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Covid, «Buoni risultati sui pazienti curati col plasma iperimmune»

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Catania – Questione Ivermectina sollevata dal prof. Bruno Cacopardo, primario di Malattie infettive del Garibald Nesima che ha guarito in 48 ore quattro pazienti gravi con poche pillole di antiparassitario e un medico che si è curato da casa dietro disposizioni del professore e non solo in 24 ore non aveva più sintomi ma al tampone effettuato è risultato completamente negativizzato. La notizia dei buoni risultati riscontrati nel reparto di Cacopardo ha destato massima attenzione in numerosi medici e primari che oggi combattono nei reparti con i sintomi del virus e si sta diffondendo l’opinione – avvalorata anche dai numerosi studi sul farmaco – che la molecola antiparassitaria possa essere uno strumento efficace e in più se inserito all’interno del protocollo di cura tuttora in atto. Va aggiunto, inoltre, che tra qualche giorno il reparto di Cacopardo avrà la risposta per l’inserimento nel programma di sperimentazione con gli anticorpi monoclonali che hanno già ottenuto il via libera dall’Aifa.

Sulla invermectina, invece, anche il primario della Pneumologia Covid del Cannizzaro, Sandro Distefano, esce allo scoperto e si dice interessato a utilizzare il farmaco antiparassitario contro scabbia e pidocchi per evitare che i pazienti con polmonite bilaterale finiscano in rianimazione. «Ho sentito il collega alcuni giorni fa – spiega Distefano – e propendo per utilizzare anche nel mio reparto l’Ivermectina. Ovviamente sono molto interessato da tutti i farmaci che potrebbero dare una speranza in più ai nostri malati Il nuovo farmaco di cui si sta occupando prevalentemente il collega prof. Cacopardo vorrei presto averlo in reparto per poterlo somministrare in particolare a quei pazienti che rischiano di finire intubati e per questo chiederò ala mia direzione di poterlo trattare». «Per quanto concerne le cure in atto devo aggiungere che il protocollo che prevede la somministrazione del plasma iperimmune sta dando buoni risultati. La mia esperienza mi fa dire che l’apporto del plasma si sta rivelando un’arma molto importante per tirare fuori dal Covid parte de nostri pazienti».

Quanti casi avete già trattato col plasma?

«Più di otto e tutti sono migliorati sensibilmente nel volgere di poco tempo e la ripresa ci ha anche stupito. Somministriamo il plasma già a pazienti che sono sottoposti ad ossigeno ad alti flussi, quindi pazienti mediamente gravi. E i risultati sono arrivati e siamo soddisfatti, per cui procederemo su questa strada e intensificheremo anche la somministrazione di sacche».

Distefano ha aggiunto che oltre al plasma e all’ossigeno anche il cocktail di farmaci come Rendesivir e Baricitinib sta dando risultati soddisfacenti a tal punto che in senso generale i ricoveerti nelle terapie intensive si sta riducendo. Sempre per quanto riguarda il plasma iperimmune anche al Garibaldi ci sono risultati soddisfacenti e il farmaco, prodotto grazie al sangue dei pazienti guariti, viene utilizzati in quasi tutti i reparti di coronavirus del Garibaldi. Poco tempo fa a una anziana ultraottantenne è stata somministrata una partita di plasma ai primi sintomi del Covid e la signora si è ripresa rapidamente.

Sul fronte dei numeri ieri Catania ha fatto registrare altri 211 nuovi casi giornalieri e un accesso negli ospedale pressoché costante. Segno evidente che il Covid purtroppo circola ancora su tutto il territorio, ma non si riscontra un aumento preoccupante dei nuovi positivi che poco più di una settimana fa aveva sfiorato i 600 casi giornalieri. Gli esperti sono fiduciosi che l’effetto vacanze natalizie e di Capodanno si sta esaurendo e presto la curva segnerà una progressiva discesa grazie anche alle ultime settimane trascorse in una zona rossa che molti cittadini, al di là dei soliti strafottenti, sta rispettando col distanziamento e l’uso corretto della mascherina.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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