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La nostra piccola Calcutta quotidiana

Di Gianni Nicola Caracoglia |

Due sono gli ingressi al posteggio multipiano (uno è fuori uso al momento), due le uscite che si buttano in quel fazzoletto di strada di via Cosentino, una arteria che non è certo un’autostrada in quanto a larghezza, e che, nella sua normalità, dovrebbe reggere il doppio flusso di circolazione degli utenti della struttura – dai ciclomotori ai furgoni -, una fila di bancarelle autorizzate dal Comune giusto di fronte, profonde tre metri, e un flusso di persone che sono i frequentatori del mercato. Il tutto in una strada di una decina di metri circa di ampiezza, senza neanche una transenna a dividere persone e mezzi a motore.

La normalità, però, non è una parola contemplata a Catania. Davanti alle sbarre automatiche del posteggio, ogni giorno fino alle 14 e il sabato fino alle 20, si aggregano numerosi venditori abusivi di ogni cosa, vero momento di integrazione razziale che accomuna catanesi e senegalesi, incuranti, anzi strafottenti che proprio davanti ai loro occhi gli infelici utenti del posteggio multipiano sudano sette camicie per poter entrare o uscire dalla struttura, cercando di non investire nessuno o di non danneggiare le merci esposte.

Il tutto, manco a dirlo, senza l’ombra di un tutore dell’ordine che sia uno – un vigile urbano, un poliziotto, un finanziere, un volontario della protezione civile -, che ricordi a tutti che quello accade ogni giorno in quel tratto di via Cosentino è pura follìa. Il “dramma” vero dell’automobilista, però, comincia subito dopo. La viabilità, com’è concepita da anni e che ha superato indenne svariati cambi di Amministrazioni locali e di rappresentanti dello Stato, prevede che non appena usciti dal posteggio, invece di proseguire dritto sulla via Cosentino fino alla successiva via Maddem per bypassare il mercato e prendere poi tutte le direzioni, gli automobilisti debbano subito girare a destra sulla via Luigi Rizzo, immergendosi in un tunnel pericoloso, circondati a sinistra e a destra, da venditori abusivi e autorizzati e relativi clienti. Un inferno, con il rischio continuo di far male ai pedoni, soprattutto i bambini, al seguito di distratti genitori concentrati sugli acquisti, ignari, tra l’altro, di essere loro in torto in quanto in mezzo ad una strada non pedonale. Dipendenti del posteggio e sorveglianza ogni giorno combattono con questo assedio ma le numerose segnalazioni ai vigili urbani cadono nel vuoto. Fino ad un anno fa circa, in maniera spot, si vedevano posti di blocco improvvisi o dei vigili o della polizia o di gruppi interforze che per qualche ora portavano un po’ di civiltà. Da mesi non si vede più nessuno. Tutti hanno quasi timore a esporre il problema. Un commerciante di quelli autorizzati di via Cosentino, proprio di fronte all’ingresso del posteggio, non vuole rivelare il suo nome per paura di ritorsioni: «Un minuto dopo che lei andrà via, mi chiederanno tutti con chi stavo parlando e perché. Purtroppo questo è il mondo della Fiera. Una cosa, però, la devo dire: perché tutti questi abusivi? Il mio posto mi costa 15 mila euro l’anno. E non c’è un solo vigile urbano a controllare». Tra gli abusivi “stabili” degli ultimi giorni di via Cosentino c’è anche un ragazzo, Giacomo, 17 anni, che vende telline. Mentre dietro di lui le auto facevano il diavolo a quattro per evitare incidenti, alla domanda “ma ti rendi conto che stai creando un problema?”, la risposta è stata lapidaria: «Il problema non esiste, le “macchine” passano». Subito dopo arriva la motivazione: «Ho due figli, ama a travagghiari». Mors tua, vita mea.

Tra i clienti del posteggio il signor Roberto Bosco, pensionato residente della zona, abbonato da circa 20 anni del posteggio, è quasi rassegnato: «Posso perdere un po’ di tempo e invito tutti a togliersi, non voglio finire in una rissa». Il signor Santo Troia di Lentini, pensionato e acquirente saltuario a Catania, non usa mezze parole: «Bisogna ristabilire ordine e far rispettare le regole. E basta con questi abusivi, io pagavo il 42% dello stipendio in tasse». Vito e Serena, giovani coniugi di San Giovanni Galermo: «Abbiamo lasciato i bambini a casa, come fai a portarli in questa confusione. Molta gente sceglie l’autobus per evitare il caos posteggio». Anche Agostino Zanghì, direttore dell’attiguo Bruno Euronics, lamenta questo stato perenne di disordine: «Tutti i nostri esposti sono rimasti lettera morta. Vogliamo il rispetto delle regole. Poi non ci lamentiamo che il centro storico soffre la concorrenza dei centri commerciali. Il centro commerciale naturale può esistere solo se le regole valgono per tutti».

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