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La comunicazione post media di Molino

Di redazione |

Catania – La comunicazione pubblica deve essere incentrata sull’informazione al cittadino mediante un coordinamento unitario della gestione dei contatti via social, della trasparenza e dei rapporti con i media, superando gli steccati stabiliti dalla legge 150 del 2000, ormai abbondantemente superata. E’ questo uno dei passaggi fondamentali del libro, edito da Algra, “Della reputazione. La comunicazione post media della Pubblica Amministrazione” di Nuccio Molino, giornalista professionista ed esperto di comunicazione istituzionale per avere svolto ruoli direttivi in enti pubblici dell’Isola. I nuovi sentieri dell’interazione social impongono concreta autonomia gestionale e funzionale dell’area della comunicazione e istituzionale all’interno degli enti pubblici; anzitutto integrando le risorse on line, principalmente il sito internet di riferimento con le pagine Facebook, gli account Twitter ed eventuali altri social, poiché solo calibrando e dosando il flusso delle informazioni ci si rivolge proficuamente direttamente agli utenti/cittadini senza la mediazione dei tradizionali mezzi informativi: una rivoluzione di prospettiva che dovrebbe generare un cambiamento tra gli addetti all’informazione e alla comunicazione pubblica.

Appunti operativi per addetti ai lavori che, grazie all’esperienza sul campo di Molino, arrivano a delineare le nuove frontiere di una gestione al passo con le esigenze dei cittadini: la trasparenza e la presenza sui social. Sul primo fronte, nel pamphlet è contenuta una sollecitazione allo Stato a promuovere un’imponente campagna di informazione, almeno triennale, per promuovere la nuova trasparenza dell’accesso generalizzato dei cittadini agli atti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, quale risorsa di crescita e sviluppo del Paese. Sull’altro incentivando il presidio dei social network con un dialogo costante che riconosca il valore dei cittadini, aumentando il sentimento reputazionale degli enti pubblici (cioè consolidare la relazione di fiducia) ben oltre la logica dell’immagine fine a se stessa di taluni uffici stampa che ancora, invece, interpretano come loro mission principale quella di promuovere tramite i comunicati stampa i soggetti istituzionali più che i servizi all’utenza.

Dal testo, scritto con linguaggio diretto e concreto, si evince la necessità di una radicale riforma della legge 150/2000 sulla comunicazione delle pubbliche amministrazioni, ormai inadeguata alla luce della rivoluzione digitale. «Le nuove professionalità emergenti dall’utilizzo dei social e più in generale dei processi interattivi – spiega Molino – devono trovare, infatti, adeguata rappresentazione normativa prevedendo anche nuovi canoni organizzativi che superino la rigida suddivisione tra uffici stampa, portavoce e Urp, puntando invece a una logica che metta al primo posto il dialogo diretto con il cittadino, a cui va riconosciuto un ruolo centrale nell’impostazione della moderna comunicazione pubblica».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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