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Covid Catania, 27enne in rianimazione: non tutti i giovani sono immuni

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Catania – E’ l’eccezione che conferma la regola, come per la bimba di cinque anni di Pavia ricoverata in rianimazione e adesso col ventisettenne catanese da ieri ricoverato in gravi condizioni nella terapia intensiva dell’ospedale San Marco di Catania. Si è detto che i soggetti giovani sono i più resistenti al Covid, ma mai nessuno può dire con certezza che non si ammalino seriamente e non finiscano in rianimazione. Ed è proprio questo il dato che colpisce, per di più visto che il giovane catanese sino a prova contraria godeva di ottima salute: mai un raffreddore. E allora? Allora – come sostengono gli esperti, un caso sporadico può starci, ma c’è il timore è che questi casi isolati crescano sempre di più ponendo le autorità sanitarie in autunno davanti a un nuovo picco che stavolta potrebbe interessare soprattutto i pià giovani.

Intanto il ventisettenne etneo è stato trasferito d’urgenza in Rianimazione e i medici sono seriamente preoccupati per il malfunzionamento dei suoi polmoni e la severa insufficienza respiratoria. Al momento non si hanno notizie dettagliate sul giovane. Si sa soltanto che apparterrebbe a uno dei cluster catanesi e che è transitato dal pronto soccorso del Garibaldi alcuni giorni fa già con una seria polmonite. Quindi il ricovero nelle Malattie infettive del San Marco dove, qualche giorno dopo il suo quadro clinico si è severamente aggravato tanto da far dire ai medici che ha «un rapporto p02 FI02 bassissimo e la prognosi è riservata».

Allo stato non si sa se il ragazzo è stato intubato, oppure se si trova in ventilazione forzata che è l’anticamera dell’intubazione. Il caso del giovane e il suo decorso hanno allarmato i medici che temono altri episodi simili tra la popolazione giovane contagiata dal Covid. Catania, quindi, si conferma nuovamente epicentro della nuova ondata, segnando al momento in pochi giorni il triste primato di due decessi e di una trentina di ricoveri. Due giorni fa è deceduta una signora di 56 anni, moglie di un dipendente del Comune di Paternò, mentre pochi giorni prima era toccato a un ultraottantenne sembra dello stesso paese.

Recentemente molti esperti infettivologi sono tornati a lanciare l’allarme per il diffondersi della malattia adesso tra i giovani. Il professore Bruno Cacopardo, primario di Malattie infettive del Garibaldi Nesima di Catania, si è soffermato insistentemente sul mancato rispetto da parte dei giovani delle norme di sicurezza basilari per contrastare il virus, come le mascherine, il distanziamento sociale e il lavaggio frequente delle mani. L’esperto ha più volte detto che il rispetto di queste regole praticamente ridurrebbe quasi a zero il rischio del contagio. Ma a Catania i giovani e non solo fanno finta di nulla e la movida potrebbe essere uno dei veicoli del contagio attuale oltre che le feste in discoteca come quella recente che si è tenuta all’Afrobar con mille ragazzi in pista. E Catania fa anche i conti con il rischio di non avere posti letto disponibili per affrontare la seconda ondata. Il team Asp anti Covid del commissario Pino Liberti è ancora alle prese con la ricerca di un hotel disponibile a diventare sede di positivi Covid che non necessitano più di cure ospedaliere, ma non possono certamente ritornare a casa per non diventare veicolo di contagio. A tutt’oggi tutti i tentativi di trovare una nuova sede sono andati a vuoto al punto tale che il team ha contattato la presidente degli albergatori per reperire una struttura idonea al più presto e comunque prima dell’autunno. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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