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E’ il Green Pass Day: tra consensi e proteste via al “passaporto” per la vita quotidiana

Gli esercenti di bar e ristoranti sono pronti al controllo dei green pass dei clienti «ma non ad una eventuale verifica dei documenti di identità»

Di Manuela Tulli |

C'è chi è pronto e chi invece protesta ed è preoccupato per le nuove regole. L’Italia si prepara così al Green Pass Day: da oggi la certificazione verde sarà come un "passaporto" per vivere molti momenti di svago e della vita quotidiana. Tutto per arginare le nuove varianti del Covid e rendere sicuri, tra vaccinazioni e tamponi, i luoghi di massima convivenza. Arriva nel frattempo l’esenzione per chi si era sottoposto alla sperimentazione del vaccino italiano ReiThera; vale fino al 30 settembre in attesa di ulteriore approfondimenti. Il Green Pass è pronto anche per gli italiani vaccinati all’estero. 

Intanto sono rientrati in Italia tutti i ragazzi che erano stati bloccati a Dubai a causa di un focolaio di Covid, scoppiato durante una vacanza studio. I ragazzi erano partiti tra fine giugno e inizio luglio. Hanno tutti dai 15 ai 18 anni, ma la maggior parte di loro è ancora minorenne. I gruppi sarebbero dovuti tornare dopo due settimane ma pochi giorni prima della partenza erano stati diagnosticati undici casi positivi. 

Da oggi dunque le nuove regole. Gli esercenti di bar e ristoranti sono pronti al controllo dei green pass dei clienti «ma non ad una eventuale verifica dei documenti di identità», avverte la Fipe. Le associazioni del turismo "brindano" invece al fatto che il pass non sarà necessario negli hotel. 

 Ma non mancano le proteste. A Torino di nuovo in piazza i "No Green Pass", mentre a Genova sono salite a 18 le denunce per i reati commessi durante la manifestazione contro vaccini e Green Pass delle scorse settimane. Sempre al Nord, c'è il caso dell’albergo "no mask" a San Candido, Bolzano. Il Cavallino Bianco, che si trova nella piazza centrale del borgo ai confini con l’Austria, potrà restare aperto ma l’albergatore dovrà pagare la multa e soprattutto rispettare d’ora in poi tutte le misure anti-contagio. 

A Rimini tutto è pronto per chiedere il pass per spettacoli e musei, e anche per le manifestazione pubbliche come Al Meni, il circo gastronomico guidato dallo chef Massimo Bottura che si accinge ad essere il primo grande evento con certificazione verde della riviera. Il pass servirà inoltre per gli spettacoli all’aperto in alcuni luoghi della città e il Comune metterà a disposizione anche tamponi gratuiti. Sempre sulla riviera romagnola, a Riccione, il tradizionale ballo del liscio si converte, in chiave anti-Covid, in danza da seduti; l’idea è della balera Verdemare. 

A Napoli si respira invece un po' di preoccupazione: «Ci sentiamo delle cavie – afferma Massimo Di Porzio, presidente Fipe Confcommercio Campania -. Ancora una volta ci troviamo di fronte a un provvedimento che per noi costituisce una restrizione. Si continua a penalizzare solo la ristorazione». Gli scavi di Pompei si attrezzano e da domani offriranno ai visitatori test rapidi gratuiti. 

 Da oggi al Policlinico di Bari sarà possibile per i visitatori accedere nei reparti mostrando il green pass. L'accesso dovrà essere concordato con il reparto e sarà ammesso un solo visitatore che dovrà indossare la mascherina. 

A Palermo invece è stata annullata «Musica Vera», rassegna organizzata con l’intento di devolvere parte del ricavato dei biglietti alla ricerca contro i tumori rari. A Borgetto, sempre nel palermitano, il proprietario di una palestra ha affisso sull'ingresso un cartello di protesta contro le nuove regole: "Qui non chiediamo il green pass per entrare. Ce l’hai? Bene. Non ce l’hai? Va bene ugualmente». Anche il gestore del bar Rosalba a Palermo si schiera contro il green pass. Nella vetrina ha esposto un cartello: «In questo esercizio possono entrare: bianchi, gialli, neri, omosessuali, marziani, animali, vaccinati e non senza nessuna distinzione. Per noi i nostri affezionati clienti sono tutti uguali. Vi aspettiamo». 

Eppure da oggi il green pass è obbligatorio per entrare nei ristoranti al chiuso e consumare al tavolo anche nei bar. L’articolo 9 bis al decreto di luglio prevede l’impiego della certificazione verde anche per spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive; musei e altri istituti e luoghi di cultura; piscine, palestre, centri benessere – compresi quelli collocati all’interno di strutture ricettive – al chiuso; sagre, fiere, convegni e congressi; centri termali, parchi tematici e di divertimento; centri culturali, sociali e ricreativi limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi e le relative attività di ristorazione; sale gioco, scommesse, bingo e casinò; concorsi pubblici.

Per chi viola le regole o non effettua i controlli è prevista una sanzione da 400 a 1000 euro sia a carico dell’esercente sia dell’utente. Se le violazioni si ripetono in 3 giorni diversi, l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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