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Appalti ad amici e parenti, 26 indagati a Lampedusa (e c’è l’ex sindaco Martello)

L'inchiesta della Procura di Agrigento: notificati gli avvisi della conclusione della indagini

Di Redazione |

E’ stata chiusa l’indagine della procura di Agrigento per ventisei fra ex amministratori, funzionari comunali e imprenditori di Lampedusa. Viene ipotizzata un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione, abuso d’ufficio, concussione e peculato. Gli indagati adesso avranno 20 giorni per chiedere di essere interrogati o presentare memorie difensive per provare a evitare la richiesta di rinvio a giudizio. Fra gli indagati, l’ex sindaco delle Pelagie Salvatore Martello, l’ex vicesindaco Salvatore Prestipino e i dirigenti dell’Utc e dei Lavori pubblici, rispettivamente Giuseppe Di Malta e Manlio Maraventano.Al centro dell’inchiesta l’appalto per i lavori di manutenzione della rete fognaria della maggiore delle isole Pelagie e delle stazioni di sollevamento. Due anni fa vennero sequestrati, dai carabinieri di Agrigento, nel Comune atti su appalti e concessioni.

Le accuse

L’inchiesta – come riporta grandangoloagrigento.it – sviluppata dai carabinieri, ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro la Pubblica amministrazione: concussione, peculato, abuso d’ufficio. Al vertice della presunta associazione a delinquere, secondo quanto contestato dagli inquirenti, ci sarebbero stati l’ex sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, l’ex vicesindaco e assessore Salvatore Prestipino nonché i dirigenti comunali Giuseppe Di Malta e Manlio Maraventano, rispettivamente a capo dell’Ufficio tecnico e del settore lavori pubblici e manutenzione. A tutti viene contestato il ruolo di promotori. Al centro della maxi inchiesta, cristallizzata nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2021, c’è (soprattutto) l’appalto per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete fognaria di Lampedusa. Appalto promosso dal Comune e regolarmente aggiudicato da una ditta di Messina. Almeno sulla carta. Per la Procura di Agrigento (è questa l’accusa mossa) gli ex amministratori locali di Lampedusa “attraverso condotte di costrizione, plurimi affidamenti illegittimi e appropriazione di somme di denaro pubbliche” avrebbero imposto all’impresa aggiudicataria di accettare le modalità di lavoro indicate subappaltando le opere a ditte di amici e parenti. Particolarmente gravi le minacce subite dal titolare della ditta che si è aggiudicato l’appalto laddove vengono evidenziate dagli inquirenti in questo modo le intimidazioni che sarebbero state promosse dal capo del settore lavori pubblici ai suoi danni: “Noi il contratto glielo facciamo firmare ma le faremo passare le pene dell’inferno. Vuole firmare il contratto? Non si preoccupi, glielo faremo firmare e poi vediamo”. Oppure: “Qui comando io, e si fa come dico io. Io sono l’ufficio tecnico, qua io sono l’ufficio legale e di ogni cosa decido solo io. Io led faccio vedere se lei non mi cambia i contatori, guardi le priorità le stabilisco solo io…”

Appalti agli amici e ai parenti

Tra le imprese beneficiarie dei lavori in subappalto, riguardanti i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle stazioni di sollevamento, vi sono quelle gestite dai familiari dell’ex sindaco Martello: il fratello, due nipoti, la cognata e la moglie di un nipote. Per tale motivo all’ex primo cittadino viene contestato anche il reato di abuso d’ufficio (in concorso) perché “pur versando in una ipotesi di conflitto di interesse” affidava direttamente tramite determine dirigenziali lavori di manutenzione alla ditta del fratello. Tra le accuse mosse agli ex amministratori locali, in qualità di pubblici ufficiali, anche quella di peculato. Per gli inquirenti, infatti, si sarebbero appropriati dei fondi destinati all’impresa che aveva regolarmente ottenuto l’appalto “procedendo al pagamento dei lavori indebitamente subappaltati alle imprese locali”. Con la chiusura delle indagini, dunque, la Procura di Agrigento si appresta a chiedere il rinvio a giudizio. I ventisei indagati avranno adesso venti giorni di tempo per evitare di finire a processo con la possibilità di presentare documentazione, chiedere di essere interrogati o depositare memorie difensive.

I nomi degli indagati

Salvatore Martello, 68 anni, di Lampedusa; Manlio Maraventano, 55 anni, di Lampedusa; Giuseppe Di Malta, 64 anni, di Lampedusa; Salvatore Prestipino, 57 anni, di Pantelleria; Nicola Andrea Policardo, 58 anni, di Pantelleria; Giovanni Martello, 38 anni, di Lampedusa; Antonio Martello, 64 anni, di Lampedusa; Rosa Martello, 33 anni, di Lampedusa; Angela Maria Brignone, 59 anni, di Lampedusa; Claudia Castrone, 36 anni, di Lampedusa; Annalisa Lombardo, 49 anni, di Lampedusa; Massimo Campione, 64 anni, di Agrigento; Giuseppe Campione, 32 anni, di Agrigento; Cristiana Campione, 31 anni, di Agrigento; Giuseppe Sanguedolce, 48 anni, di Agrigento; Salvatore Pasquale Policardo, 61 anni, di Lampedusa; Domenico Cucina, 56 anni, di Lampedusa; Stefano Cucina, 50 anni, di Lampedusa; Rosario Cucina, 45 anni, di Lampedusa; Giovanna Taormina, 55 anni, di Lampedusa; Gianluca Cucina, 43 anni, di Lampedusa; Nicola Cucina, 33 anni, di Lampedusa; Umberto Cucina, 31 anni, di Lampedusa; Pietrino Cucina, 37 anni, di Lampedusa; Salvatore Cucina, 60 anni, di Lampedusa; Rosa Cucina, 30 anni, di Lampedusa.

Martello non ci sta

«La procura di Agrigento mi pare abbia preso un abbaglio. Sostiene che io abbia affidato lavori a miei parenti quando il compito del sindaco non è fare gare e dare affidamenti ma dare l’indirizzo politico. Le determine le fanno i dirigenti. Si parla di determine di 1000 euro o 500 euro che sono sempre dirigenziali. Dimostrerò nelle sedi opportune qual è l’abbaglio che ha preso la procura nei miei confronti e della mia famiglia. I miei familiari non hanno mai avuto rapporti con l’amministrazione di Lampedusa» dice l’ex sindaco Totò Martello che è tra i 26 indagati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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