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Teatro Bellini, il paradosso del sovrintendente

Teatro Bellini, il paradosso del sovrintendente

Di Ombretta Grasso |

Il giorno in cui aveva presentato con un colpo di teatro, proprio sul filo di lana, la sua candidatura al San Carlo di Napoli si capiva già che qualcosa non stava andando per il verso giusto. Perché Rosanna Purchia, nominata il 6 marzo sovrintendente del Bellini di Catania dal Consiglio d’amministrazione guidato dal sindaco Enzo Bianco, avrebbe dovuto presentare quattro giorni dopo la propria candidatura in un altro teatro? Ieri la Purchia è stata nominata sovrintendente proprio del San Carlo con 4 voti favorevoli e 1 contrario, quello del sindaco De Magistris. E la domanda è rimasta a volteggiare su Catania e sul suo Teatro.   Perché mentre i giochi si muovevano a Napoli con la Purchia in gara, spinta da più parti e pronta a vincere, avendone già sulla carta i numeri, il Cda del Bellini si trincerava dietro un presunto, e certo ingiustificabile, riserbo in attesa «del risolversi di una delicata situazione» tutta politica combattuta all’ombra del Vesuvio che ogni giorno di più ha dato lo spiacevole retrogusto di Catania come seconda scelta.   Una vicenda paradossale che lascia il Bellini ancora senza vertice e senza un progetto chiaro per il futuro. Già a fine gennaio circolava per il Bellini il nome della Purchia, per molti anni nell’amministrazione del Piccolo Teatro di Milano, ex sovrintendente al San Carlo, da più parti definita «vicina al ministero dei Beni culturali». Ma perché allora questa improvvisa fretta della nomina al Bellini pur sapendo quale scontro in quegli stessi giorni si stesse combattendo a Napoli e come pubblicamente i soci dell’ente si fossero già espressi in favore della Purchia?   Tutto sembra costruito ad arte per confondere le acque a Napoli, una manovra, un diversivo, suggerisce la stampa partenopea. Ma perché il Cda del Bellini e il suo presidente, il sindaco Bianco, dovrebbero nominare qualcuno che per motivi diversi, anche politici, oltre che di provenienza e di nascita napoletana, sta per essere nominato al San Carlo? E tutto questo con il disinteresse della Regione che dimostra sempre più quanto Catania sia lontana da Palermo. E chi è che adesso fa una brutta figura? E a chi serve?

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