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Operazione Enigma, raffica di condanne per il clan dei Carcagnusi

Di Orazio Provini |

CATANIA – Mano pesante dei giudici della terza sezione del tribunale che hanno emesso la sentenza di primo grado del processo nato dall’operazione “Enigma”, eseguita nel 2015 dagli uomini della squadra Mobile, con il coordinamento della Procura che chiese e ottenne dal Gip l’emissione di un provvedimento cautelare a carico di 29 persone, 5 gli imprenditori che finirono ai domiciliari e accusati di avere amicizie all’interno del gruppo.

Gli altri 24 che finirono in manette erano affiliati non solo al clan dei “carcagnusi”, gli uomini legati al boss Sebastiano “Nuccio” Mazzei, per i quali sono scattate le condanne, ma anche a quello dei Cappello e alla stessa famiglia Santapaola, con cui gli esponenti di Mazzei avrebbero fatto affari.

Estorsioni, rapine e traffico di sostanze stupefacenti i reati contestati, ma anche quello che allora venne definito dagli inquirenti come una sorta di novità; il recupero crediti che quegli imprenditori, appunto, non riuscivano più a incassare. Così si pensò che per ottenere quel che spettava loro dovessero rivolgersi a chi utilizzava uomini e metodi non certo usuali. Al termine del processo la sentenza. Non luogo a procedere per Sebastiano Mazzei (difeso dagli avvocati Francesco Antille e Salvo Pace), i giudici hanno accolto l’eccezione difensiva di “ne bis in idem” (precedente giudicato) in quanto non si poteva condannare perché l’azione penale è improcedibile (l’eccezione difensiva ha fatto riferimento a una sentenza della Corte di Cassazione sul divieto del ne bis in idem) , il pm Rocco Liguori aveva chiesto per lui 19 anni.

Queste le altre condanne sancite: Acciarito Guido (14 anni e sei mesi, più sedicimila euro di multa); Avellino Giuseppe (15 anni e quindici mila euro); Cosentino Paolo (9 anni e novemila euro); Cosentino Salvatore (10 anni); Cutuli Andrea Diego (13 anni e sei mesi e trentanovemila euro di multa); D’Agostino Giuseppe, cl. ‘74 (20 anni e sei mesi, più quarantaseimila euro); D’Agostino Giuseppe, cl.’81 (12 anni e settemila euro); Di Gregorio Salvatore ((8 anni e trentaseimila euro); Ganci Concetto (9 anni e novemila euro); Grasso Costantino (23 anni e otto mesi, più sessantadue mila euro); Grasso Domenico Antonino (11 anni e sei mesi e diecimila euro); Grazioso Alfio (17 anni e quarantuno mila euro); Papa Giovanni (9 anni e sei mesi più duemila euro); Renda Francesco (19 anni e cinquantanovemila euro); Di Mauro Daniele (7 anni e quattro mesi, più tremila euro); Santonocito Mirko Antonino (9 anni e novemila euro); Chinnici Giuseppe (9 anni e novemila euro); Terranova Francesco Alfio (7 anni e duemila euro); Miuccio Giovanni (8 anni e sei mesi più duemila euro). Fra novanta giorni le motivazioni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA