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Loris, 3 periti gratis per Veronica «per far emergere la verità»

Loris, 3 periti gratis per Veronica «per far emergere la verità»

Il legale della donna accusata dell’omicidio del figlio conferma l’autenticità della colletta lanciata su Internet per sostenere le spese difensive. E si lamenta: « Dopo 30 giorni ancora non abbiamo esiti dei test del Dna»

Di Redazione |

CATANIA – Tre docenti universitari – uno specialista in medicina legale, l’altro in neuropsicologia forense e il terzo in lettura delle immagini – e due videoforensi: sono gli esperti entrati a fare parte del collegio di difesa dell’avvocato Francesco Villardita che assiste Veronica Panarello, la 26enne accusata di avere ucciso il figlio Loris, di 8 anni, il 29 novembre del 2014 a Santa Croce Camerina, nel Ragusano. «I docenti – rivela il legale – prestano la loro consulenza a titolo gratuito, ai due esperti è stato versato un rimborso spese. E abbiamo avuto diverse offerte di professionisti disposti a lavorare senza retribuzione al caso per fare emergere la verità».   Il penalista conferma l’autenticità della colletta lanciata su Internet per sostenere le spese difensive di Veronica Panarello. «È una donna sola – sottolinea l’avvocato Villardita – con genitori che non la possono aiutare economicamente e con la famiglia del marito che ha preso le distanze da lei, ad eccezione della zia Antonella Stival». La raccolta di fondi è stata lanciata dal padre della donna,, Francesco Panarello, sulla bacheca della pagina Facebook “Veronica Panarello è innocente”, che registra oltre 2.100 “mi piace”. «Amici – scrive il nonno paterno di Loris – è l’ora di dimostrare non solo a parole il nostro sostegno a Veronica Panarello. Il suo avvocato, Francesco Villardita, ha generosamente accettato di assisterla pro bono, ma sono necessari periti ed esperti per sostenere la linea difensiva. Ovviamente ciascuno potrà contribuire secondo le proprie possibilità, se saremo in tanti anche 10 euro a testa potranno formare una somma consistente».   L’avvocato Villardita invita a «evitare speculazioni sulla vicenda» e ad inviare eventuali soldi «soltanto a Veronica Panarello, con un vaglia intestato a lei con destinazione casa circondariale di Agrigento, contrada Petrusa, piazzetta Di Lorenzo, 92100 Agrigento», dove Veronica è detenuta.   Il legale della donna si è anche lamentato perché «sono già passati 30 giorni», ma ancora la difesa non ha avuto gli esiti degli accertamenti irripetibili eseguiti in casa Stival e degli esami del Dna. «Per noi – ha spiegato il penalista – sul piano processuale e delle indagini difensive sono dati importanti. Aspettiamo di poterli avere nel più breve tempo possibile». Il legale è ancora «in attesa anche delle motivazioni del Tribunale del riesame di Catania, che non hanno ancora depositato il provvedimento, capire come hanno superato le criticità sottolineate dalla difesa» nei confronti dell’ordinanza restrittiva che tiene la donna reclusa nella prigione di Agrigento.   Il 3 gennaio scorso i giudici hanno rigettato la richiesta di scarcerazione della mamma di Loris, confermando l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 12 dicembre del 2014 dal Gip di Ragusa, Claudio Maggioni, su richiesta del procuratore Carmelo Petralia e del sostituto Marco Rota. Il Giudice delle indagini preliminari, in quell’occasione, ha anche confermato il fermo per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere eseguito tre giorni prima da polizia di Stato, squadra mobile e carabinieri di Ragusa.

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