Notizie Locali


SEZIONI
Catania 10°

A Niscemi sette attivisti no Muos

A Niscemi sette attivisti no Muos arrampicati sulle antenne radar degli Usa

Chiedono lo smantellamento della base e la sua riconversione

Di Redazione |

NISCEMI – Sette attivisti “No Muos”, eludendo la stretta sorveglianza dei militari americani e delle forze dell’ordine, sono riusciti a penetrare nella base della US Navy di contrada Ulmo, a Niscemi, e ad arrampicarsi su alcune delle 46 antenne Nrtf di telecomunicazione. Il gruppo di dimostranti pare sia composto da quattro uomini e tre donne. Con il loro gesto hanno voluto anticipare di 24 ore la manifestazione nazionale di protesta organizzata per domani, sabato 9 agosto, con corteo che raggiungerà la base militare. In segno di solidarietà con i palestinesi della striscia di Gaza, i sette attivisti saliti sulle antenne si sono dipinti il volto e il corpo di rosso, per ribadire con forza che “fermare la guerra è possibile”. I “No Muos” chiedono lo smantellamento della base militare e la sua trasformazione in centro internazionale per l’accoglienza, la solidarietà e la pace. I sette attivisti, in una lettera resa nota da Salvatore Giordano del coordinamento regionale dei Comitati No Muos, affermano: “Noi oggi decidiamo di restare a oltranza, su queste antenne diaboliche e maligne, perché vogliamo liberare il pianeta, la Sicilia, la sughereta da un pezzo importante dell’incubo–guerra. Amiamo la libertà, ma siamo disposti ad affrontare l’orrore del carcere pur di ottenere una vera liberazione dalla logica e dalla logistica della guerra. Soprattutto questa volta siamo determinati a ottenere tutto”. I No Muos chiedono “lo smantellamento della base e la sua riconversione in centro internazionale per l’accoglienza, la solidarietà e la pace. Il trasferimento del denaro per gli F–35 per progetti sociali ed ecologici elaborati dal basso. La fine della collaborazione militare e commerciale con Israele, da poco condannato per violazione dei diritti umani, fino a quando si arrivi a una soluzione giusta e condivisa tra Israele e Palestina. Il blocco delle vendite di aerei e armi da combattimento da parte delle nostre fabbriche a tutti i paesi violatori di diritti umani. La conversione del denaro e degli sforzi militari e polizieschi (Marenostrum, Cie, Cara) usati solo per rinchiudere migranti e deportarli, creando e rendendo operativo da subito un piano di accoglienza solidale e diffuso che preveda il salvacondotto consolare europeo per i migranti che scappano da guerre e dittature, dando l’esempio agli altri paesi”.

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
Di più su questi argomenti: