Cronaca
A Catania si comincia già a pensare alla festa di Sant’Agata: come sarà?
CATANIA – Se il 2020 fosse stato un anno come tutti gli altri, sulla Festa di Sant’Agata di febbraio sapremmo già tutto. La macchina organizzativa si sarebbe già messa in funzione dall’inizio dell’autunno, sarebbe stato stilato faticosamente il programma ufficiale che, fra la fine di novembre e comunque entro Natale, sarebbe stato reso noto nel corso di un incontro ufficiale. Ma quel “se” iniziale ha spazzato tutti i ritmi e tutti i programmi e, dal 6 febbraio dello scorso anno, il busto reliquiario si trova conservato nella sua “cammaredda” in Cattedrale. Senza alcuna previsione reale per la festa del 2021, se non un pesante silenzio.
Riepiloghiamo: nel febbraio scorso il Covid era già in arrivo e anzi, alla luce delle notizie più recenti, era già presente nella popolazione. Ma, in assenza di qualunque restrizione da parte delle istituzioni centrali, tutto si svolse regolarmente. E forse, un giorno, qualcuno attribuirà a una speciale intercessione della Patrona l’assenza di qualunque contagio pur tra le migliaia e migliaia di devoti e turisti che si sono ammassati nelle strade catanesi per seguire Agata.
Più volte, durante il primo picco della pandemia in primavera, i devoti chiesero a gran voce che il busto reliquiario di Sant’Agata, al quale i cittadini sono visceralmente legati, fosse esposto sull’altare principale della Cattedrale “per almeno un giorno via web”, come si disse, per fare da barriera al diffondersi della pandemia. Solo il 31 marzo la richiesta corale venne parzialmente accolta. Non il busto reliquiario, ma il Velo di Sant’Agata venne prelevato dalla Cammaredda per essere segno concreto di una richiesta di intercessione Celeste come già avvenuto nel 1886 per la peste.
«Oggi – sottolineò l’arcivescovo – venendo incontro alle richieste di tanti fedeli, rinnovo la preghiera per la cessazione della pandemia alla presenza del Velo di Sant’Agata e con la partecipazione del sindaco Salvo Pogliese a significare che tutta la Comunità si rivolge con tanta fiducia all’amata nostra Patrona».
Poi l’estate, con la sensazione che il peggio fosse passato. E con la Festa d’agosto in ricordo del ritorno del corpo della martire nella sua città da Costantinopoli. Fu scartato, come è ovvio, il programma originale che avrebbe previsto troppi “incontri ravvicinati” per le funzioni in Cattedrale e, peggio ancora, per la piccola ma partecipatissima processione serale del fercolo in piazza Duomo. Ma fu scartata anche – dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica – la proposta alternativa elaborata dal Comitato per la festa, guidato da Riccardo Tomasello, che prevedeva un intenso “Saluto a Sant’Agata”: il busto reliquiario estratto dalla “Cammaredda” a porte chiuse, sarebbe stato esposto all’ingresso della Cattedrale dalle 8 alle 13. In quelle ore, i fedeli, attraverso un lungo corridoio controllato da forze dell’ordine e da volontari avrebbero sfilato per una rapida preghiera.
Niente da fare, i contagi erano in aumento. Così la festa d’estate divenne intima e in streaming. Nella mattinata la Cattedrale, illuminata a festa e rallegrata da canti sacri accolse i devoti che sfilarono davanti la cappella di Sant’Agata per la preghiera personale e per una benedizione. Nel pomeriggio poi, a porte chiuse, dalla Cammaredda fu tratto il Velo di Sant’Agata e davanti a esso fu celebrata un solenne messa trasmessa sui social. «Arrivederci a febbraio, vergine Agata – fu la chiosa finale dell’omelia dell’arcivescovo mons. Salvatore Gristina – con la speranza di poterti onorare meglio di come è possibile farlo oggi…».
Appunto, la festa di febbraio. Che ne sarà? Troppo facile predire che la festa di Sant’Agata per come la conosciamo, non ci sarà. Anche se la pandemia cessasse domani, sarebbe impossibile mettere in piedi una organizzazione così complessa.
Ma sarebbe sbagliato pensare che il 5 febbraio possa passare inosservato. Per questo i catanesi, i devoti, fanno domande attraverso lettere e messaggi social e chiedono risposte.
E invece, il silenzio è totale. Non un cenno dalla Chiesa, non una decisione del Comune, silenzio dal Comitato per i festeggiamenti, espressione paritetica delle due autorità. Di più, non si sarebbe svolto fino a Natale nessun incontro corale per tentare almeno di affrontare la questione. Un silenzio che ora sta diventando assordante. I cittadini chiedono di sapere per tempo se rivedranno, e in che modo, il volto di Sant’Agata. Chiedono sicurezza ma anche la possibilità del conforto della presenza “fisica” del busto reliquiario per affidare i loro guai e le loro speranze all’amata Patrona. Rivendicano, soprattutto, il diritto ad essere informati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA