Notizie Locali


SEZIONI
Catania 11°

Asp

Covid, il congedo di Liberti dopo 32 mesi di gestione a Catania: «Speriamo di non tornare indietro»

Il commissario dell'Area Metropolitana per la gestione della pandemia ha salutato i "suoi ragazzi" che nei mesi più "caldi" hanno lavorato per il contenimento dell'emergenza

Di Maria Elena Quaiotti |

Situazione sotto controllo, per ora, sul fronte del Covid: sarà l’Asp a decidere se e come mantenere aperto il punto tamponi al Maas in strada Passo del Fico, che ormai abbiamo imparato a conoscere e, come confermato dal direttore generale Maurizio Lanza, non dovrebbero esserci controindicazioni in tal senso; se si dovesse decidere di riaprire il “Covid Test area” anche all’aeroporto Vincenzo Bellini, l'Asp metterà a disposizione il personale, anche se l'ordinanza regionale non è ancora stata emessa, si attendono indicazioni in merito. Per ora, comunque, non sembra ancora esserci una stretta esigenza in tal senso. Restano sotto attenzione gli ospedali, dove una ripresa di casi critici è invece attesa verso la fine di gennaio e, come dice il commissario Covid, Pino Liberti, che a fine anno cesserà l'incarico ricoperto per 32 mesi, «il sistema è ormai rodato».  Proseguono le vaccinazioni in via Pasubio, ormai si va avanti al ritmo di 80 tra quarte e quinte dosi al giorno, con circa la metà degli utenti che chiedono anche la somministrazione del vaccino antinfluenzale.

Liberti ha voluto congedarsi dai “suoi” ragazzi a modo suo e lo ha fatto ieri in una sala piena riservata per l'occasione, erano presenti anche i vertici Asp e delle aziende sanitarie, e l'emozione era palpabile per la fine di quella che ha definito «una fase importante della mia storia professionale: la guida dell'ufficio emergenza Covid».

Commissario, non neghiamo che ci saremmo aspettati una proroga del suo incarico, perché la situazione che si prospetta non sembra così rosea. «L'importante è che siano stati prorogati i ragazzi perché, come ho avuto modo di ripetere più volte, i commissari sono stati e sarebbero stati utili, ma non assolutamente necessari. Il personale invece lo è, vista la curva epidemiologica attuale e viste le notizie non confortanti che arrivano dalla Cina, e non solo, certo. Ma in Cina in particolare in questo momento c'è una situazione di vaccinazione scarsa e il tentativo di arrivare al “Covid zero” ha fatto sì che il virus circolasse pochissimo, il che significa che adesso ci ritroviamo con una popolazione non immunizzata. E nel momento in cui, in Cina, hanno deciso di “liberalizzare” il virus ha ricominciato a circolare in maniera vorticosa, il risultato è l'aereo arrivato l'altro giorno dove un passeggero su due risultava essere positivo al Covid. Quindi è chiaro che il Covid c'è stato, c'è, probabilmente ci sarà ancora. Non sappiamo con quale tipo di virulenza, speriamo di non tornare indietro nel tempo e rivivere situazioni che abbiamo già vissuto, però va ricordato che la copertura vaccinale in Italia e in Europa ci garantisce. Chi non è garantito sono, al solito, i soggetti fragili e gli anziani. E su di loro bisogna fare ancora molta attenzione e avere molta cura».

Com'è la situazione negli ospedali in questo momento?  «È sotto controllo. Non dobbiamo dimenticare però che d'inverno, oltre al Covid, c'è anche l'influenza, il virus respiratorio sinciziale, ma anche tutta una serie di virus “opportunisti” che diventano più ridondanti, e sono tutta una serie di coronavirus non Covid che provocano una sintomatologia che può essere leggera, ma può diventare più importante. A mo' di esempio posso dire che, l'altro giorno, visitando un reparto Covid, ho trovato cinque meningiti: anche le meningiti sono malattie opportunistiche che si evidenziano più d'inverno e finiscono per gravare sulle strutture che devono occuparsi anche di Covid. È una situazione che va tenuta sotto strettissimo controllo e le autorità sanitarie credo siano in grado di farlo. Per quanto riguarda il Covid credo che le strutture siano ormai rodate e che questi ragazzi possano continuare a fare un lavoro che ormai conoscono alla perfezione. A loro stasera va il mio augurio di una “buona vita” e spero anche che una politica “illuminata” riconosca loro, così come già successo, l'efficacia del lavoro fatto: si tratta di professionalità che non vanno disperse».  E la gratitudine dei “suoi ragazzi” ieri non è certo mancata, così come qualche lacrimuccia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA