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Catania, Pronto soccorso Policlinico: la parola passa alla politica

Di Giuseppe Bonaccorsi |

L’ultima novità che emerge dal lungo iter di avvicinamento all’apertura della nuova struttura universitaria arriva da ambienti del Policlinico. Secondo queste voci poco più di una settimana fa la direzione dell’azienda sanitaria avrebbe inviato una lettera all’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, chiedendo la convocazione di una riunione ad hoc per fissare tempi e chiedere autorizzazioni per avviare le procedure e disporre lo spostamento dei reparti dal vecchio Ove alla nuova struttura di via Santa Sofia. I vertici del Policlinico avrebbero anche detto all’assessore di essere ormai pronti (sembra entro questo mese) per aprire il reparto aggiungendo che tutti i macchinari, le due Tac e l’angiografo, sarebbero stati già montati e collaudati.

La lettera servirebbe anche per «passare la palla» delle decisioni alla politica, alla quale adesso spetta l’ultima parola per avviare l’iter finale della macchinosa operazione che migliorerà la dotazione sanitaria di emergenza di tutta la città. Il reparto del Policlinico in effetti è un reparto studiato nei minimi particolari, attrezzato di tutto punto (munito anche di una elisuperficie già messa in funzione in occasione del G7) e corrisponde agli standard per l’assistenza dei pazienti in fase di emergenza. E’ chiaro però che un avvio così atteso, ma delicato per gli assetti futuri dei punti di emergenza necessita di decisioni ferme da parte della politica che ancora, però, non sono arrivate. Ad esempio non si conosce ancora, una volta avviato il trasferimento dei reparti, cosa rimarrà al vecchio Vittorio sino all’apertura del San Marco, se un Pte, se una postazione del 118 con alcuni reparti di emergenza, se addirittura un Mcau vero e proprio. Insomma tutto sembrerebbe ancora in alto mare col rischio che una volta pronti il Policlinico rimanga in stand by almeno sino alla fine della lunga tornata elettorale.

L’assessore Gucciardi, raggiunto per telefono, si limita al momento a dichiarare che «Policlinico e San Marco sono delle priorità». Ma non si sbilancia più di tanto, aggiungendo che allo stato ci stiamo occupando delle procedure per avviare la Rete ospedaliera. In questi giorni siamo stati molto impegnati. Avviare le procedure non è stato semplice ma già da ieri sono cominciate le prime assunzioni a tempo indeterminato di anestesisti. Adesso ci occuperemo, da lunedì in poi, anche di tutto il resto e vedremo che percorso fare. Ovviamente se apriamo le strutture e non avviamo contemporaneamente le procedure di reclutamento del personale poi saranno guai. Comunque Policlinico e San Marco per noi sono delle priorità, ci mancherebbe altro…». Bisognerà capire che genere di priorità verrà disposta e che tempi ci vorranno per la piena attuazione di un obiettivo – quello della ultimazione dei lavori al Pronto soccorso del Policlinico – ormai raggiunto e a breve sotto gli occhi di tutti, con i suoi ampi locali riservati all’accoglienza, le due Obi, una per eventuali pazienti infettivi e l’angiografia per i pazienti con gravissime emorragie.

Per tornare al gioco ad incastro, da tempo si parla anche di un rafforzamento dell’area di emergenza del Garibaldi per far fronte alla chiusura del Vittorio Emanuele (che peraltro allo stato non avrebbe neanche la certificazione antincendio), ma allo stato ricorsi e ritardi avrebbero rallentato l’avvio del cantiere per il nuovo padiglione Pronto soccorso che sorgerà nell’area nord del vecchio ospedale, al posto della palazzina delle Malattie infettive. Nel frattempo si attende l’ultimo passaggio alla Tecnis per l’amministratore straordinario che stabilirà le ultime tappe di ultimazione dei lavori anche del nuovo ospedale San Marco. Il rischio è che queste variabili e l’imminente avvio di una lunga campagna elettorale paralizzino tutto.

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