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Grandi eventi, la sinergia che non c’è

Grandi eventi, la sinergia che non c’è

Di Domenico Tempio |

L’altra sera assistendo al Teatro greco di Siracusa alla affollatissima prima di «Aida», ci siamo posti la stessa domanda di sempre: perché la Sicilia non riesce a trovare al suo interno una sinergia da trasformare queste iniziative in qualcosa di continuativo, di stabile? La nostra Isola, specie d’estate, potrebbe diventare un grande palcoscenico teatrale, dove si possono intrecciare prosa, musica, arte. Un tutt’uno culturale proprio del Dna della nostra gente. Nel passato abbiamo sollecitato in tal senso l’intervento della Regione, ma tutto è caduto nel vuoto. Si è andati avanti improvvisando. Non ci vuole molto, dal punto di vista economico, varare un grande cartellone di spettacoli con precisi e ben promozionati appuntamenti, da offrire ai siciliani ma soprattutto ai turisti. Basta coinvolgere privati (e si vede dai grandi concerti che questi organizzano) e sponsor, i quali contattati per tempo potrebbero essere interessati a utilizzare il «palcoscenico» siciliano per promozionare la loro immagine. Naturalmente con un coordinamento manageriale e non politico sia della Regione sia delle istituzioni del territorio. Il nascente distretto di Sud-Est si potrebbe, ad esempio, attivare a creare queste sinergie. Che Enrico Castiglione abbia saputo quest’anno coinvolgere per la sua «Aida» il Bellini di Catania, potrebbe essere già l’inizio di future collaborazioni. Come sta accadendo per la lirica d’agosto a Taormina. Da noi già esistono strutture, sostenute tra l’altro economicamente dalla stessa Regione, in grado di affrontare grandi impegni artistici. La stessa cosa, dicasi, per i Teatri Stabili e per l’Istituto del Dramma antico di Siracusa. Enti che finalmente sembrano aver chiuso con le precarie gestioni commissariali e che necessitano di un rilancio. Ricordiamo che lo scomparso Mario Giusti, allora direttore artistico dello Stabile catanese, quando ebbe anche l’incarico di occuparsi dell’Inda, riuscì a realizzare una sinergia tra le due istituzioni. Con risultati eccellenti. E poi bisogna parlare di Taoarte. Una manifestazione vecchia nel tempo, passata attraverso beghe politiche, locali e regionali, che le hanno impedito di diventare una Fondazione. Ora è a un bivio: o si dota di una identità al passo con i tempi (non può essere la brutta copia di tanti, anzi troppi, festival del cinema) oppure sarebbe meglio che chiuda i battenti. Occorre dare a Taoarte una sua specificità e non essere un semplice contenitore di premi e premietti organizzati da altri, sfruttando solo il fascinoso nome di Taormina. Molti anni fa, davanti all’allora crisi del cinema, era stato suggerito di aprire la rassegna alle fiction televisive. Quelle cioè che da tempo imperversano sui nostri teleschermi. Si rispose che erano un sottoprodotto della cinematografia. Può essere anche vero, però oggi le fiction, dalle americane alle italiane, sono quelle con i maggiori investimenti da parte dei produttori. Oltre ad aver creato personaggi popolari capaci di richiamare il grande pubblico anche per le famose «notti delle stelle». Oggi Taoarte ha perduto anche questo treno. Ci stanno pensando altri. A livello internazionale al Teatro Greco sono rimasti i grandi concerti organizzati dai privati, che magari stonano con la preziosità del sito antico, ma sono gli unici a richiamare la gente e non solo locale. In questo contesto potrebbe inserirsi anche Catania. Privilegiata com’è dalla sua centralità geografica. Occorre però attrezzare grandi spazi. Lo stadio di Cibali si deve considerare solo un sito eccezionale, per evitare danni alla struttura e caos in un quartiere già prigioniero quando vi sono le partite di calcio. Una location stabile e ben attrezzata potrebbe richiamare altri grandi eventi. E potrebbe portare a Catania, una volta ben promozionati, tanti turisti con benefici per la città. Nonostante la crisi economica continui a mordere, c’è chi è disposto a fare qualche sacrificio pur di godere una serata diversa dalle altre. La Sicilia, nonostante i suoi malanni, potrebbe offrire questa opportunità.

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