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Assalto alle coste siciliane e la Guardia costiera accusa le Ong

Di Redazione |

Mentre Lampedusa e le coste siciliane sono prese d’assalto da migliaia di migranti – con altre decine di migliaia pronti a partire dalla Tunisia – si riaccende lo scontro tra il Governo e le Ong impegnate nel Canale di Sicilia in operazioni di soccorso. La Louise Michel, finanziata dall’artista Banksy è stata fermata a Lampedusa perché avrebbe violato il decreto Ong che, sostanzialmente, impedisce di fare più salvataggi.

La Guardia costiera accusa

Ora la Guardia costiera accusa: «Dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche, la nave Louise Michel contravveniva all’impartita disposizione di raggiungere il porto di Trapani, dirigendosi invece verso altri tre barconi sui quali, peraltro, sotto il coordinamento dell’Imrcc (Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo), stavano già dirigendo in soccorso i mezzi della Guardia Costiera italiana».

La nave della ong Louise Michel – secondo la Guardia costiera – ha avuto un comportamento che complicava il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi.

La nave della ong era giunta ieri nel porto di Lampedusa con a bordo 178 migranti, soccorsi su quattro diverse imbarcazioni (il primo evento avvenuto in aera Sar libica, i successivi tre in area Sar maltese). Secondo quanto si legge ancora nella nota della Guardia Costiera, le disposizioni impartite alla Louise Michel di dirigersi verso Trapani ed evitare altri soccorsi, valutate le sue piccole dimensioni, erano anche tese a evitare che la nave prendesse a bordo un numero di persone tale da pregiudicare sia la sua sicurezza che quella delle imbarcazioni di migranti a cui avrebbe prestato soccorso.

«La non osservanza delle disposizioni – prosegue la Guardia Costiera – ha inoltre rallentato il raggiungimento di un porto di sbarco per i migranti salvati nel primo intervento, inizialmente individuato in quello di Trapani dal ministero dell’Interno, inducendo così a ridisegnare la decisione in modo da far convergere l’arrivo della ong, per motivi di sicurezza e di urgenza, nel porto di Lampedusa, già peraltro sollecitato dai numerosi arrivi di migranti di questi ultimi giorni».

«Le continue chiamate dei mezzi aerei ong hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato» ha poi aggiunto la Guardia Costiera in una nota. «Allo stesso modo, l’episodio citato dalla ong Ocean Viking e riferito ai presunti spari della guardia costiera libica nella loro area Sar, non veniva riportato al Paese di bandiera, come previsto dalle norme, bensì al Centro di coordinamento italiano, finendo anche questo col sovraccaricare il Centro in momenti particolarmente intensi di soccorsi in atto. Ciononostante – conclude la nota – in 48 ore sono state soccorse, sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana, oltre 3.300 persone a bordo di 58 imbarcazioni».

Le Ong: la Guardia costiera fa politica

Ma le Ong non ci stanno: «La posizione della Guardia costiera riguardo ai comportamenti delle ong mi sembra più motivata politicamente che tecnicamente. Prima eravamo gli angeli del mare, ora siamo i pirati o i collusi con i trafficanti di esseri umani. E’ molto curioso dire ora che si sovraccaricano le linee telefoniche del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi quando invece nel 2015 queste stesse chiamate venivano apertamente lodate. Sembra assurdo dire che siamo noi ad intralciare i soccorsi quando invece salviamo vite umane» ha scritto Sos Mediterranée.

«È strano inoltre che si legittimi il comportamento sconcertante della guardia costiera libica, che ha sparato in aria a 50 metri da un vascello della Unione europea in acque internazionali. Ovviamente noi chiamiamo il nostro Paese di bandiera, che è informato su tutto quello che facciamo, ma questo non ha niente a che vedere con la competenza giuridica nella zona».

La Procura di Agrigento indaga

Intanto la Procura di Agrigento, secondo quanto riferisce l’ANSA, potrebbe interessarsi al caso della nave Louise Michel, dell’omonima Ong. La Guardia costiera che ha sottoposto a fermo amministrativo l’imbarcazione ha parlato di «intralcio ai soccorsi» con «continue chiamate dei mezzi aerei ong» che «hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato».

La Procura di Agrigento studierà gli incartamenti che verranno trasmessi dalla Guardia costiera di Lampedusa per stabilire se siano o meno configurabili anche fattispecie di reato.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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