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Catania, “movida violenta”: la Prefettura corre ai ripari e chiude la via Sangiuliano

Dopo le risse e gli schiamazzi prevista la chiusura al traffico il sabato dalle 21 alle 4. Senso unico di marcia in via Manzoni

Di Maria Elena Quaiotti |

La Prefettura ha deciso di chiudere da sabato nuovamente al traffico ogni sabato dalle 21 alle 4 e per almeno un mese, via Sangiuliano nel tratto compreso fra via Manzoni e via Ventimiglia. La decisione è stata presa anche alla luce delle risse di sabato scorso in via Coppola e piazza Scammacca.

La chiusura richiederà un piano alternativo di viabilità, con l’inversione del senso di marcia di via Manzoni, la polizia locale presidierà tutti gli accessi della nuova “zona pedonale”. Più in dettaglio, già da sabato 1 aprile sarà chiusa al traffico via Antonino di Sangiuliano, dalle ore 21.00 alle ore 4.00 del mattino del giorno successivo, nel tratto compreso tra la via Mons. Salvatore Ventimiglia e la via Alessandro Manzoni, della corsia ovest di piazza Manganelli e della via delle Finanze. Nella stessa ordinanza, per la stessa fascia oraria, viene istituito il senso unico di marcia in via Alessandro Manzoni, nel tratto e nel senso da via Antonino di Sangiuliano a piazza Stesicoro (corsia sud) nonché l’interdizione della sosta in varie vie limitrofe.

La comunicazione era stata data mercoledì in Prefettura alle associazioni di categoria di esercenti e commercianti «senza nessun contraddittorio, una decisione già assunta – denuncia Giovanni Trimboli, presidente ristoratori Fipe Confcommercio – prefetto, questore e comandante della polizia locale hanno “alzato le mani”, da una parte dicono di non avere risorse, dall’altra che hanno le mani legate perché per contrastare bande, o comunque raggruppamenti di persone che esercitano violenza o dolo verso cose o persone, serve l’utilizzo di tante risorse umane con zero risultati, perché poi la magistratura li rimette in libertà dopo pochissime ore. Si è così deciso di mettere nel calderone e danneggiare anche chi non c’entra nulla, cioè le attività commerciali sane, che rispettano le regole e non attirano clientela che disturba».

Per Trimboli «andrebbero piuttosto colpite le attività che si permettono di vendere alcool a basso costo e a minorenni. La decisione di chiudere ci farà davvero chiudere, ma le serrande, in questo modo è la legalità in città che pagherà il prezzo più alto, con i residenti fra l’incudine e il martello della maleducazione manifesta da anni senza essere mai stata davvero contrastata».

Da piazza Scammacca è Nicola Vitale, uno dei soci fondatori del progetto omonimo sottolinea: «Ci aspettavamo la rissa? Prima o poi sì, quella sera tra l’altro avevamo a cena tutta la compagnia del “Bellini” con ospiti che venivano da fuori: tenori, direttori d’orchestra. Non è stato un bel messaggio da mandare. Da quando abbiamo aperto, circa otto mesi fa, con l’avvio della Ztl la situazione si è tranquillizzata riducendo gli assembramenti di ragazzini completamente fuori controllo solo al sabato, e dalle 23 alle 2-3 di notte. Il problema principale è che la Ztl ha telecamere solo in ingresso e non in uscita, la piazza diventa una zona franca dove minorenni, fumano, riescono ad avere alcool a basso costo da consumare liberamente, sono senza regole e controlli. Finché qui non ci sarà un presidio di forze dell’ordine le cose non potranno cambiare, sono convinto che basti questo. Noi abbiamo realizzato tante attività culturali, fatto presidio con vigilanza a pagamento e appurato che in quel frangente i ragazzini, che non rientrano nel nostro target di clientela, sono stati i primi a “farsela alla larga”. Se tutti i locali avessero un target diverso, non si sentirebbero a casa loro e rispetterebbero le regole, forse più degli altri».

C’è poi piazza Bellini, zona pedonale regolarmente infranta, preda di fuochi d’artificio a mezzanotte e bottiglie spaccate contro i palazzi, ma anche sfregi – l’ultimo alla fontana in mezzo alla piazza – da dove Santi Comis, titolare di una gelateria, commenta: «Se limitare la viabilità ha lo scopo di ostacolare in maniera efficace ed efficiente i vandali, sono più che favorevole. Il problema è che anche quando ci sono le forze dell’ordine non intervengono, perché?».

Suggerimenti, accolti, sono arrivati da Assoesercenti: «Tutti i locali rispettino l’orario di chiusura e impediscano l’asporto di alcool – rileva Salvatore Politino – pena multe salate; le forze dell’ordine presidino e non simbolicamente, piazze e strade, si istituisca un numero breve per le segnalazioni urgenti dei cittadini».

«La mala movida è un problema sociale, non si può affrontare come un mero fatto di sicurezza da delegare alla presenza delle forze dell’ordine – sottolinea Tommaso Vendemmia, segretario Siap (sindacato italiano appartenenti polizia) – noi abbiamo già chiesto alla politica, attraverso la Prefettura, di legiferare e mettere le forze dell’ordine nelle condizioni di poter agire, ma anche redistribuire tutte le forze messe in campo, oggi impegnate su più fronti e al limite dei doppi turni. I minori non rispettano la divisa, se interveniamo veniamo condannati dai social, eppure noi rappresentiamo la legge. In questo caso al prefetto chiediamo: quale legge? Catania rispetto ad altre città sta meglio, ma bisogna intervenire per evitare le risse e non dimentichiamo i minori vedette della droga. La situazione è così da dieci anni. Abbiamo avuto diversi questori e prefetti, ma è sempre la stessa storia. Dunque, a essere sbagliata è la politica sulla sicurezza».

Previsto un piano alternativo di viabilità e vigili urbani agli accessi della zona pedonale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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