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Catania s’infiamma su via Dusmet: pedonale o da riaprire al traffico?

Di Maria Elena Quaiotti |

CATANIA – La zona pedonale di via Dusmet riaprirà o no al traffico? La richiesta è stata avanzata nuovamente dagli operatori della Pescheria e tra i commercianti gira insistente la voce che la riapertura avverrà entro fine agosto. Dall’amministrazione comunale non arriva ancora nessuna conferma circa una eventuale data, ma ben ci si ricorda della promessa fatta in campagna elettorale: «L’intenzione del sindaco Salvo Pogliese è quella – conferma l’assessore al Commercio, Ludovico Balsamo – bisognerà prendere le opportune precauzioni affinché non si riformi la doppia fila delle auto: la riapertura permetterà di recuperare parecchi parcheggi in una zona dove scarseggiano, oltre a consentire agli automobilisti di raggiungere via Plebiscito da via Dusmet senza finire imbottigliati su piazza Alcalà assieme agli automobilisti che proseguono per via Cristoforo Colombo».

I commercianti e gli abitanti del “vero centro storico di Catania”, come non mancano di definirlo, ricordano bene il provvedimento di chiusura del tratto stradale, partito lunedì 28 novembre 2016: «Non solo non si è raggiunto l’obiettivo prefissato di diminuire il livello del biossido d’azoto nel centro – spiega ancora Balsamo – ma anzi lo ha notevolmente aumentato, creando delle interminabili file a partire da piazza dei Martiri, da dove ogni mattina si procede a passo d’uomo. Infine, la chiusura ha causato notevoli danni a tutti gli operatori commerciali della Pescheria, che in alcuni casi hanno dimezzato i loro incassi. La richiesta di riapertura è stata avanzata da tutti gli operatori, inascoltati dalla passata amministrazione».

Ma la riapertura al traffico della strada divide commercianti e residenti. Se per questi ultimi la chiusura ha significato una «maggiore pace pur con alcuni limiti», per i commercianti, alcuni molto scettici sul mantenimento della promessa, riaprire la strada significherebbe rivitalizzare il loro fatturato calato, in alcuni casi, del 70% con relativi licenziamenti obbligati.

«Solo noi residenti ne abbiamo tratto giovamento – sottolinea Sebastiano Cavallaro – in quanto a silenzio e tranquillità. Ma creare un’isola pedonale senza prevedere i servizi necessari ai pedoni ha mostrato tutti i suoi limiti: nelle altre città vengono garantite navette, parcheggi, puntualità dei mezzi pubblici e pensiline adatte, specie quando fa molto caldo. A Catania una signora anziana che viene in Pescheria rischia di aspettare un mezzo per ore sotto il sole cocente, cosa che sfiancherebbe perfino un ventenne. Senza dimenticare il progetto mai partito di bike sharing, del quale l’unica cosa che resta sono le pensiline con pannelli fotovoltaici in piazza Alcalà utilizzate per tutto tranne che per noleggiare biciclette elettriche».

E il tema dei parcheggi e dei mezzi pubblici insufficienti per raggiungere il cuore pulsante della città è una delle cose che accomuna residenti e commercianti: «Si parla del prolungamento della metropolitana fino al porto – afferma Nino Bonaccorso, presidente del Comitato mercato storico “La Pescheria”, che raggruppa un centinaio di operatori commerciali – abbiamo già suggerito informalmente al sindaco l’opzione, a costo zero, del ripristino della fermata del treno a piazza Currò, ormai inutilizzata ma potenzialmente utilissima come fermata della metropolitana per il centro storico. Certo, servirebbe un interessamento dell’Amministrazione presso il ministero dei Trasporti: noi siamo sicuri che sarebbe una soluzione importante per rivalutare un intero quartiere che vive di commercio. Ma bisognerebbe anche risistemare le strade, mantenendo il caratteristico basalto lavico: le persone camminando inciampano e cadono ormai quotidianamente, ed è molto pericoloso. Oltre a dover fermare l’abusivismo, cresciuto ormai a dismisura».

«Il parcheggio Borsellino è utile, ci mancherebbe, ma è piccolo: sono 100 posti auto con la rimessa degli autobus che occupa lo spazio più grande, rimessa che potrebbe essere spostata al Faro Biscari. Mancano inoltre adeguati servizi igienici – aggiunge Saretto Lanzafame, macellaio ed ex consigliere comunale – per uno dei fiori all’occhiello della città. In effetti i servizi igienici di via Lavandai, proprio dietro Villa Pacini, gestiti dalla Multiservizi per conto del Comune e costruiti ormai 35 anni fa, si trovano oggi in condizioni pietose: non e il miglior biglietto da visita per i tanti turisti che affollano la città.

«Riaprire via Dusmet sarebbe una svolta importante – commenta il fruttivendolo Rosario Adonia, che lamenta un calo d’affari di almeno il 50% – dovremmo tornare con le bancarelle sul marciapiede, certo, ma dovrebbero anche essere garantiti i controlli su abusivi, parcheggi, viabilità alternativa». Perché, nonostante la chiusura al traffico, molte auto infrangono sistematicamente il divieto, con i vigili urbani che vedono e non intervengono, oltre alla presenza di cartelli stradali contraddittori (prima un divieto d’accesso e poi la possibilità di parcheggiare), senza contare l’assenza di un’adeguata segnalazione della presenza del parcheggio Borsellino.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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