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Meryl Streep: «Fuocoammare è da premio Oscar»

Meryl Streep: «Fuocoammare è da premio Oscar»

Di Redazione |

BERLINO – La vittoria di “Fuocoammare” se l’aspettavano tutti da giorni. La reazione di Meryl Streep, invece, no. L’attrice americana ha davvero spiazzato il cast di Gianfranco Rosi, a Berlino. «Meryl Streep mi ha detto, tenendomi per mano: “questo film può vincere l’Oscar. Farò di tutto perché sia portato negli Usa”», ha raccontato Donatella Palermo, produttrice del documentario italiano, all’indomani dell’Orso d’Oro conquistato alla Berlinale. La commozione sul palco della premiazione era stata già evidente. E i racconti del giorno dopo confermano l’impressione, ritraendo la presidente della giuria 2016 particolarmente espansiva con tutti, e profondamente colpita, scossa dal lavoro su Lampedusa, (già uscito nelle sale italiane il 18 e prodotto da 21uno Film, Stemal Entertainment, Istituto Luce città e Rai Cinema).

“Fuocoammare” avrebbe convinto tutti i giurati fin dal primo momento: “È questo il film”, avrebbero detto subito all’unanimità, secondo quanto è stato riferito all’entourage di Rosi. E il film, quei i giurati, proiezione dopo proiezione, “non li ha mai lasciati”. Più intimidito dagli elogi il regista.

È comunque proprio Rosi a raccontare, prima di ripartire per l’Italia, dell’entusiasmo del direttore del festival: “Dieter Kosslick alla fine si è tolto la spilla dell’Orso d’oro dalla giacca, che aveva con sé da 15 anni, e l’ha appuntata alla mia”, ha riferito dopo essersi fatto un pò pregare, ancora incredulo del gesto. “Lui ha voluto la spilla delle coordinate di Lampedusa”. Del resto il vincitore sembra quasi disorientato da questa Berlino: “Abbiamo avuto un’accoglienza straordinaria, da tutti: pubblico, giuria, stampa internazionale”, ha aggiunto, spiegando di essere rimasto particolarmente colpito dal “calore, dalla partecipazione e dall’adesione” trovati qui.

La profonda comprensione che il festival ha avuto, per una pellicola in grado di raccontare l’emergenza umanitaria dei migranti, proprio nel momento in cui l’esodo di massa verso l’Europa divide il continente e angoscia la cittadinanza, era stata già palese dalle parole che lei, Meryl Streep, ha pronunciato sul palco, motivando la consegna dell’Orso d’Oro: “Noi siamo stati davvero travolti dalla forza particolare di un film, che collega arte e comprensione politica – ha detto -. E questo è il cuore della Berlinale”.

“Fuocoammare” ha insomma colto nel segno e segnato questo festival, rompendo in qualche modo argini e schemi, in terra tedesca: è il primo documentario a vincere il concorso dei film, e uno dei rarissimi ammessi alla competizione diretta. Perfino il rito finale è saltato: Kosslick ha dovuto rinunciate alla frase con cui chiude la cerimonia, proclamando la fine della Berlinale ogni anno. È stato investito dall’entusiasmo dei lampedusani, che hanno invaso il palco per festeggiare.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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