sostenibile urbana a fini sociali (come edilizia universitaria, residenze, edilizia per infrastrutture di ricerca, housing sociale, etc), di riqualificazione di immobili per la Giustizia e per la logistica moderna delle amministrazioni statali, di efficientamento energetico e messa in sicurezza dal rischio sismico e molto ancora. Non potevamo avere di più, ora sta a noi lavorare”. “Abbiamo programmato nel Piano degli investimenti oltre 3 miliardi in 5 anni, cui si aggiungono quelli attivabili attraverso la Struttura per la progettazione. Tutti questi interventi sono digitalizzati, anche quelli di dimensioni minori”, conclude.

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