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L’archistar Tom Russel: «Il Capomulin Hilton sarà moderno ma dal cuore siciliano»

L’archistar Tom Russel: «Il Capomulin Hilton sarà moderno ma dal cuore siciliano»

L’architetto di fiducia del gruppo alberghiero svela i segreti del nuovo resort in costruzione

Di Tony Zermo |

CATANIA – Tom Russell è un archistar scozzese che ha girato il mondo e che ha costruito i più grandi alberghi, tra cui il più costoso in assoluto, l’Emirates di Dubai. Sarà lui a ristrutturare la Perla Jonica che d’ora in poi si chiamerà semplicemente e ufficialmente Capomulini Hilton hotel, non più il troppo lungo e superfluo Hilton Catania Capomulini congress: sarà questo il nome con cui verrà propagandato nel mondo per farlo diventare un marchio conosciuto e ricercato. Abbiamo incontrato l’archistar (56 anni, ma sembra molto più giovane) in Piazza Duomo seduto a un tavolino del bar Duomo. Tom Russell veste casual ed è palesemente contento di essere sbarcato da noi, non fosse altro che per il cannolo di ricotta che ha sul piattino e per i 20 gradi di sera. «Sarà un resort con caratterische di modernità – dice -, ma che dovrà mostrare il cuore antico della Sicilia, un’anima siciliana».   In pratica il barocco che ci circonda qui in Piazza Duomo? «Sarà un barocco moderno, con le due anime che si intrecciano. Le persone fanno migliaia di miglia per venire qua e vogliono ritrovare la Sicilia, non un resort moderno ma senza l’anima. Sarà un resort siciliano».   Lei ha visto la Perla Jonica, già sono partiti i primi lavori di sbancamento. Come ha trovato la location? «Ideale, con il mare sotto i piedi, la piscina a sfioro sul mare, una bellissima vista dell’Etna, una Spa di eccezionale livello. Cosa ci può essere di più bello e di confortevole per un semplice turista o per un congressista? La piscina sarà un po’ meno grande, era una olimpionica di 50 metri, troppo grande, toglieva inutilmente spazio, basta una piscina di 35 metri, una piscina fatta per divertire, non per gareggiare».   Farete un porticciolo a mare? «Niente costruzioni, niente cemento, soltanto un approdo mobile per le barche che arrivano. Sarà un molo galleggiante come abbiamo già fatto a Sharm El Sheikh. Noi siamo fortemente ecologisti».   Avrete quindi macchinette elettriche per muoversi all’interno del resort? «Sì, ne sono previste alcune».   Conferma che ci sarà anche la pista elicotteri con agibilità notturna? «Certo che ci sarà, anche perché molti turisti arriveranno dagli Emirati all’aeroporto di Fontanarossa. Non dimentichiamo che Etihad, socia di Alitalia, ha previsto già voli diretti a Catania e anche a Venezia, Bologna e Roma».   Puntate sui congressi o sui flussi turistici? «Diciamo che punteremo su tutti e due gli aspetti per fare business. E’ una struttura che può lavorare tutto l’anno, anche d’inverno. Allargheremo le stanze riducendole di numero, saranno 420 stanze molto grandi per soddisfare le esigenze dei turisti. Di ogni due stanze ne faremo una. La sala congressi sarà allargata a 2.200 posti, lo standard giusto che vuole Hilton. In pratica daremo il massimo del confort sia a chi verrà come congressista e sia al normale turista che vuole fare una vacanza di una settimana e curarsi il corpo e la mente. Non mancherà nemmeno una chiesetta per celebrare matrimoni».   Inizialmente l’archistar scelto era David Fisher, poi è stato scelto Russell. E’ stata una scelta sofferta. E’ accaduto che Fisher aveva fatto uno schizzo, un disegno che mostrava stanze troppo piccole per gli standard Hilton. Ci fu anche una fase di stallo di quattro anni e passa per risolvere il contenzioso con la famiglia Costanzo, quando si è ripreso il discorso è stato Hilton a portare avanti il nome di Tom Russell che andava benissimo a tutti, sceicco compreso, e conosceva bene le misure Hilton avendoci lavorato per più di vent’anni.   Quanto dureranno i lavori? «Calcoliamo un anno e mezzo. Di solito un progetto parte prima, in questo caso noi stiamo disegnando e contestualmente lavorando. I lavori e il progetto cammineranno di pari passo, disegniamo a costruiamo, disegniamo e costruiamo. Le facciate saranno cambiate, ogni settore avrà la sua facciata particolare, avranno 4-5 differenti tipologie, questo perché ci sono diversi fabbricati nei 68 mila metri quadrati della Perla Jonica».   Russell era assieme all’ing. Rosario Garozzo, direttore tecnico della «Item» (al 100% dello sceicco Hamed di Abu Dhabi), all’ing. Gianluca Biscotti, project manager del contraente Volteo Energie, il cui direttore dei lavori sarà l’ing. Emanuele La Mantia. Sembra un po’ complicato, ma non lo è: in sostanza, lo sceicco acquista Perla Jonica, la Volteo Energia firma il contratto per la ricostruzione, e il tutto viene ceduto in gestione a Hilton per 20 anni più 20. C’è ancora un piccolo inciampo. L’ing. Vincenzo Costanzo vuol mantenere all’interno della Perla Jonica la villa in cui la sua famiglia fa le vacanze da decenni e ha avuto sentenza favorevole in primo grado. Ora siamo all’appello, ma forse sarebbe il caso di trovare una composizione amichevole tra persone di buon senso.   C’è una grande attesa per i posti di lavoro, che nei cantieri sarà sui 400 operai. E una volta finiti i lavori, saranno altrettanti impiegati nell’hotel quattro stelle. Attualmente a Catania ci sono 12.000 edili disoccupati, e ad Acireale 1.200. Sarà cercato personale in loco, ma nelle percentuale necessaria e sufficiente, previa consultazione con il Comune di Acireale e con i sindacati di categoria. Per quanto riguarda il personale alberghiero, le persone scelte saranno formate da istruttori Hilton. Sul sito Hilton apparirà quanto prima una postazione in cui indirizzare i curricula. Quando salutiamo mister Tom Russell, il tassista dice: «Quando l’Hilton di Capomulini comincerà a funzionare ci sarà molto lavoro anche per noi tassisti dall’aeroporto fino a Capomulini. Noi siamo una nuova compagnia. Non ci può raccomandare? ».

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