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Le Vie dei Tesori: 3000 visitatori per il barocco di Naro

Di Redazione |

Visitare la “Fulgentissima” Naro, lo confesso, è stata una piacevole sorpresa.

Il fascino e la magnificenza del barocco dei palazzi e delle chiese, la ricchezza delle opere d’arte mi hanno affascinato e lasciato senza fiato.

Sapevo di Naro e del suo barocco, ma non avevo mai avuto l’opportunità di approfondirne la conoscenza storica e monumentale.

L’occasione è stata la manifestazione “Le Vie dei Tesori”: il festival regionale, con la compartecipazione del Comune di Naro, ha richiamato a Naro 3000 visitatori circa (fonte Simonetta Trovato, ufficio stampa Le Vie dei Tesori) ed ha permesso di visitare dodici siti di straordinaria bellezza.

Non ci sono parole per descrivere il fascino del castello Chiaramontano che, insieme al vecchio Duomo normanno, forma il cuore della Naro medievale. La chiesa di Sant’Agostino con il coro in noce scolpito e il San Girolamo, capolavoro di Domenico Provenzani. 

La chiesa di San Francesco, tripudio del barocco siciliano, che conserva la preziosissima statua argentea dell’Immacolata e l’estrosa sacrestia dei monaci.

Il convento di San Francesco  Il convento di San Francesco, che risale al XIII secolo, è oggi sede del Comune e della Biblioteca Feliciana, del XVII secolo, intitolata a donna Felice, sorella del fondatore, il priore Melchiorre Milazzo da Naro dell’Ordine dei Padri Minori Francescani. Ventimila volumi, patrimonio di tre conventi. Tra gli altri, 24 incunaboli, 500 cinquecentine, 56 manoscritti.

La sezione grafi ca si deve a Bruno Caruso, cittadino onorario di Naro: il Museo Civico di Palazzo Malfitano è nato due anni fa su impulso di Indàra e ha inglobato la collezione di grafi ca costruita dal 2000. Il museo racchiude 244 opere per la maggior parte donate dall’artista (24 fi rmate), e nove incisioni originali tra ‘600 e ‘800, di Ulisse Aldovrandi, Rembrandt, dell’olandese Hondius, Goya e Gustave Dorè. La Chiesa di Santa Maria del Gesù che ospita una Madonna con il Bambino del ‘400, e un Crocifisso ligneo di Frate Umile da Petralia: leggenda vuole che ne abbia scolpiti 33, quanti gli anni di Cristo, e che ciascuno sia stato completato dagli angeli.

La chiesa di San Nicolò, a pianta longitudinale, ospita un grande numero di finestre che giocano con la luce e creano delicati effetti chiaroscurali. Il santuario di San Calogero, meta ogni anno di pellegrini provenienti da tutta l’Isola. La tradizione vuole che San Calogero abbia abitato la grotta sotto l’antico santuario a lui dedicato, anteriore al 1542. Il santuario fu ampliato nel 1748, la cripta restaurata nel 1819 e nel 1957. Ed, infine, le splendide chiese di San Paolo, di San Nicolò e della Madonna del Carmelo.

Soddisfazione per la riuscita dell’evento è stata espressa dal sindaco di Naro, Maria Grazia Brandara che, con passione, ha sovrinteso la manifestazione: “Siamo orgogliosi – ha detto il Sindaco- di ospitare per la prima volta il festival che ci ha  permesso di far salire in passerella le nostre bellezze artistiche e monumentali. Abbiamo in programma altre iniziative per valorizzare le nostre ricchezze, come, ad esempio, il 3 ottobre ci sarà una notte bianca della cultura. Per l’occasione è nato il percorso denominato “La notte fulgente, Trinacria nulli secundum”. Sette siti saranno aperti e  Naro svelerà i suoi monumenti anche di notte. Sarà  la prima delle cinque giornate di “Upgrade Naro”.  Nel primo incontro si parlerà di Europa e della nuova agenda della cultura”.

La storia de La “Fulgentissima”, ricordiamo,  ci riporta a Federico II: nel 1200 Naro era tutta raccolta in una cinta fortificata su cui si aprivano sette porte. Ne è rimasta in piedi soltanto una, la Porta d’Oro, esempio di un piccolo gioiello medievale che poi si srotola nel barocco. Il nome attuale potrebbe derivare dal greco naròn (liquido, corrente) dal fenicio nahar (fiamma), dall’arabo nahar (fiume). Castelli, chiese e monasteri la punteggiano ovunque, in un intreccio di storie, culture e religioni di cui è simbolo la chiesa Madre, un tempo moschea, come  ha amabilmente raccontato l’architetto Chianta che abbiamo incontrato casualmente nella mia prima tappa del tour narese.

Le Vie dei Tesori ritorna il prossimo weekend a Palermo, Catania, Modica, Scicli  e Ragusa: “Grazie a tutti i partner che hanno consentito questo successo mettendo a disposizione i luoghi da raccontare – dice Laura Anello, presidente dell’associazione Le Vie dei Tesori – dalle Soprintendenze ai musei, dai Comuni alle Università, dalle associazioni ai privati, costruendo così tutti insieme città aperte e narrate per i cittadini e per i visitatori”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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