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Festival Sanremo, Levante: «Mi spendo per le donne, ma no a quote rosa»

Di Redazione |

ROMA – La gola secca, il battito accelerato durante le prove, ma anche tanta serenità. Levante vive con la giusta dose di ansia ed emozione il debutto, a 32 anni, al festival di Sanremo. «Ci avevo già provato due volte in passato, poi avevo rinunciato. Pensavo di non essere adatta all’Ariston: troppo impegnata, troppo border, mi dicevano. Mi ero convinta, dopo tanta gavetta, di non avere bisogno del festival come trampolino di lancio. Evidentemente ora ho abbassato le difese, annullato le percezioni sbagliate. E vado a Sanremo con una canzone che so di poter difendere su quel palco e anche fuori», racconta la cantautrice siciliana.

Levante (Claudia Lagona, all’anagrafe di Caltagirone) è una delle 7 donne in gara, sui 24 big scelti da Amadeus. Ma lei, che porta un brano che è un inno all’inclusione dal titolo provocatorio Tikibombom (“un titolo che è l’opposto al messaggio che voglio mandare”), non ci sta a essere paladina delle quote rosa, in un festival che proprio sul tema delle donne sta scontando polemiche su polemiche (per l’esigua presenza di artiste, per le parole di Amadeus su Francesca Sofia Novello – un passo indietro dietro al fidanzato Valentino Rossi -, per i versi violenti e misogini di un vecchio brano del rapper Junior Cally). «Sono anni che mi spendo per le donne, ma non sono a favore delle quote rosa. Non ci è dovuto un posto per forza, non abbiamo un deficit. Io mi conquisto quello che mi merito e se sono al festival mi auguro che sia perché la canzone è bella e io sono brava», spiega la cantautrice siciliana che poi aggiunge: «è vero che esiste un maschilismo generalizzato, a livello sociale e politico, che passa anche dal linguaggio comune. Bisognerebbe partire da qui. Anche noi donne dovremmo fare più attenzione». E lei è la prima a provarci, anche con la sua Tikibombom, un brano in cui «rivendico la diversità, che è una ricchezza e non un motivo di divisione. Una canzone inclusiva, come non l’ho mai scritta», dice ancora, rivelando come anche lei si sia spesso sentita sola. «Nella sensibilità con cui affronto la vita, nell’empatia che sento solo mia». La musica è stata la medicina che l’ha curata, «perché mi ha dato la possibilità di scoprire che non sono affatto sola».

Legata a doppio filo con il concetto dell’inclusione è anche la scelta della cover del giovedì: Si può dare di più di Raf, Tozzi e Ruggeri. «E’ spesso sottovalutata, considerata una canzone buonista. Ma anche quello è un brano totalmente inclusivo», sottolinea. Per proporlo all’Ariston ha chiamato accanto a sé Francesca Michielin e Maria Antonietta. Una presa di posizione per rispondere alle polemiche? «No, affatto. E’ una decisione che avevo preso prima del caos e non è una risposta alle frasi di Amadeus. Infelici, sicuramente, ma le cose gravi sono altre. Ho trovato strumentale anche l’attacco a Junior Cally. Perché non pensarci prima? Accettiamo che esista il rap oppure Sanremo riscriva delle regole chiare». Il brano sanremese sarà contenuto in Magmamemoria MMXX, edizione speciale dell’album di inediti uscito lo scorso ottobre e che, nella nuova versione, in uscita il 7 febbraio, conta 31 brani, 4 bonus track e il live registrato al Forum di Assago. Meglio Sanremo o meglio il Forum? «Come chiedere se vuoi più bene a mamma o a papà…».  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA