Notizie Locali


SEZIONI
Catania 17°

Caltanissetta e San Cataldo, funzionari Utc

Caltanissetta e San Cataldo, funzionari Utc affidavano appalti alle «loro» imprese

Sei in manette, nello scandalo pure società di mutuo soccorso VD

Di Redazione |

Carabinieri e Guardia di Finanza hanno notificato ordinanze di arresti domiciliari a sei persone, (funzionari pubblici e imprenditori di San Cataldo e Caltanissetta), accusati a vario titolo di corruzione, concussione, indebita induzione, abuso d’ufficio e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici.

GLI ARRESTATI

In manette, su ordine del gip Maria Carmela Giannazzo sono finiti un dirigente dell’Ufficio tecnico di Caltanissetta l’arch. Armando Amico e il funzionario ingegnere Giorgio Salamanca, un funzionario del Comune di San Cataldo Daniele Silvio Baglio, tre imprenditori edili, Calogero e Ivano Venniro di Caltanissetta e Salvatore Ficarra di San Cataldo. Il gip ha anche disposto la sospensione all’esercizio dell’ufficio pubblico per un anno nei confronti di altri due funzionari del Comune di Caltanissetta, l’ing. Salvatore Lanzafame e il geom. Salvatore Longo, tutti e due in servizio presso l’’Ufficio Tecnico, mengtre sono state sequestrate preventivamente le due imprese edili riconducibili ai fratelli Venniro, la 2V Costruzioni srl e la “ditta individuale Venniro Calogero” nonché i conti correnti riconducibili alle persone destinatarie dell’ordinanza per un valore di circa 1,5 milioni di euro. Sono stati sospesi dal servizio perun anno anche il dirigente del servizio finanziario e ragioniere generale del Comune di Caltanissetta Claudio Carmelo Bennardo, Vito Di Palma, direttore del servizio cimiteriale del Comune dei Caltanissetta, e la misura interdittiva del divieto di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche o di imprese, per un anno per Angelo Bellomo, legale rappresentante della Società di Mutuo Soccorso “Regina Margherita, Rosario Scancarello, legale rappresentante della Società di Mutuo Soccorso “Mutua Società Cattolica Maria Ss della Catena,  Giovanni Rivituso, legale rappresentante della Società di Mutuo Soccorso denominata “Militari in congedo”. Disposto anche il sequestro delle tre Società di Mutuo Soccorso oltre che della Rosso di San Secondo e la Onlus Anps sezione Calogero Zucchetto.

APPALTI A SE STESSI

L’operazione diretta dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta, denominata Perla Nera ha preso spunto dai legami di parentela individuati tra l’Ing. Giorgio Salamanca, i fratelli Calogero ed Ivano Venniro ed il pluripregiudicato ergastolano Salvatore Curatolo, in passato “boss” reggente nel territorio nisseno.

Tutti intrecci ricostruiti dai militari del Gico dellaGuardia di Finanza di Caltanissetta e dai carabinieri nisseni. Gli accertamenti patrimoniali sono stati eseguiti dai finanzieri dello Scico grazie all’innovativo sistema Molecola nonché mediante l’acquisizione di documentazione, hanno fatto emergere una fitta rete di relazioni e di interessi di natura interpersonale, in virtù dei quali gli imprenditori edili coinvolti nelle indagini potevano contare su “canali privilegiati” con i centri decisionali del Comune di Caltanissetta e di San Cataldo riuscendo così di fatto a bypassare le norme sugli appalti pubblici.

Al centro secondo gli investigatori c’era l’ingegnere Salamanca  che insieme all’arch. Armando Amico e all’ing. Salvatore Lanzafame, esercitava il controllo sull’imprenditoria edile. Le indagini avrebbe appurrato come l’ing. Salamanca grazie alla sua funzione nell’Utc del Comune di Caltanissetta riusciva a pilotare l’aggiudicazione di appalti pubblici a favore di imprese edili a lui “vicine” o, addirittura, a lui stesso riconducibili, chiaramente quale “socio occulto”, come nel caso della società “2V Costruzioni srl dei fratelli Venniro. 

In altre circostanze, Salmanca avrebbe invitato Daniele Silvio Baglio e Salvatore Ficarra, entrambi riferibili alla “Ediltecnica Costruzioni srl, che ha realizzato il parcheggio di Via Medaglie D’Oro-Galilei di Caltanissetta, di avvalersi di professionisti a lui vicini per il rilascio delle certificazioni indispensabili per la prosecuzione delle attività edili.

Anche per l’arch. Armando Amico le indagini avrebbero rivelato come pur sapendo di quelle circostanze di irregolarità – come ad esempio il “ruolo occulto” ricoperto dal funzionario del Comune di San Cataldo Daniele Silvio Baglio nella Ediltecnica Costruzioni srl non sarebbe inbtervenuto falsificando anche atti pubblici. Per l’ing. Salvatore Lanzafame sarebbero state ricostruite tutte le sue certificazioni redatte in qualità di “coordinatore per l’esecuzione di lavoro pubblici” con le quali aveva attestato falsamente o l’avvenuta esecuzione di controlli presso i cantieri o la regolare verifica degli adempimenti normativi previsti, a favore, chiaramente, di quelle imprese edili, vicine ai funzionari e dirigenti comunali coinvolti nelle indagini.

Per il geom. Salvatore Longo sarebbero emersi i suoi contatti con il dirigente comunale, Giorgio Salamanca, per velocizzare l’iter burocratico agevolando, così, soltanto quelle imprese edili inserite nel “sistema”.

 

L’INCHIESTA SUL CIMITERO

Al filone investigativo approfondito dal Nucleo di Polizia Tributaria della locale Guardia di Finanza si è affiancato quanto emerso da parallela indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caltanissetta, inizialmente avviata a causa del rinvenimento di resti ossei e teschi all’interno di una cappella gentilizia del  cimitero di Caltanissetta e, successivamente, focalizzata sulla gestione del cimitero del capoluogo.

Le indagini avrebbero appurato come la gestione delle sepolture fosse  caratterizzata da evidente superficialità, scarso controllo e notevole approssimazione. L’altra caratteristica immediatamente percepibile risultava essere l’assoluta sproporzione, nel numero di loculi disponibili, tra quelli comunali e quelli gestiti in concessione dalle S.M.S. o da altre associazioni.

Dopo l’acquisizione di diversi atti e le intercettazioni telefoniche ed ambientali e dei servizi di osservazione e controllo eseguiti, sarebbe emerso uno spaccato molto complesso in cui tutti gli illeciti riscontrati sembrava rispondessero ad un unico fine, quello di favorire l’indebita attività “commerciale” delle associazioni titolari di concessione di suolo cimiteriale.  

Le associazioni in questione, infatti, sono le uniche detentrici di loculi disponibili presso il cimitero “Angeli” di Caltanissetta già da diverso tempo stante l’assenza di costruzione di nuove sepolture comunali e di lavori finalizzati alla rotazione dei fornetti occupati dalle salme di più datata sepoltura. Le associazioni in questione avevano, ed hanno, una grande disponibilità di loculi dovuta alle abnormi concessioni che il Comune aveva loro rilasciato nel 2011 in forza di una richiesta che, secondo l’accusa, non è basata sul reale fabbisogno e certamente non è in linea con quanto previsto dalle leggi e dal regolamento comunale. Caso a parte costituisce la “militari in congedo” che, invece, si è occupata della ristrutturazione delle sepolture “ex Principe di Napoli”, opera concessale dal comune al fine del riutilizzo per fini sociali.

Le indagini dei Carabinieri permettevano anche di stabilire con certezza che le associazioni operavano un vero e proprio commercio delle sepolture “vendendole” anche ai non soci e che i responsabili del cimitero omettevano sistematicamente qualsivoglia controllo sul rispetto delle regole; al dirigente del servizio finanziario del comune di Caltanissetta, dott. Bennardo ed ai dirigenti Amico e Salamanca, infine, viene contestato anche il falso in atto pubblico, per aver omesso di comunicare al Consiglio comunale, in occasione dell’approvazione del bilancio preventivo, la disponibilità delle ingenti somme provenienti dalle concessioni fatte alle associazioni, fondi già depositati in conti dell’Ente e disponibili per opere cimiteriali. 

Nel complesso le sinergiche indagini condotte dalle due forze di Polizia, coordinate dalla Procura nissena, hanno permesso di acquisire numerosi e consistenti elementi circa la consumazione di reati contro la pubblica amministrazione commessi, sin dal 2012. Vengono contestati diversi episodi di corruzione, concussione, indebita induzione, abuso d’ufficio e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


Articoli correlati